Presa di posizione congiunta della Cellula “F. Engels” della Valdisieve e dell'Organizzazione di Vicchio del Mugello (Firenze) del PMLI
Abolire il “Giorno del ricordo”, insegnare la Resistenza nelle scuole
Sciogliere subito Forza Nuova, CasaPound e tutti i gruppi neofascisti
Prosegue anche in Mugello e Valdisieve, come d'altronde nel resto d'Italia, la menzognera campagna in occasione del “Giorno del ricordo”; una celebrazione artefatta, portata avanti sia a livello istituzionale che dalle forze politiche della destra e della “sinistra” che siedono in parlamento, per celebrare in chiave revisionista e anticomunista le foibe e “l'esodo” degli italiani di Istria e Dalmazia alla fine della 2ª guerra mondiale.
Premettendo che l'Istria e la Dalmazia non sono mai state terre “italiane”, dopo la fine del 1° conflitto mondiale imperialista furono illegalmente occupate dall'esercito italiano che, comportandosi da colonizzatore, scelse la strada dell'assimilazione forzata e brutale basata sull'annientamento del popolo slavo; ciò accadde in particolar modo con l'avvento del fascismo, attraverso l'espropriazione di case e terre, saccheggi, all'imposizione dell'italiano come unica lingua ufficiale, e con vere e proprie operazioni di pulizia etnica seguite da insediamenti di coloni italiani.
Nel 1941 si ha l'aggressione militare alla Jugoslavia da parte dei nazifascisti che perpetrarono spesso assieme all'esercito di Mussolini, indicibili massacri tra la popolazione nelle zone da questo occupate con repressioni, stragi, incendi di villaggi e massicce deportazioni nei campi di concentramento dove vi furono decine di migliaia di morti per fame, malattie e violenze.
Quelle terre furono liberate grazie all'eroica lotta delle brigate partigiane jugoslave alle quali si unirono anche moltissimi italiani civili ed ex militari. Una Resistenza così forte che liberò la costa dalmata, l'Istria e le città di Trieste e Gorizia nella primavera del 1945, ben prima dell'arrivo delle truppe “alleate”. Alla fine l'occupazione nazifascista della Jugoslavia costò a quel popolo un milione di morti e altri 700mila caduti nella lotta di Liberazione. Soltanto alla fine della guerra gli slavi poterono riprendere possesso delle proprie case e terre.
Il “Giorno del ricordo” istituito dalla legge votata in modo bipartisan dalla destra e dalla “sinistra” del regime neofascista del 2004 è una colossale mistificazione dei fatti, perché distorce e ribalta completamente la realtà storica sia nei numeri che nel merito. Nei numeri perché gli “infoibati” certi furono alcune centinaia e non certo le cifre esorbitanti propagandate ad arte dai fascisti di ieri e dai revisionisti di oggi, nel merito perché si trattò prevalentemente di fascisti italiani, slavi collaborazionisti e criminali nazisti che ne avevano combinate di “tutti i colori”.
Relativamente all'esodo, nessun italiano venne espulso o costretto ad andarsene; si trattò di fughe volontarie, e la prova che non ci fu nessuna “pulizia etnica” da parte dei comunisti di Tito come vogliono far credere i sostenitori del “Giorno del ricordo”, è testimoniata dal fatto che circa la metà della popolazione italiana che era residente al tempo scelse di restare, fondendosi con la popolazione jugoslava. L'esodo infatti riguardò prevalentemente elementi anticomunisti e collaboratori degli occupanti nazifascisti che fuggirono al giudizio delle loro vittime. Si trattò per lo più di occupanti, la cui condotta aveva causato 13mila uccisi fra partigiani e civili, 26mila deportati in campi di concentramento, 83 condanne a morte, 434 ergastoli, 2.695 pene detentive per un totale di 25.459 anni fra la popolazione slava.
Insomma, il “Giorno del ricordo”, creato artatamente in contrapposizione alla “Giornata della Memoria”, è un chiaro “cavallo di Troia” del revisionismo storico che di fatto riabilita il fascismo e riscrive la storia ad uso e consumo del regime neofascista imperante sotto tutti i punti di vista. È questa riscrittura della storia che ha portato ad esempio alla risoluzione dell'europarlamento del 2019 che accomuna il comunismo al nazismo e vieta l'uso dei simboli comunisti, vale a dire che mette sullo stesso piano i fascisti con coloro che hanno dato un contributo determinante alla Liberazione del continente dal mostro nazifascista. In Italia infatti non sono certo mancati i tentativi, da parte in particolare di Fratelli d'Italia, di mettere in pratica questa risoluzione europea chiedendo lo scioglimento di due partiti che hanno come simbolo la falce e martello, fra i quali il PMLI. Non a caso si tratta della stessa forza che quest’anno, con l’appoggio del “centro-destra”, ha proposto una mozione comune e condivisa a favore del “Giorno del ricordo” in molti comuni del Mugello-Valdisieve al fine di “celebrare e tramandare la memoria dei nostri connazionali costretti all'esodo (…) oltre alle migliaia che sono stati uccisi, spesso gettati ancora vivi nelle foibe, dai partigiani comunisti titini”.
Per tutti questi motivi invitiamo la popolazione, a partire da quella democratica e antifascista, a ragionare con la propria testa e a non abboccare a questa subdola campagna anticomunista e bugiarda. I consiglieri comunali antifascisti dei comuni del nostro territorio dovrebbero bocciare e non avallare questa operazione di revisionismo storico imbastita dai fascisti di ieri e di oggi, anche solo nel rispetto della memoria e dell'azione della Resistenza; chiediamo loro di non votare né oggi né mai le iniziative che la riguardano, così come di opporsi quando giungeranno pressioni per portare il “Giorno del ricordo” anche all'interno delle scuole, come accade già in altri territori. Nelle scuole si continui ad insegnare la Resistenza, i suoi protagonisti, le sue lezioni e i suoi insegnamenti, magari intensificando le collaborazioni con le ANPI. Ce n'è come non mai un gran bisogno.
A livello nazionale chiediamo al governo Draghi un'immediata applicazione della XII disposizione finale e transitoria della Costituzione e della legge Scelba, e il conseguente scioglimento dei gruppi neofascisti, ad iniziare da Forza Nuova e CasaPound, come richiesto a gran voce da centinaia di migliaia di antifascisti scesi in piazza dopo l'assalto alla sede nazionale della CGIL a Roma del 9 ottobre scorso. Altrimenti Draghi, ha un ottimo motivo in più per essere mandato a casa!
Abbasso il fascismo! Viva il socialismo! Viva la Resistenza
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Partito marxista-leninista italiano
Cellula “F. Engels” della Valdisieve
Organizzazione di Vicchio del Mugello
8 febbraio 2022