Prosegue la cementificazione di Firenze
Il sindaco Nardella concede un parcheggio su un podere del 1300 in zona Gavinana
Redazione di Firenze
Il sindaco PD Dario Nardella prosegue con la cementificazione e la svendita di Firenze. L'ultima delibera, in ordine di tempo, è quella del 24 novembre scorso che dà il via libera alla realizzazione di un parcheggio nell'area del podere “La Mattonaia”, uno dei pochi spazi verdi rimasti nel quartiere di Gavinana, un terreno verdeggiante con alberi di pregio e un casale che faceva parte di una grande azienda agricola che risale al 1300.
Una vicenda apparentemente piccola ma emblematica della politica della giunta Nardella. Questo spazio verde è stato strenuamente difeso dagli abitanti del quartiere che da oltre dieci anni protestano con ricorsi al Tar e denunce varie. Finora sono riusciti a bloccare i lavori ma i proprietari hanno ripresentato un progetto di costruzione e Palazzo Vecchio questa volta ha dato il via libera. Denuncia il comitato contro il parcheggio: “Il progetto è uno scempio dal punto di vista ambientale e paesaggistico, inoltre risulta in palese contrasto con le politiche comunali volte (almeno sulla carta) a salvaguardare la qualità della vita dei propri cittadini e a tutelare il verde cittadino con frequenti interventi di piantumazione”. Sull'area, denuncia sempre il Comitato “ci sarebbe anche un vincolo paesaggistico”, nonché difficoltà di accesso per pedoni e portatori di handicap.
Il progetto di parcheggio è stato elaborato nel lontano 2006 da Quadra, una società di progettazione degli anni in cui sindaco era Leonardo Domenici (ex DS, poi PD). Quadra viene poi travolta da un’inchiesta chiusa nel 2016 con varie prescrizioni al processo di appello. La vicenda giudiziaria coinvolse tecnici e politici all’epoca ai vertici del PD cittadino. Tra i condannati in primo grado anche l’imprenditore edile Lorenzo Giudici, poi prescritto in appello, che ora è a capo della società La Mattonaia proprietaria del podere e costruttrice del parcheggio.
Ancora una volta si conferma la pervicace volontà cementificatrice del PD fiorentino e delle amministrazioni guidate da questo partito. Renzi prima e Nardella oggi hanno sviluppato e ampliato questa linea di svendita e privatizzazione della città.
Dario Nardella in contemporanea sparge demagogia e sbandiera lontani progetti per rendere Firenze, nel 2040, la città più “Green” d'Europa, con droni-taxi, un milione e mezzo di alberi e più biciclette su 170 chilometri di ciclabili, solo auto ecologiche; ma non manca di rivendicare con arroganza “se fosse stato per i signori del no, io non avrei mosso nemmeno un paletto in questa città”.
Una demagogia che non incanta nessuno, anche l'abate della Basilica di San Miniato è recentemente intervenuto contro Nardella denunciando i progetti del nuovo resort di lusso di Costa San Giorgio, che sarà costruito sull’ex caserma Vittorio Veneto che mette insieme due conventi del Trecento e una chiesa, struttura acquistata dal magnate argentino Lowenstein, e la trasformazione in appartamenti dell'ex caserma di Monte Oliveto. A Firenze rischiano di “sparire intere porzioni di storia e identità cittadina semplicemente per profitto”, denuncia l’abate.
Nel suo commento del 16 dicembre la redazione di “perUnaltracittà” richiama i principali scempi di Nardella: “Valutiamo allora Sant’Orsola: una scuola di hôtellerie, forse un superfluo museo della Monnalisa, e magari di straforo (perché no, bisognerà pur coprire le spese di investimento) qualche alloggio di lusso. Valutiamo l’alienato Teatro Comunale, la Manifattura Tabacchi, la venduta Casa del sonno su viale Lavagnini, le Poste di via Pietrapiana, e viale Belfiore, tutti trasformati o in via di trasformazione in studentati di lusso, nella loro interezza o in buona parte. Valutiamo i progetti sbagliati del tram più costoso d’Europa; del progetto tunnel TAV, inutile e pericoloso dal punto di vista sia idrogeologico sia economico; del progetto per un nuovo aeroporto ficcato nel cuore della periferia nord-ovest. Valutiamo allora la privatizzazione del trasporto locale, dell’acqua, dei marciapiedi. Valutiamo una città impoverita dalla pochezza culturale e immaginativa di chi la amministra, utile ad assecondare l’accaparramento di ogni metro quadro dello spazio pubblico per il profitto privato”.
22 dicembre 2021