Su iniziativa dei Collettivi delle scuole occupate
Centinaia di studentesse e di studenti in corteo a Firenze
Al centro delle proteste la scuola che non è “pubblica”, la DaD, gli open-day truffaldini, il PCTO e il rifiuto della scuola azienda. Significativa presenza, tra gli altri, del Collettivo del Balducci di Pontassieve
Dal corrispondente della Cellula “Engels” della Valdisieve
Nella mattinata di sabato 18 dicembre i collettivi delle scuole fiorentine occupate hanno promosso un'importante manifestazione studentesca con un corteo al quale hanno partecipato oltre trecento studentesse e studenti provenienti da tutta la provincia.
Hanno partecipato all'iniziativa con grande entusiasmo ed energia studenti e studentesse in rappresentanza di molte scuole, tra le quali il Peano, il Pascoli, il Gobetti-Volta, il Castelnuovo, il Michelangelo, il Galileo Galilei, il Machiavelli-Capponi, l’Alberti-Dante ed anche il Balducci di Pontassieve che per la prima volta ha visto la partecipazione a una manifestazione provinciale delle proprie studentesse e dei propri studenti (circa una trentina) uniti e organizzati in un Collettivo, che si è posizionato tra gli altri a capo del corteo.
Tra queste scuole alcune sono ancora oggi occupate dalle studentesse e dagli studenti, una parte lo sono state, e qualche altra si prepara ad essere a sua volta occupata; è evidente infatti che c'è molto fermento nell’ambiente studentesco fiorentino, consapevole dell’oppressione esercitata dai vertici del sistema scolastico e dalle politiche antipopolari e classiste portate avanti dai governi di “centro-destra” e di “centro-sinistra” che si sono succeduti nel tempo, fino ad arrivare a quello attuale guidato dal banchiere massone Draghi.
Il corteo, vivace e colorato è partito da piazza SS. Annunziata fino ad arrivare in piazza San Firenze.
Ogni scuola aveva con sé uno striscione che è stato steso all'inizio e alla fine del corteo. In molti di essi vi era riferimento, con la parola d’ordine “INSORGIAMO”, alla grande e importantissima vertenza della GKN che sta caratterizzando l'ultimo semestre di lotta in difesa del posto di lavoro, e che è riuscita a far convergere a sostegno del proprio collettivo di fabbrica una serie di forze politiche, sindacali e sociali, incluse tante studentesse e tanti studenti che sono scesi in piazza a fianco degli operai e delle operaie nelle tante manifestazioni, coscienti che la lotta in difesa del posto di lavoro è anche la loro lotta, lavoratori e lavoratrici del domani.
Durante tutto il tragitto non è mancato il forte e vistoso controllo delle “forze dell’ordine”; tuttavia le studentesse e gli studenti hanno lanciato numerosi slogan, tra i quali “Insorgiamo!”, “Occupiamo quando vogliamo” o ancora “Ogni scuola sarà una barricata, questa protesta non è una passeggiata”.
Insieme agli slogan si sono uniti anche canti come l’inno di battaglia dei lavoratori e delle lavoratrici GKN “Occupiamola”; prima dell'inizio della manifestazione per le vie di Firenze è stata cantata “Bella ciao” dalle studentesse e dagli studenti dell'ist. Balducci di Pontassieve, rimarcando il carattere antifascista del Collettivo stesso, come di tutto il fronte studentesco fiorentino in mobilitazione.
Gli interventi che si sono susseguiti nel corso del corteo sono stati fatti da studentesse e studenti di diverse scuole. Temi generali, comuni ai vari discorsi e di rilievo, sono stati le occupazioni delle varie scuole e la necessità di mobilitazione delle masse studentesche se davvero esse vogliono “riprendersi” le scuole che di fatto appartengono loro.
Altri punti interessanti più volte toccati negli interventi sono stati i problemi strutturali dei cadenti edifici scolastici che li ospitano spesso in totale assenza di sicurezza e la mancanza di spazi a disposizione degli studenti e delle studentesse anche in orario extra-scolastico per tutte le loro legittime esigenze, questione emersa anche per quanto riguarda le sedi universitarie di Firenze oltre che per le scuole superiori.
A tale mancanza di spazi si affianca la carenza dei docenti e del personale ATA per i quali viene chiesta l'immediata assunzione dei precari e un corposo aumento dell'organico.
Inoltre il sovraccarico dei compiti e delle interrogazioni causa ansia, stress, crisi di pianto e attacchi di panico; lo stato psico-fisico delle studentesse e degli studenti da parte dell'intero sistema scolastico è sottovalutato o nemmeno preso in considerazione. Sullo sfondo rimane costante la critica ad una scuola “pubblica” che in realtà non è gratuita e di conseguenza non è accessibile a tutti; la necessità di conquistare una scuola pubblica e gratuita (noi aggiungiamo anche “governata dalle studentesse e dagli studenti”) è stato ribadita più volte negli interventi poiché l'assenza di questo “diritto” nei fatti comporta direttamente tutte le distorsioni e le carenze criticate in precedenza.
Secondo i giovani, la DaD che in molte scuole ancora è prevista e continua ad esserci, dev’essere definitivamente abolita, poiché non può e non deve sostituire la didattica in presenza.
Rilevante anche la riflessione sugli “Open Day” delle varie scuole, cioè i momenti nei quali i dirigenti cercano di convincere i promossi dalle medie a iscriversi nei loro istituti, poiché rappresentano immagini falsate e manipolate delle nostre scuole, anteponendo “l'iscrizione” ai reali interessi delle ragazze e dei ragazzi che faticano enormemente a orientarsi secondo le loro reali predisposizioni e aspirazioni.
Analoga importanza l’ha avuta il PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento) o più semplicemente detto “Alternanza Scuola-lavoro”, che è stato definito come un mezzo per dar gambe allo sfruttamento lavorativo delle studentesse e degli studenti che, oltre ad essere anche una inutile perdita di tempo per loro, non corrisponde alle reali esigenze formative. Caratteri che si ritrovano nei molti progetti proposti che sono elitari, cioè hanno un costo: nella pratica non solo le studentesse e gli studenti lavorano gratuitamente non ricevendo alcuna formazione, ma in alcuni casi queste attività sono addirittura a pagamento. Una rapina legalizzata.
Il tutto all'interno di un’impostazione didattica che comporta l’azzeramento quasi totale dei momenti di socialità tra studentesse e tra gli studenti ai quali sta stretta una scuola totalmente nozionistica, utile soltanto a imparare a svolgere un “lavoro” senza favorire nessuna capacità critica. “No alla scuola-azienda” era infatti scritto su un cartello portato da uno studente.
La giornata si è conclusa col lancio di alcuni slogan e canti, piena di entusiasmo; chi è sceso in piazza è riuscito a diffondere sicuramente uno spirito combattivo e unitario che ha trasmesso a tutti ottimismo e fiducia per una lotta che possa diffondersi capillarmente in tutte le scuole fiorentine, poi toscane e infine di tutto il nostro Paese, con le studentesse e gli studenti uniti per conquistare una scuola che sia di tutti, pubblica, gratuita e da essi governata, sfilata agli interessi economici e finanziari della classe dominante borghese in camicia nera rappresentata dal governo del banchiere massone Draghi che ne cura gli interessi.
22 dicembre 2021