Presenti tra i caporioni di FN e ex AN il braccio destro di Castellino
Apologia di nazifascimo: la svastica sulla bara della militante di FN
Governo e istituzioni stanno a guardare e evitano di mettere al bando le organizzazioni neofasciste

 
Lunedì 10 gennaio a Roma, sul sagrato esterno della chiesa di Santa Lucia in circonvallazione Clodia, appena celebrato il funerale, la bara di una militante di Forza Nuova è stata avvolta in una bandiera nazista. Ai lati, decine di neofascisti l'hanno salutata con il saluto romano, mentre i tre “presente!” si levavano in risposta al grido scandito del nome della “camerata”.
Il video pubblicato dal giornale on-line Open è diventato “virale” sul web, finendo anche per essere rilanciato dalla CNN sull’home page del proprio sito internet, così come su gran parte della stampa italiana. I media nostrani però si sono concentrati più a coprire le responsabilità della curia romana e a sottolineare la pur legittima presa di posizione della famiglia della defunta, che per analizzare un fenomeno pericoloso e intollerabile in un Paese che sa bene cosa sia il nazifascismo.
Naturalmente la procura ha già aperto un fascicolo dal quale usciranno i primi indagati; i reati contestati dovrebbero essere l'apologia di fascismo aggravata dalla legge Mancino, probabilmente insieme al vilipendio della religione di Stato viste le polemiche che hanno travolto anche la Chiesa. L'indagine è un passaggio formale e necessario, che però non basta poiché queste misure isolate e sporadiche, messe in atto solo nei casi più clamorosi e comunque in qualche modo “denunciati”, non riescono a frenare un andazzo pericoloso che non accenna a fermarsi, ma che al contrario si moltiplica proprio perchè alimentato dalla legittimità istituzionale di fatto della quale godono i movimenti neofascisti nell'Italia Repubblicana.
 

Le critiche dei parrocchiani
La parrocchia di Santa Lucia ha naturalmente preso le distanze dall'episodio che sarebbe avvenuto senza nessuna autorizzazione da parte del parroco né del sacerdote celebrante, entrambi all’oscuro di quanto stava per accadere; la curia stigmatizza il simbolo della svastica che riconduce “a ideologie estremiste lontane dal messaggio del Vangelo di Cristo”.
Nella parrocchia però i sacerdoti sono messi giustamente sotto accusa poiché, pur vedendo cosa stava accadendo, non sono intervenuti per interrompere l’iniziativa neonazista. In sostanza, dicono i fedeli, se ne sono accorti, ma non se la sono sentita di interrompere un tale scempio. E hanno ragione.
Dall'episodio prende le distanze anche il Vicariato di Roma definendo l'atto intollerabile; e allora cosa aspetta la Chiesa ad unirsi al coro che chiede lo scioglimento dei partiti neofascisti? Non è in ballo la conoscenza fra i fedeli dei “mali” del nazifascismo (che in certi ambienti dovrebbero essere ben noti), quanto la pericolosità dei neofascisti di oggi e del loro sdoganamento istituzionale.
 

Un ritrovo neofascista alla luce del sole
Insomma, stavolta siamo di fronte non solo all'ennesimo funerale che diventa l'occasione per fare apologia e propaganda del nazifascismo, ma anche ad una vera e propria “reunion” di tanti gruppi della galassia neofascista che alla luce del sole legittimano la loro esistenza e la loro agibilità politica.
Al funerale infatti, tra i resti di Forza Nuova dopo l'arresto dei suoi fondatori Roberto Fiore e Giuliano Castellino per l'invasione alla Cgil dello scorso ottobre, ad omaggiare la salma dell'ex candidata forzanovista – ma soprattutto quell'ideologia - era presente anche Stefano Schiavulli, braccio destro di Castellino, neofascista di prim'ordine in seno a Forza Nuova e a “Militia”, organizzazione condannata sia per apologia del fascismo che come associazione a delinquere.
A salutare a braccio teso c'era anche Vincenzo Nardulli, riferimento del fascio romano e ex militante nero di Avanguardia Nazionale (movimento politico dichiarato illegale e sciolto nel 1976 per “ricostituzione del disciolto partito fascista” dopo 16 anni al servizio dei servizi segreti, dello stragismo di stato, della 'ndrangheta e della CIA) e ora esponente di Comunità d'Avanguardia. Non mancavano neppure militanti della Rete dei Patrioti, nata da una costola di Forza Nuova, e di Magnitudo.
 

Un coro di sdegno che però non si concretizza nello scioglimento dei gruppi neofascisti
Con un video che ha testimoniato un fatto oggettivamente così grave, era naturale che piovessero critiche da più parti. Oltre all'ANPI che attraverso il presidente romano dell'associazione Fabrizio De Sanctis ha affermato che “Gli episodi di apologia di nazismo e fascismo iniziano e essere tanti e sono sintomo del degrado e del declino che stiamo vivendo”, si è espresso immediatamente il direttore dell'Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri) che accusa: “Siamo preoccupati dal clima che si respira nel Paese. Dopo l'assalto alla Cgil, è inconcepibile che gruppi di estrema destra, che in Italia godono anche di spazi del Demanio pubblico per portare avanti il pensiero fascista, possano sentirsi liberi di manifestare tranquillamente ideologie vietate dalla Costituzione”.
Anche il deputato PD Emanuele Fiano, ha tuonato parole forti contro il nazismo, così come l'ex sindaca di Roma Virginia Raggi che ha rilanciato la necessità di applicare la Legge Scelba nei confronti di “questa forza politica", tramite l'emanazione di un decreto che le impedisca di muoversi legittimamente. Eppure i loro partiti cosa fanno in realtà affinché il governo esegua effettivamente questa misura? Nei fatti oggi PD e 5 Stelle sostengono assieme alla destra e in toto il governo Draghi, che non scioglie Forza Nuova, e che così facendo, in concreto la protegge e la legittima.
 

Sciogliere tutti i movimenti neofascisti, non solo Forza Nuova
Sarebbe caricaturale se non fosse in realtà così grave la dichiarazione dell'avvocato Carlo Taormina, difensore di Fiore e Castellino, che in riferimento alla bandiera nazista ha affermato: ”Quelli che l'hanno messa lì dovrebbero finire in galera. Sono dei terroristi, perché l'apologia di fascismo è terrorismo”.
Ma lo stesso Taormina è nientemeno che il ministro della giustizia del “Governo di Liberazione Nazionale”, il governo parallelo promosso proprio da Forza Nuova nello scorso ottobre che vedeva fra gli altri anche lo stesso Fiore nelle vesti di ministro degli Esteri, Augusto Sinagra (noto per aver difeso Licio Gelli) nel ruolo di ministro degli Interni e lo stesso Giuliano Castellino. Un governo eversivo, che nella sua nota avrebbe dovuto “salire al Colle per chiedere formalmente a Mattarella lo scioglimento dei due rami del Parlamento”.
Una bella faccia tosta, ma l'opportunismo fascista è sempre lo stesso di quando Mussolini, per sfuggire ai partigiani sulle rive del Lago di Como, svestì l'uniforme fascista per indossare quella nazista, nel tentativo di confondersi in una pattuglia di soldati tedeschi. In questo caso Taormina fa lo stesso, provando a tracciare un solco che non c'è fra Forza Nuova e il nazismo al quale essa e gli altri gruppi neofascisti si rifanno in contenuti e simbologia. In galera in realtà dovrebbero finire tutti, Taormina compreso.
Naturalmente lo scioglimento di Forza Nuova è urgente e necessario, ma altrettanto fondamentale è mettere al bando tutti gruppi neofascisti, da Casapound ai meno noti, senza escluderne nessuno inserito nell'importante indagine fatta dall'ANPI nazionale dal titolo “Galassia Nera” che elenca pagine web o profili social di numerose organizzazioni tutte riconducibili all'apologia del fascismo e rigurgiti simili.
Infatti il riciclaggio dei fascisti in uno o nell'altro movimento (e lo testimonia il già citato Nardulli) è una prassi consolidata che consente al fascismo di avere sempre nuove case e nuova linfa, in particolar modo se foraggiata con soldi pubblici come nel caso dei fascisti istituzionalizzati di Fratelli d'Italia, e se difesa e protetta dall'immobilismo del governo Draghi come accade oggi senza vergogna. In estrema sintesi, se nulla si sblocca su questo fronte, la responsabilità è del governo Draghi e di questi partiti, inclusi quelli che si definiscono antifascisti ma che in realtà professano un antifascismo di facciata continuando a tollerare la presenza dei movimenti neofascisti di ogni ordine condividendone ad esempio gli stessi salotti televisivi come si usa fra “colleghi”, accettandone nei fatti le iniziative di propaganda, non facendo nulla per fermare le loro azioni violente fisiche e verbali, e accettando il fatto che essi possano comunque presentare i propri simboli nelle liste elettorali e essere eletti. Il tutto al netto di qualche dichiarazione dai toni più o meno alti in base alla circostanza che serve per ottenere un po' di visibilità antifascista, ma alla quale poi nessuno osa poi dare gambe.

2 febbraio 2022