In risposta alle provocazioni della ministra col manganello Lamorgese e alle imposizioni del ministro dell'Istruzione Bianchi sull'esame di maturità
Gli studenti non mollano la piazza e moltiplicano le occupazioni
Nonostante la brutale repressione e i tentativi da parte del governo e della ministra col manganello Lamorgese di criminalizzare la loro sacrosanta protesta contro lo sfruttamento dell'alternanza scuola-lavoro e i criteri imposti dal ministro dell'Istruzione Bianchi che ha confermato la reintroduzione della seconda prova scritta per il prossimo esame di maturità senza tenere minimamente conto dei due anni di scuola persi a causa del Covid, il movimento degli studenti non molla la piazza e intensifica le occupazioni delle scuole a Torino, Milano e Roma.
L'11 febbraio in oltre dieci città gli studenti sono scesi di nuovo in piazza al grido di “Lorenzo Vive!!!”, in segno di solidarietà con il giovanissimo studente di Udine morto durante l’ultimo giorno di stage di alternanza scuola-lavoro, e per chiedere fra l'altro l'abolizione della direttiva Lamorgese che limita il diritto di manifestare e che è stata usata a giustificazione delle manganellate agli studenti il 23 e il 28 gennaio a Roma, Torino, Milano e Napoli e l’introduzione dei codici identificativi per le “forze dell'ordine” e per denunciare pubblicamente i metodi repressivi utilizzati dai presidi manager per far cessare le occupazioni degli istituti a suon di ritorsioni, minacce e sanzioni disciplinari.
A Roma
, all'indomani del fallito tentativo del ministro Bianchi di istituzionalizzare e dividere gli studenti convocando al ministero solo le consulte degli studenti e non tutti i rappresentanti del movimento studentesco, centinaia di ragazze e ragazzi hanno risposto alla chiamata de La Lupa e della "Rete degli studenti medi" romani con una partecipata e manifestazione sotto al ministero dell'Istruzione per denunciare pubblicamente che: “Quella del ministro Bianchi con le Consulte degli studenti è una falsa apertura. Vogliamo un incontro vero, aperto a tutte le associazioni che hanno organizzato la mobilitazione dello scorso 4 febbraio e che hanno portato in piazza più di 100 mila studenti”.
A Milano
un migliaio di studenti sono sfilati in corteo da Da largo Cairoli fino a piazza Missori, vicino alla sede lombarda di Confindustria, teatro dei violenti pestaggi della polizia di due settimane fa.
A Torino
la mobilitazione si è estesa anche negli istituti dell'Iterland, a Moncalieri e a Nichelino, con nove scuole occupate. A Milano dopo il Carducci, il Vittorio Veneto e il Boccioni è stato occupato anche il liceo Beccaria.
A Bologna
alcune centinaia di ragazze e ragazzi provenienti da una ventina di scuole superiori hanno manifestato in Piazza Maggiore. Tra le rivendicazioni principali chiesti anche maggiori investimenti per la sicurezza degli edifici scolastici.
Altre manifestazioni, cortei e presidi di protesta si sono svolti a Crema in Piazza Duomo; a Brescia in Piazza Paolo VI; Pescara in Piazza Salotto; Novara in Piazza Matteotti; Campobasso alla Villetta Dei Cannoni; a L'Aquila Palazzo dell'Emiciclo e a Perugia presso la sede dell'Ufficio scolastico regionale. Mentre a Udine, in Piazza 1° Maggio e a Lanciano in Piazza Del Plebiscioto, si sono tenute due assemblee pubbliche.
Mentre per venerdì 18 febbraio è stata confermata la grande manifestazione nazionale indetta dall'assemblea nazionale della Lupa contro il capitalismo, il governo Draghi e la scuola dei padroni.
16 febbraio 2022