Studente diciottenne di un professionale muore durante lo stage scuola-lavoro
Scuola capitalista assassina
La polizia carica la manifestazione degli studenti romani
Abolire immediatamente la scuola-lavoro
Si chiamava Lorenzo Parelli e aveva solo 18 anni. Era originario di Castions di Strada e frequentava il Centro di formazione professionale presso il polo scolastico dei salesiani “Bearzi” di Udine.
Lorenzo è morto all'ultimo giorno di PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento, reso obbligatorio nel 2015 dalla controriforma Renzi in sostituzione della vecchia Alternanza Scuola-Lavoro introdotta nel 2003) presso l’azienda metalmeccanica “Burimec” di Lauzacco, in provincia di Udine.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Lorenzo stava eseguendo dei lavori di carpenteria metallica quando una putrella gli è caduta addosso uccidendolo sul colpo.
Una morte agghiacciante le cui responsabilità ricadono per intero sull'attuale sistema scolastico di istruzione capitalista, neofascista, classista, aziendalista e meritocratico instaurato a partire dalla seconda metà degli anni Novanta con le controriforme sia di “centro-destra” che di “centro-sinistra” dai ministri Berlinguer (governo Prodi), Moratti e Gelmini (governo Berlusconi), Giannini (governo Renzi) e portato alle estreme conseguenze, dopo lo scorporo del dicastero dell'Istruzione da quello dell'Università e ricerca imposto dal governo Conte II, dalla ministra a Cinquestelle Azzolina e dal piddino Bianchi.
Una scuola assassina che costringe tutti gli studenti del secondo biennio e dell’ultimo anno di tutti gli istituti di scuola secondaria di secondo grado: licei, istituti tecnici e professionali, a effettuare, rispettivamente, non meno di 90, 150 e 210 ore di lavoro presso le aziende pubbliche e private per potere essere ammessi all'esame di maturità secondo quanto prescritto dalla cosiddetta “Buona scuola” di Renzi, legge 107/2015 che all'articolo 33 non a caso impone anche una durata diversa dei PCTO per i licei (frequentati in massima parte dai rampolli della borghesia, ben preparati, attrezzati economicamente e messi in condizione di raggiungere i livelli più alti dell'Istruzione, destinati a costituire la futura classe dirigente e a dominare sulla scena economica e finanziaria perpetuando il dominio capitalistico) rispetto agli istituti tecnici o professionali frequentati in massima parte da ragazzi di estrazione proletaria ai quali invece viene di fatto negato il diritto allo studio e precocemente addestrati a svolgere solo mansioni manuali, “educati”, “docili” e “obbedienti” e pronti a garantire ai padroni il ricambio generazionale della forza lavoro con nuove giovani braccia e forze fresche da cui trarre maggiore profitto e sfruttamento.
Con l'istituzione dei PCTO, del curriculum dello studente, del preside manager, del voto di condotta trasformato in voto di profitto, della didattica a distanza classista e discriminatoria, a cui si aggiunge la cosiddetta “didattica delle competenze” effettuata sulla base dei desiderata delle aziende e delle borghesie locali, della progressiva aziendalizzazione delle scuole e dell'imminente progetto di autonomia differenziata: la scuola pubblica italiana, proprio come denunciava Lenin già il 29 agosto 1918 nel discorso al I Congresso panrusso dell'istruzione: “è stata trasformata per intero in uno strumento di dominio della classe borghese, è stata permeata dello spirito borghese di casta, si è vista assegnare il compito di fornire ai capitalisti docili servi e operai capaci... Nascondere questa verità è essenziale perché, se fosse smascherata, l'istruzione borghese diventerebbe il bersaglio della lotta delle masse popolari, in primo luogo degli studenti, che vorrebbero cambiarla radicalmente e sostituirla con un'istruzione che sia al servizio del popolo e governata dal popolo, non al servizio dei mercati e governata dai mercati, facendole così perdere il suo ruolo di educazione delle nuove generazioni alla cultura del capitalismo
”.
E che le cose stiano effettivamente così lo dimostra il fatto che l'incidente mortale occorso a Lorenzo purtroppo fa parte di una lunga serie di gravi infortuni sul lavoro occorsi a studenti stagisti da quando sono stati introdotti i cosiddetti PCTO.
Nell'ottobre 2017 a La Spezia un 17 enne iscritto alla classe IV indirizzo meccanici dell’istituto professionale “Capellini-Sauro” è rimasto schiacciato sotto un carrello elevatore. Lo studente ha riportato la frattura composta alla tibia e ha dovuto affrontare una lunga convalescenza.
Nel dicembre 2017 a Faenza (Ravenna) alla “Turchi impianti elettrici” ha perso la vita un artigiano 45 enne e con lui è rimasto ferito un 18 enne di origine albanese iscritto a un istituto tecnico della zona. Lo studente e il lavoratore erano entrambi sulla gru su cui stavano lavorando quando questa, all’improvviso, è precipitata: l’uomo è morto sul colpo mentre il ragazzo fortunatamente ha riportato solo varie lesioni e fratture alle gambe.
Nel maggio 2018 a Pavia di Udine (Udine), un piccolo centro a pochi chilometri da Lauzacco in cui ha perso la vita Lorenzo, già nel 2018 si era registrato un altro grave incidente sul lavoro ai danni di uno studente sedicenne che è rimasto gravemente ferito. Il ragazzo, che frequentava un Centro di Formazione Professionale di Pavia di Udine, era in stage alla “Emmebi”, un’azienda di alluminio e stava utilizzando una fresa, che gli ha amputato una mano e il polso.
Nel giugno del 2018 a Montemurlo (Prato) ancora un 17 enne, stavolta iscritto a un istituto tecnico di Pistoia, è rimasto ferito durante lo stage presso un’officina meccanica. Il giovane stava usando un trapano a colonna che gli ha tranciato una falange dell’anulare sinistro.
Nel febbraio 2020 a Genola (Cuneo) uno studente di 17 anni che frequentava il corso di “Tecnico riparatore veicoli a motore” presso la scuola di formazione professionale Afp di Verzuolo è rimasto schiacciato dall’improvvisa uscita dal binario di una pesante cancellata in ferro mentre svolgeva lo stage di alternanza scuola-lavoro presso la ditta Emmeti Mondino Trattori di Genola.
Nel giugno 2021 a Rovato (Brescia) uno studente di 16 anni è caduto da un’altezza di cinque metri riportando gravi ferite mentre si trovava su una piattaforma area installata per montare uno striscione pubblicitario. Ricoverato in ospedale in condizioni “estremamente gravi”. Il ragazzo è riuscito miracolosamente a sopravvivere.
Per tutto ciò, non basta esprimere “profondo dolore”, piangere lacrime di coccodrillo e imporre a tutti “il rispettoso silenzio” per la morte di un giovane studente di soli 18 anni, come hanno dichiarato il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, il governatore fascio-leghista del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen.
Fin dalla sua istituzione noi marxisti-leninisti siamo stati fermamente contrari sia all'alternanza scuola lavoro che ai PCTO. Non si tratta di “un'esperienza formativa che va profondamente rivista”, come sostengono Fiom-Cgil nazionale e la Fiom-Cgil di Udine, ma immediatamente abolita perché si tratta di puro sfruttamento lavorativo per fornire mano d'opera gratis ai padroni, che non ha nulla a vedere con il sacrosanto diritto allo studio ed è sempre più spesso completamente slegato dalla didattica e dal percorso di studi scelto dagli studenti.
Domenica 23 gennaio in Piazza del Pantheon a Roma centinaia di studenti al grido "Non siamo noi i criminali, i criminali sono quelli che hanno ammazzato Lorenzo" hanno dato vita a una combattiva manifestazione di solidarietà per Lorenzo rivendicando il “blocco dell'alternanza scuola lavoro e per far ripartire la lotta degli studenti in tutta Italia”.
Nel corso della protesta, indetta dal Movimento studentesco Lupa, gli studenti hanno provato a organizzare un corteo diretto verso il ministero dell'Istruzione ma sono stati violentemente caricati a suon di manganellate dal cordone di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa.
Nonostante i feriti, i manifestanti, per nulla intimoriti, hanno continuato la protesta e alla fine la questura è stata costretta a autorizzare il corteo che è sfilato fino a Viale Trastevere sotto la sede del Miur.
In post su Instagram, il collettivo politico degli studenti medi di Opposizione Studentesca d’Alternativa (Osa ) sottolineano come: “Nonostante le cariche, nonostante la repressione gli studenti si conquistano il corteo e arrivano al Miur. Sappiamo chi sono i responsabili della morte di Lorenzo. La nostra mobilitazione continua, per il blocco dell'alternanza e per far ripartire la lotta degli studenti in tutta Italia a partire dall'assemblea nazionale del 5 febbraio indetta dal Movimento Lupa”.
“Non sarà questa repressione a fermarci – hanno ribadito sui social le studentesse e gli studenti del Movimento Lupa - la forza di migliaia di compagni si riverserà nelle strade e nelle piazze della capitale, la voce di migliaia di studenti non passerà inosservata e squarcerà lo Stato di silenzio che ha causato la morte di Lorenzo”.
26 gennaio 2022