Lo rivela il colonnello dei marines Milburn su “Repubblica”
L'Italia imperialista ha avuto un ruolo chiave per sconfiggere lo Stato islamico in Iraq
Ora l'Italia guida tutto il contingente Nato in Iraq.
Ecco perché il nostro Paese è a rischio attentati degli antimperialisti islamici
In un articolo apparso su "Repubblica" l'11 gennaio scorso il colonnello dei Marines Andrew Milburn, oggi riservista, rivela la storia segreta della missione degli incursori del Col Moschin, le forze speciali italiane in azione nel cuore dell'allora territorio sotto il controllo dello Stato Islamico nel 2015 in Iraq.
Nell'estate 2015 Milburn riceve l'incarico di coordinare sul campo tutte le forze speciali della coalizione imperialista impegnate nella lotta contro l'IS. Alle truppe di occupazione americane viene proibita la collaborazione con i reparti scelti iracheni dell'ERD, l'Emergency Response Division, dipendente dal ministero dell'Interno di Bagdad in quanto battaglioni formati da sciiti, ex miliziani legati all'Iran e protagonisti di azioni contro i sunniti.
"Nella battaglia di Falluja del 2016 questo divieto era problematico, perché l'Erd era l'unità di punta irachena in gran parte dei combattimenti. Per fortuna, la task force italiana era stata incoraggiata dalla sua catena di comando ad aiutarla", spiega Milburn, "Così, utilizzando i nuclei italiani di direzione del tiro, il comando alleato ha potuto far intervenire i nostri aerei permettendo alle truppe sciite di avanzare, ma evitando che si percepisse un sostegno diretto della coalizione".
Il legame tra le truppe italiane e questo reparto composto da sciiti iracheni è stato molto stretto, spiega nell'intervista Milburn, tanto che la loro formazione è stata curata a Bagdad da istruttori dei carabinieri e perfezionata poi dagli incursori del Nono Reggimento, chiamato appunto Col Moschin.
"Le vostre forze speciali -ha aggiunto Milburn- hanno fatto diverse cose per l'Erd: hanno aiutato ad addestrarli e lavorato con i loro ufficiali per pianificare le offensive. Il contributo più importante si è visto a Falluja ed è stato molto ingegnoso. Gli italiani non erano autorizzati a intervenire direttamente negli scontri, ma si trovavano ad una distanza dalle avanguardie di Erd che consentiva le comunicazioni con i cellulari. Perciò avevano insegnato alle pattuglie dell'Erd come fornire per telefono le coordinate delle postazioni dell'Isis. Poi gli italiani chiamavano il mio comando a Bagdad, che inviava i droni o i bombardieri sugli obiettivi indicati. Era una catena di comunicazione complessa, che però ci permetteva di colpire le unità dello Stato islamico sul terreno nel giro di 15 minuti. Questo fa comprendere le capacità del vostro personale, perché parlava con gli iracheni che avevano un accento molto marcato in inglese, ma riusciva a capirli e trasmettere le informazioni a noi. C'erano grandi rischi che qualcosa andasse storto, ma grazie alla professionalità degli italiani non è mai successo"..."Quando le unità dell'Erd interrogavano prigionieri (lasciamo al lettore immaginare come e con quali terrificanti metodi)o catturavano documenti e cellulari dell'Isis consegnavano tutto agli italiani, che lo passavano a noi. Questo permetteva di recuperare notizie di intelligence molto importanti sullo Stato islamico, inclusa l'origine dei combattenti stranieri. Un esempio? Un terrorista britannico del Daesh era stato ucciso dall'Erd, che gli ha preso il telefonino e dato agli italiani. Noi così abbiamo potuto analizzarlo, recuperare le foto e far arrivare le informazioni agli inglesi, in modo da ricostruire come questa persona era stata radicalizzata e reclutata nel Regno Unito".
Alla domanda dei giornalisti di "Repubblica" posta a Milburn dagli autori dell'articolo, De Feo e Mastrolilli, "Perché il rapporto con il reparto sciita era incoraggiato dalla catena di comando italiana?, Milburn risponde: "Non lo so. È una buona domanda, ma non conosco come sia nata la collaborazione. Forse perché l'Erd era la forza di punta irachena, con cui noi americani, ma anche gli australiani, gli inglesi e altre forze occidentali, non potevamo lavorare. Non so se è stata una decisione del comandante italiano sul terreno oppure se era stata presa a Roma. Però quando noi siamo arrivati il rapporto degli italiani con l'Erd era già stato stabilito".
Delle atrocità commesse dall'Erd si parla anche nella relazioni presentate al parlamento italiano, in particolare nell'ultimo dossier sulle missioni estere del 2020, questo nonostante a Roma chi di dovere conosceva benissimo i crimini commessi dall'Erd, anche per effetto di un noto reportage fotografico realizzato a Mosul che aveva già documentato ben tre anni prima torture e abusi commesse proprio dagli uomini dell'Erd. Sulla questione Milburn afferma: "Non ho informazioni dirette su questa vicenda, ma non ne sarei sorpreso. Tutti ci siamo trovati a lavorare con gli iracheni; abbiamo visto unità della polizia, del ministero dell'Interno, dell'esercito, che hanno fatto cose orribili. Sarei ingenuo a sostenere che non è accaduto: può succedere sempre. Ma non possiamo mai dire che sono "affari loro" e che il fine giustifica i mezzi, purché non ci sia un nostro coinvolgimento diretto. Le mie linee guida erano: appena sentite parlare di queste cose, anche se sono soltanto accuse, le segnalate immediatamente e vi fate da parte, allontanandovi dall'unità irachena. È fondamentale che noi non veniamo associati a questi episodi".
Come se fosse possibile "dissociarsi" e voltare le spalle ai tuoi alleati nell'ambito di una guerra di occupazione imperialista, certamente vietata per quanto riguarda l'Italia dalla defunta Costituzione del 1948, la verità è che gli imperialisti non hanno altri metodi se non la violenza in guerra per sottomettere i popoli e stroncare la resistenza dei medesimi dall'oppressione nell'ambito della sacrosanta lotta per l'autodeterminazione, l'indipendenza nazionale e contro l'imperialismo.
Certamente sui mass media principali della coalizione imperialista anti-Is gli orrori degli occupanti vengono taciuti, ridimensionati o al limite svelati anni dopo da reporter indipendenti, mentre i "cattivi", cioè i combattenti islamici antimperialisti vengono da subito mostrati come tagliagole e assetati di sangue senza spiegare il perché delle loro reazioni, alcune delle quali sconsiderate e assolutamente non condivisibili, ancorché comprensibili, essendo frutto marcio dell'imperialismo e dell'occupazione del loro paese, come gli sciagurati attentati contro innocenti e incolpevoli civili.
Il colonnello dei Marines prosegue entrando nei dettagli anche del controverso rapporto tra l'Erd, gli eserciti imperialisti e il defunto generale iraniano Solemaini, ucciso da un raid americano in Iraq due anni fa.
"Non posso parlare di informazioni classificate, ma c'era sicuramente un legame fra Soleimani e il generale Sama che guidava l'Erd. Sama era un veterano delle milizie sciite filo-iraniane ma in quel momento dipendeva dal governo di Bagdad. E Soleimani aveva ordinato di non colpire gli statunitensi: 'Adesso il nemico è l'Isis, il loro tempo verrà dopo'".
Nonostante l'impegno comune contro l'Is, le relazioni tra sciiti iracheni e le truppe americane erano comunque sempre tese. Infatti il colonnello Milburn racconta: "Il buon rapporto tra gli italiani e le truppe della Erd ha salvato la mia vita e quella di diversi ufficiali americani. Eravamo andati nei dintorni di Bagdad a vedere i nostri Seals (cioè gli incursori della Marina Usa famigerati per il raid contro Bin Laden) che addestravano un gruppo di guardie irachene. Ma c'è stato un incidente e le milizie sciite ci hanno circondati. Eravamo soltanto in cinque davanti a 40 o 50 miliziani: ci puntavano le armi contro, con il colpo in canna; pensavamo ci avrebbero ammazzati. Ma il generale Sama, con cui gli italiani avevano stabilito un ottimo rapporto, ha ordinato ai miliziani di andare via e ci ha salvati. Questo è un tributo alla relazione che l'Erd aveva con gli italiani".
L'intervista la dice lunga sul ruolo e sugli atti svolti dalle truppe di occupazione italiane, pagate con i denari del popolo italiano, nel frattempo poi travolto dalla pandemia e relativo collasso del SSN negli anni smantellato per far posto ai pescecani capitalisti della sanità privata, a dimostrazione del fatto che nell'imperialismo sono gli stati ad essere dentro i monopoli, non viceversa, che decidono ogni aspetto della vita economica, sociale, istituzionale, sanitaria, estera e militare, data la loro "funzione decisiva"
(Lenin) nell'economia e nella politica nell'ambito appunto del capitalismo monopolistico e in putrefazione ossia l'imperialismo, vero nemico di tutti i popoli del mondo e dell'ambiente.
Il colonnello rilancia il ruolo dell'alleanza Usa-Italia in Iraq: "io la vedo così: la relazione con l'Erd all'epoca era un male necessario. Però adesso che il Califfato è stato battuto, le milizie iraniane sono sicuramente una minaccia. Soprattutto ora, con il governo di Bagdad sempre in bilico e persino i nazionalisti di al Sadr che si sono schierati contro l'influenza iraniana. Per questo tutti dobbiamo stare molto attenti a non essere associati a truppe che favoriscono l'influenza iraniana o gli estremisti sciiti".
Lasciando intendere dunque che occorre combattere nella regione anche l'Iran, che nel frattempo si è avvicinato notevolmente al socialimperialismo cinese.
Milburn conclude l'intervista raccontando un episodio riguardante il ruolo degli italiani anche in Libia: "Nel 2011 durante l'intervento in Libia contro Gheddafi, gli aerei italiani erano tra i pochi che potevano atterrare a Tripoli per evacuare gli stranieri. Io facevo parte delle forze speciali e sono salito su un vostro aereo, uno degli ultimi a decollare dalla capitale. Ma le milizie di Gheddafi vennero a sapere che c'era un americano a bordo e circondarono il velivolo, chiedendo agli italiani di consegnarmi. L'equipaggio si rifiutò. Restammo bloccati sulla pista per cinque ore, ma alla fine il pilota italiano venne autorizzato a pagare i miliziani per lasciarci partire. E così ho potuto lasciare la Libia e di questo sarò sempre grato ai vostri uomini"
Insomma l'imperialismo italiano non si ferma ed è sostenuto con ogni mezzo, come l'abnorme e scandaloso aumento delle spese militari da parte anche dei governi Conte e Draghi, nonostante la pandemia, la fame e la miseria che attanagliano il nostro popolo. L'aumento qualitativo e quantitativo della presenza delle truppe nostrane nei paesi occupati e il rilancio del ruolo dell'l'Italia imperialista anche in Iraq dove guiderà la missione Nato, oltre che in Libia e in altre zone del mondo, rivendicato dal governo del banchiere massone Draghi al servizio dei monopoli e la cui politica estera imperialista si basa sull'atlantismo e sull'espansionismo della famelica Ue imperialista. La quale peraltro è a un passo dalla guerra con la Russia (e quindi la Cina) anche ai suoi confini con la Bielorussia, e per le vicende riguardanti l'Ucraina il cui governo, proprio in questi giorni parla di cyberattacco russo nei suoi confronti, mentre gli Usa si dicono pronti a inviare truppe di terra nel paese a sostegno di un'eventuale rivolta antirussa in caso di possibile invasione da parte delle truppe di Putin.
Ue imperialista che, ribadiamo, per noi marxisti-leninisti è irriformabile e va distrutta cominciando a tirarne fuori l'Italia.
Tornando alle vicende legate all'Is e più in generale all'imperialismo italiano, continuiamo con forza a chiedere al governo del banchiere massone Draghi il ritiro di tutte le truppe italiane all'estero, anche per mettere in sicurezza il nostro popolo, che poi è l'unico modo per evitare rappresaglie dei combattenti antimperialisti, chiarendo subito comunque che se dovessero purtroppo avvenire, come abbiamo detto per quelle già avvenute in altri paesi, la responsabilità primaria sarebbe da attribuire agli imperialisti e ai governi a loro asserviti e che quindi il responsabile di fatto sarebbe il governo italiano, al quale, come al parlamento, chiediamo peraltro di fare piena luce sulle azioni e gli atti compiuti dalle nostre truppe nei paesi occupati in tutti questi anni, da quando l'Italia ha stracciato da destra la Costituzione anche in termini di politica estera e militare.
I popoli non devono diventare carne da macello per gli interessi dei monopoli, ecco perchè non cesseremo mai di combattere contro le guerre imperialiste, appoggiando la lotta dei popoli e delle nazioni oppresse indipendentemente dalle forze che ne sono alla testa, persino quando sono antimarxiste-leniniste, così come ci opporremo con ogni mezzo a una nuova, come si vede sempre più minacciosa, guerra mondiale.
19 gennaio 2022