L'Inno della Resistenza ucraina sull'aria di Bella Ciao
La ventinovenne cantante folk ucraina Khrystyna Ivanivna Soloviy, che gode di una notevole notorietà nel suo Paese, ha postato su Twitter un video in cui canta, accompagnata da una chitarra, una nuova versione dell’aria di Bella Ciao, l'inno della Resistenza italiana che è stato recentemente utilizzato, per supportare battaglie progressiste, anche dal movimento antirazzista statunitense Black Lives Matter e da Greta Thunberg nella sua lotta contro i cambiamenti climatici.
La cantante ucraina, che ha scritto un nuovo testo sulla musica di Bella Ciao, ha commentato così il post: “è la mia versione di una canzone popolare italiana. La dedico ai nostri eroi, alle forze armate e a tutti coloro che ora stanno combattendo per la loro patria”.
Il nuovo testo della canzone, intitolato “L'ira ucraina”, suona così:
“Una mattina presto, senza preavviso.
La terra iniziò a tremare e il sangue ci fece ribollire.
Missili che scendevano, carri armati senza fine.
Il vecchio fiume Dnipro ruggì con rabbia.
Missili che scendevano, carri armati senza fine.
Il vecchio fiume Dnipro ruggì con rabbia.
Nessuno immaginava, nessuno si aspettava
quella che poteva essere la vera rabbia del popolo ucraino.
I nemici maledetti senza pietà li distruggiamo.
Quei nemici maledetti che la nostra terra invadono.
I nemici maledetti senza pietà li distruggiamo.
Quei nemici maledetti che la nostra terra invadono.
Le nostre difese hanno i migliori ragazzi.
Solo veri eroi combattono nell’esercito ucraino.
E i javelin e i bayraktar combattono per l’Ucraina e uccidono i russi.
E i javelin e i bayraktar combattono per l’Ucraina e uccidono i russi.
E il nostro potente popolo, la gente dell’Ucraina
ha già unito il mondo intero contro i russi.
E molto presto li sconfiggeremo.
Presto li distruggeremo.
E conquisteremo la nostra libertà.
E ci sarà di nuovo la pace.
Presto li distruggeremo.
E conquisteremo la nostra libertà.
E ci sarà di nuovo la pace”.
I “javelin” ai quali il testo si riferisce sono lanciarazzi anticarro, mentre i “bayraktar” sono droni militari, entrambi in uso all'esercito ucraino.
Le parole, come si vede, non presentano lo stesso carattere fortemente anti nazifascista che permea il testo originario di Bella Ciao, ma è significativo che la musica di Bella Ciao, simbolo della Resistenza italiana, venga comunque adottata per invocare la liberazione del popolo ucraino dall'occupazione imperialista russa, una forma di brutale oppressione paragonabile a quella che vide l'Italia sotto il nazifascismo.
16 marzo 2022