Grave responsabilità dei governanti dei Paesi imperialisti, compresi quelli italiani
Non si arresta l'ecatombe dei migranti nel Mediterraneo
Aprire i confini di mare e di terra dei paesi della Ue
Nel 2021, secondo i dati forniti dall'Organizzazione mondiale per le migrazioni, almeno 1.864 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo, molte di più rispetto all'anno precedente che, secondo i dati della stessa organizzazione, erano state 1448: la stessa calcola che dal 2014, ossia da quando è stato avviato il monitoraggio “Missing migrants” mancano all’appello in 23.150 nel solo Mediterraneo.
Lo scorso anno le catture di migranti in fuga dalla Libia da parte della guardia costiera di Tripoli sono state oltre 32mila, tutte persone riportate a forza nei lager libici, mentre circa 20mila migranti sono stati invece riportati a terra dalle autorità di Tunisi, “sotto le pressioni esercitate dal governo italiano che ha fornito delle motovedette a questo scopo
”, come afferma il Forum tunisino per i diritti economici e sociali in un rapporto pubblicato.
Lo scorso ottobre l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani ha parlato esplicitamente in un suo documento di “crimini di guerra
” e violazioni contro migranti e rifugiati commesse “su vasta scala da attori statali e non, con un alto livello di organizzazione e con l’incoraggiamento dello Stato
”.
Il Mediterraneo, d'altra parte, non è l'unico mare percorso dai migranti, perché dall'Africa subsahariana moltissimi si avventurano in mare per raggiungere l'Europa tentando di sbarcare in Spagna o Portogallo attraverso l'Atlantico.
L'organizzazione non governativa Caminando fronteras
ha stimato in un suo rapporto che almeno 4.404 migranti, tra cui 205 bambini, sono morti nel 2021 al largo delle coste dei due Paesi iberici, un numero doppio rispetto al 2020, con il 95% dei corpi che non è mai stato rinvenuto.
Come ha sottolineato Caminando fronteras
, a contribuire all’impennata nel numero delle morti sono state le politiche di respingimento europee, ed infatti è gravissima la responsabilità dei governi degli Stati imperialisti, soprattutto di quelli dell'Unione Europea senza esclusione di quello italiano, per questa vera e propria ecatombe.
L'UE finora, al di fuori di altisonanti dichiarazioni, ha di fatto blindato le sue frontiere senza prendere alcuna decisione per risolvere il gravissimo problema delle migrazioni, come è avvenuto di recente nella riunione straordinaria del Consiglio europeo del 24 e 25 maggio 2021, dove, in occasione dell'emergenza dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia, non ha preso altra decisione che quella di mostrare la più assoluta indifferenza sul tema delle migrazioni, attirandosi peraltro pesanti critiche da parte dell'l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani, che pubblicava proprio negli stessi giorni un documento di denuncia contro la vigliacca politica comunitaria sul tema.
Il documento – intitolato 'Indifferenza letale: Ricerca, soccorso e protezione dei migranti nel Mediterraneo Centrale' – è una esplicita e pesantissima accusa contro l'Unione Europea, e in esso si denunciava pesantemente la mancata assistenza ai migranti in pericolo in mare, i respingimenti, la criminalizzazione delle organizzazioni non governative, i ritardi degli sbarchi e l'accoglienza inadeguata, per non parlare delle pericolose intercettazioni della guardia costiera libica.
L'Alto Commissariato ha chiamato direttamente in causa, nell'ambito della generale responsabilità dell'UE, i paesi costieri dell'Unione, soprattutto Italia, Spagna e Malta, ma da allora nulla è avvenuto.
Occorre aprire e non blindare le frontiere dell'Unione Europea, sia quelle terrestri sia quelle marittime al fine di gestire una situazione provocata dall'imperialismo che ha esportato, e tuttora continua a esportare, condizioni di fame, malattie infettive, mancanza di acqua potabile, di servizi igienico-sanitari di base nei Paesi sfruttati mentre l'1% della popolazione mondiale si spartisce il 40% della ricchezza del pianeta e le 50 persone più ricche del mondo guadagnano più di 416 milioni di persone.
La posizione del PMLI, del resto, è sempre stata chiara sulle cause delle migrazioni e sull'unico ragionevole modo di risolvere tale problema, ed è stata solennemente espressa, nella sua massima espressione politica, nel suo 5° Congresso del dicembre 2008 e in numerosi documenti ufficiali che ne hanno proseguito la linea.
“Fame, povertà e miseria
– si legge al punto n. 7 della tesi, dedicata allo Scenario mondiale, del 5° Congresso -
che già hanno causato migrazioni bibliche verso i paesi capitalisti e imperialisti, crescono esponenzialmente in particolare in Africa, Asia e in alcune zone dell'America Latina di pari passo con le profonde disuguaglianze economiche e sociali: i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, sia a livello di Stato che individuale”.
“Noi chiediamo ai governi imperialisti – conclude quel documento - di spalancare le porte agli immigrati, di garantir loro parità di diritti e di stroncare con fermezza il traffico di vite umane”.
12 gennaio 2022