A Torre Annunziata
Il sindaco PD Ascione indagato si dimette
È accusato di concorso esterno in associazione camorristica, corruzione e traffico di influenze. Indagati anche membri del Consiglio comunale
Redazione di Napoli
Nella mattinata di mercoledì 9 febbraio i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia hanno disposto un blitz presso il comune di Torre Annunziata (Napoli).
Valentina Sincero e Ivana Fulco, coordinati dal procuratore capo Giovanni Melillo e dall’aggiunta Rosa Volpe, hanno indagato dodici elementi della giunta antipopolare guidata da Vincenzo Ascione (PD). Oltre ad Ascione sono stati raggiunti dall’avviso di garanzia l’ex vice sindaco Luigi Ammendola (già arrestato per tangenti), l’ex presidente del Consiglio comunale Rocco Manzo e quello in carica Giuseppe Raiola, l’assessore al porto Luisa Refuto, l’ex assessore Gioacchino Langella, il consigliere Maria Oriunto, e l’ex dirigente Utc Nunzio Ariano, tuttora ai domiciliari, e pregiudicato con tanto di condanna a 6 anni per le mazzette spillate su alcuni appalti assegnati senza gara.
Le accuse sono gravissime: concorso esterno in associazione camorristica e corruzione con l’aggravante camorristica, con il rischio di scioglimento per infiltrazioni camorristiche dello stesso comune. Trade-union con i loschi affari della camorra locale la figura di Salvatore Onda, cognato della consigliera comunale e indagata Maria Oriunto e nipote del killer del sanguinoso clan Gionta, Umberto, inquadrato nelle indagini come referente del clan per i fondi Pnrr come dimostrano le intercettazioni telefoniche tra l’altro anche con il sindaco Ascione in persona.
L’inquisito Onda avrebbe “un ruolo chiave nella vita politica di Torre Annunziata, costituendo l’elemento di raccordo e collegamento tra amministratori pubblici del comune di Torre Annunziata, consiglieri regionali e imprenditori che gestiscono i vari servizi concessi in appalto dal Comune”, al punto da esercitare “un’influenza costante, con altrettanto costante opera di condizionamento” sulle scelte gestionali e sulle nomine degli assessori.
Mentre il PD chiede in colpevole ritardo lo scioglimento della giunta nonostante una vera e propria responsabilità politica per omesso controllo proprio su Ascione, quest’ultimo in un primo momento decideva di non dimettersi Soltanto il 16 febbraio rassegnava le dimissioni da sindaco, dopo sette giorni.
“Il provvedimento - scrive il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso - è finalizzato a sottoporre a sequestro l’originale di una delibera di giunta municipale, per verificare, alla stregua delle indagini sin qui espletate, l’autenticità di una delle firme alla stessa apposte”.
L’area sud metropolitana della provincia di Napoli vive un’altra situazione di possibile scioglimento per infiltrazioni camorristiche. Infatti la riunione del Comitato per l’ordine e sicurezza pubblici il 23 dicembre scorso presso la prefettura di Napoli ha portato alla richiesta di scioglimento per gravi infiltrazioni camorristiche il comune di Castellammare di Stabia, guidato dall’ottobre del 2018 dalla casa del fascio e dal neopodestà Gaetano Cimmino (già dirigente del PD stabiese, poi passato a Berlusconi). Infiltrazioni che hanno riguardato il campo dell’edilizia pubblica e il grande interesse della delinquenza organizzata per gli appalti e i collegamenti parentali sia con la maggioranza che sostiene la giunta ma anche con la minoranza. Soprattutto ora che stanno arrivando i famigerati 56 milioni di euro dal fondo del Pnrr e perché le elezioni a Castellammare di Stabia saranno nel 2023.
23 febbraio 2022