Intervento di Enrico Chiavacci al direttivo regionale toscano FISAC CGIL
“Per scongiurare l'inevitabilità della guerra, occorre porre fine al capitalismo”

Pubblichiamo estratti dell'intervento del compagno Enrico Chiavacci al direttivo regionale Toscano della FISAC Cgil svoltosi il 18 marzo scorso.
 
Dopo avervi informato della manifestazione nazionale del 26 marzo a Firenze promossa dal Collettivo di Fabbrica della GKN e dopo gli aggiornamenti che vi devo dal settore del Credito Cooperativo, mi soffermo sulla guerra, cercando di aggiungere qualcosa a quello che è stato già detto.
L'Italia, dopo essere entrata in guerra – come quasi tutti Paesi europei – con l'invio di armi in Ucraina, adesso fa un ulteriore passo in avanti; il governo Draghi infatti, pressoché all'unanimità, ha aumentato di un terzo l'ammontare delle spese militari che salgono dunque a 38 miliardi di euro e, se non bastasse, ha allertato giusto ieri con una circolare l'Esercito all'operatività di guerra.
Draghi dunque, al contrario di quanto è stato detto, è pervenuto, facendo ulteriormente a brandelli la stessa Costituzione più volte citata, ma che oggi di fatto non esiste più; Costituzione che come ormai sapete, non rappresenta per me la panacea di tutti i mali nemmeno fosse applicata nella sua totalità.
Allo stesso modo è pervenuta l'Ue – altro che una organizzazione equidistante che tace – che da anni si sta riarmando per consolidare un esercito europeo che possa competere a livello internazionale, e in maniera particolarmente forte lo ha fatto il nostro Paese dai tempi del governo Renzi in poi, capofila della missione in Libia.
L'Ue che si rafforza militarmente in una ottica di rafforzamento della Nato, perché questo è il “nostro” blocco imperialista di riferimento, che non è migliore né peggiore della Russia putiniana quando si parla di occupare militarmente territori sovrani e bombardare civili inermi. Oggi naturalmente è la Russia che deve essere isolata perché il suo governo è fascista e aggressore.
Il riproporsi costante della guerra in ogni parte del mondo deriva dal fatto che vige ovunque il sistema economico capitalista, che diventa per sua natura sempre più aggressivo e che continua la sua politica economica con le armi. Le guerre fanno morti e profitti, ecco perché dovremmo iniziare a dividere la società in orizzontale, anziché in verticale: non nazione contro nazione, ma i popoli di tutte le nazioni fatti di lavoratrici e lavoratori, giovani, donne, disoccupati e pensionati, contro gli oligarchi, la grande borghesia economica e finanziaria ed il padronato.
I primi in tutto il mondo odiano la guerra, non la farebbero mai perché hanno bisogno di vivere in pace e in armonia, mentre i secondi la fanno sempre quando serve loro sulla pelle dei popoli, e in tempi di “pace” continuano comunque a sfruttare e ad affamare i loro stessi popoli e quelli che dominano.
Allora oggi, bene l'accoglienza, nella speranza che quella eccellente offerta ai rifugiati ucraini sia d'esempio alle prossime che vedranno ancora pelle più nera, magari extracontinentale, ma finché non piegheremo gli imperialismi saremo costretti a leccare ferite che continueranno a sanguinare.
Oggi bene la solidarietà, ma se questo mondo, questa spirale non ci sta bene come ho sentito in tutti gli interventi che mi hanno preceduto, allora non possiamo accontentarci di inviare 10 euro al mese ad una Onlus umanitaria, perché le sofferenze dei popoli continueranno comunque.
Chiudo con una citazione: “per scongiurare l'inevitabilità della guerra, occorre porre fine al capitalismo”. Vi pare difficile? Certamente lo è. Ma allora vi pongo una seconda domanda: qual è per ciascuno di voi la vera utopia, lavorare in questa direzione per abbattere il capitalismo che è la causa di tutte le ingiustizie sociali, incluse le guerre, e conquistare una società diversa da capo ai piedi che per me è il socialismo, oppure astenersi dal combatterla accettandola nei fatti, nella speranza che giunga un giorno quel “capitalismo dal volto umano” che la storia costantemente smentisce categoricamente coi fatti?
A mio modestissimo avviso è l'ora di iniziare a fare questo ragionamento anche in FISAC.
Buon lavoro a tutti.

30 marzo 2022