Ristabilire la verità storica
L'Ucraina non subì ma contribuì alla nascita dell'Urss
Nel 1922 l'Urss vide la luce grazie all'adesione libera, volontaria e paritaria delle Repubbliche socialiste sovietiche di Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia
È falso affermare, come sostengono gli anticomunisti, che l'Ucraina abbia subito la dominazione dell'Unione Sovietica in quanto è vero l'esatto contrario, cioè che l'Ucraina, dopo essersi data una forma statale socialista a seguito della vittoria della rivoluzione proletaria, contribuì da protagonista - insieme a Russia, Bielorussia e Transcaucasia, dove parimenti il socialismo aveva trionfato - alla nascita e allo sviluppo della stessa Unione Sovietica.
L'aspirazione dell'Ucraina all'indipendenza nel contesto delle rivoluzioni di Febbraio e di Ottobre
Il 1917 - penultimo anno della prima guerra mondiale che vedeva dal 1914 l'Impero Russo impegnato rovinosamente contro l'Impero Tedesco, quello Austro-Ungarico e quello Ottomano oltre che contro il Regno di Bulgaria - fu determinante non soltanto per i popoli della Russia, ma per tutte le nazionalità che vivevano entro i confini di quell'immenso impero.
L'imperatore Nicola II – a seguito delle sempre più pressanti manifestazioni e scioperi che si svolgevano soprattutto nelle grandi città industriali dell'impero e soprattutto a Pietrogrado, dove le truppe incaricate di soffocare la protesta solidarizzarono con i manifestanti – fu costretto ad abdicare il 15 marzo 1917 a favore del fratello, il quale, però, non accettò: era la fine della monarchia e la proclamazione, due giorni più tardi, della Repubblica Russa a capo della quale si insediò un governo provvisorio di orientamento liberale presieduto dal principe Georgij Evgen'evič L’vov, il quale decise di continuare la guerra contro i tre imperi.
I bolscevichi, guidati da Lenin, furono l'unica forza politica che rifiutò ogni partecipazione al potere, sul presupposto che la Russia dovesse immediatamente uscire dalla guerra e che solo la classe operaia, alleata agli strati più poveri delle masse rurali, potesse assumere la guida della trasformazione del paese.
Al potere legale del governo borghese di L'vov si sovrapponeva – e in realtà, politicamente, si contrapponeva – il potere dei soviet, organismi locali di democrazia proletaria nati dopo la Rivoluzione del 1905, che emanavano disposizioni normative quasi sempre in contrasto con le leggi promulgate dal governo di L'vov.
Lenin, sin dal suo rientro in Russia dall'esilio svizzero, pubblicò un documento in dieci punti denominato 'Tesi di aprile', apparse sulla Pravda il 20 aprile 1917, quattro giorni appena da quando il grande rivoluzionario era arrivato alla stazione Finlandia di Pietrogrado, accolto trionfalmente dal canto dell'Internazionale intonato sulla musica della Marsigliese.
La prima tesi affronta il problema della guerra in corso: “nel nostro atteggiamento verso la guerra, che, da parte della Russia, anche sotto il nuovo governo di Lvov e soci, rimane incontestabilmente una guerra imperialistica di brigantaggio, in forza del carattere capitalistico di questo governo, non è ammissibile la benché minima concessione al 'difensismo rivoluzionario'
”. Con tale tesi Lenin sconfessa il punto politico fondamentale con il quale si era insediato L'vov.
La seconda tesi è dedicata all'interpretazione politica del ruolo della Repubblica Russa di L'vov: “l'originalità dell'attuale momento in Russia
– afferma Lenin -
consiste nel passaggio dalla prima fase della rivoluzione, che ha dato il potere alla borghesia a causa dell'insufficiente grado di coscienza e di organizzazione del proletariato, alla sua seconda fase, che deve dare il potere al proletariato e agli strati poveri dei contadini
”. Lenin, in altre parole, traccia una netta linea di demarcazione tra la Rivoluzione di Febbraio e quella che alcuni mesi più tardi sarebbe stata la Rivoluzione di Ottobre, ponendo le premesse politiche per quest'ultima.
Nella terza tesi Lenin raccomandava di “non appoggiare in alcun modo il Governo provvisorio
” e nella quarta di “spiegare alle masse che i Soviet dei deputati operai sono l'unica forma possibile di governo rivoluzionario
”: il grande Maestro del socialismo, quindi, considera i Soviet come l'unica forma di governo legale.
La sesta tesi riguardava il problema della rappresentanza locale delle masse dei braccianti agricoli e dei piccoli contadini: “nel programma agrario
– vi si legge -
spostare il centro di gravità sui Soviet dei deputati dei salariati agricoli. Confiscare tutte le grandi proprietà fondiarie. Nazionalizzare tutte le terre del paese e metterle a disposizione di Soviet locali di deputati dei salariati agricoli e dei contadini. Costituire i Soviet dei deputati dei contadini poveri. Fare di ogni grande tenuta (da 100 a 300 desiatine
[la desiatina era un'unità di misura agraria corrispondente a 1,0925 ettari, n.d.r.] circa, secondo le condizioni locali, ecc. e su decisione degli organismi locali) un'azienda modello coltivata per conto della comunità e sottoposto al controllo dei Soviet dei deputati dei salariati agricoli
”. Queste parole di Lenin suscitarono, tra l'altro, vasta eco nel territorio dell'Ucraina che all'epoca aveva un'economia esclusivamente agricola, e incontrarono l'opposizione ferma dei latifondisti e dei contadini ricchi di quell'area, i quali, come si vedrà, appoggiarono la creazione dell'Ucraina indipendente a seguito della Rivoluzione di Ottobre.
Per il momento, tuttavia, i grandi e medi proprietari terrieri ucraini non avevano nulla da temere dalla politica della Repubblica Russa, anche quando – il 21 luglio 1917 - Aleksandr Fëdorovič Kerenskij sostituì L'vov alla guida del governo a seguito del tentativo di colpo di stato del generale Kornilov, contro il quale decisivo fu l'intervento dei bolscevichi di Lenin, che conquistarono la maggioranza nei Soviet di Pietrogrado e di Mosca.
Con questa forza e questo prestigio, i bolscevichi rovesciarono il governo Kerenskij il 7 novembre 1917, quando soldati rivoluzionari e milizie operaie armate conquistarono il Palazzo d’Inverno, sede del governo provvisorio, instaurando un governo rivoluzionario socialista sotto la guida di Lenin, governo che fu riconosciuto dal II Congresso panrusso dei soviet, ossia dall’assemblea dei delegati dei soviet di tutte le province dell’ex Impero russo, per sanzionare l’avvenuta presa del potere.
I bolscevichi, però, vengono contestati da tutte le altre formazioni politiche le quali si appoggiano a generali nostalgici e iniziano subito a contrastare con le armi il governo bolscevico, dando inizio alla guerra civile russa: così, mentre il governo di Lenin – coerentemente con quanto quest'ultimo aveva programmato nelle Tesi di Aprile - iniziavano immediatamente trattative per giungere alla pace con Germania, Austria-Ungheria, Impero Ottomano e Bulgaria, le forze reazionarie legate al regime zarista tentavano di soffocare la rivoluzione socialista.
La travagliata indipendenza dell'Ucraina nel contesto della guerra civile, della prima guerra mondiale e della guerra sovietico-polacca
Fu a seguito del tracollo dell'Impero Russo con la Rivoluzione di Febbraio che a Kiev, il 17 marzo 1917, venne istituita la Central'na Rada, un organo rappresentativo di tipo parlamentare per il governo della regione ucraina che però entrò immediatamente in conflitto con i Soviet locali e con i bolscevichi ucraini che, seguendo l'esempio di Lenin, li appoggiavano e sostenevano l'eliminazione dei latifondi e la nazionalizzazione delle terre, come si è visto nelle Tesi di Aprile.
La Central'na Rada così, dopo la Rivoluzione di Ottobre in Russia, decise a sua volta di proclamare, il 22 novembre 1917, la Repubblica Popolare Ucraina la quale, a dispetto del nome, era controllata da elementi borghesi e si opponeva fermamente alla riforma agraria proposta dai bolscevichi, tanto da decidere l'indipendenza dalla Russia di Lenin il 25 gennaio 1918 al fine di scongiurare la presa di potere da parte dei bolscevichi anche in Ucraina.
I bolscevichi ucraini, però, non si rassegnarono e organizzarono il 17 e 18 dicembre 1917 un Congresso dei Soviet Ucraini a Kiev, ma le autorità che facevano capo alla Repubblica Popolare Ucraina sciolsero la riunione, ed il movimento bolscevico fu costretto a lasciare Kiev e a trovare rifugio a Kharkiv, che a quell'epoca si chiamava Kharkov, dove convocarono il Congresso panucraino dei Soviet e formarono comunque un governo bolscevico proclamando il 25 dicembre 1917, in contrapposizione con la Repubblica Popolare Ucraina, una repubblica socialista che poco più di un anno dopo, il 6 gennaio 1919, avrebbe definitivamente assunto il nome di Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.
La guerra civile tra il governo conservatore di Kiev e quello bolscevico di Kharkiv fu del tutto parallelo e analogo a quanto stava avvenendo in Russia, tenendo presente che nelle zone di confine dell'ex Impero Russo si faceva sentire anche il peso della guerra con la Germania e l'Austria-Ungheria, le quali, approfittando delle difficoltà interne dei territori già soggetti allo zar, avevano già conquistato l'intero territorio polacco e invaso ampie porzioni del territorio delle attuali Ucraina e Bielorussia.
Con la pressione militare del governo bolscevico di Kharkiv a oriente e quella della Germania e dell'Austria-Ungheria nel confine occidentale, la Repubblica Popolare Ucraina inviò una propria delegazione a Brest-Litovsk a sottoscrivere, insieme alla Russia, la pace con gli imperi centrali il 3 marzo 1918.
Nel trattato, per ciò che riguardava il territorio ucraino, la Repubblica Popolare Ucraina consentì che contingenti militari tedeschi entrassero in territorio ucraino per combattere i bolscevichi, fatto che esasperò Lenin e Stalin. Furono loro due, infatti, a condurre una durissima lotta all'interno del partito bolscevico russo affinchè si giungesse alla pace anche al prezzo di sacrificare ampi territori russi al controllo bolscevico, ma allo stesso tempo furono soprattutto loro due a preoccuparsi di quanto stava accadendo in Ucraina, perchè ampi territori di quel Paese furono occupati dai tedeschi che abbatterono la Repubblica Popolare Ucraina per nominare un regime fantoccio interamente composto da cosacchi, il cosiddetto Etmanato, anche esso fortemente ostile ai bolscevichi ucraini.
Dopo la fine della prima guerra mondiale la situazione in Ucraina si fece ancor più confusa in quanto l'Etmanato si sciolse, mentre si costituì il 14 novembre 1918, nei territori già controllati dai tedeschi, un altro governo, il Direttorato, anche esso antibolscevico.
La situazione era resa ancora più confusa dalla costituzione, nei territori di lingua ucraina, della Repubblica Nazionale dell'Ucraina Occidentale con capitale Leopoli, che comprendeva la Galizia, ossia un territorio che aveva fatto parte dell'Impero Austro-Ungarico e che era nato dalla sua dissoluzione. Tuttavia questa entità statale fu effimera, essendo durata da ottobre 1918 a luglio 1919, quando fu incorporata dalla Repubblica Polacca che - sorta alla fine della prima guerra mondiale su territori già appartenenti all'Impero Tedesco, a quello Austro-Ungarico e a quello Russo – dichiarò contemporaneamente guerra, il 14 febbraio 1919, a tutte le repubbliche sovietiche che si erano nel frattempo formate nel territorio dell'ex impero zarista. In questa guerra l'Inghilterra, la Francia, gli Stati Uniti, l'Ungheria, la Romania e la Germania appoggiarono militarmente la Polonia alla quale si unì la neonata Lettonia, e anche nei territori dell'ex impero zarista dove infuriava la guerra civile talvolta le forze antibolsceviche appoggiarono la Polonia nel suo sforzo imperialistico al fine di determinare il crollo del sistema sovietico. Così avvenne in Ucraina, dove i bolscevichi locali aiutarono Lenin e Stalin a contrastare l'aggressione polacca ai territori russi e ucraini, mentre il governo antibolscevico ucraino del Direttorato unì le proprie armi a quelle polacche contro i bolscevichi. La guerra terminò il 18 marzo 1921 con la resa dei bolscevichi, e la Polonia costrinse le repubbliche bolsceviche russa, bielorussa e ucraina alla cessione di territori a proprio favore e a favore della Lettonia, mentre la Repubblica Socialista Sovietica di Lituania venne soppressa e al suo posto fu insediato un regime nazionalista vassallo della Polonia.
Nel frattempo, però, i bolscevichi ucraini, dopo alterne fortune militari, avevano conquistato definitivamente la capitale dell'Ucraina, Kiev, nel febbraio 1919 - costituendo così ufficialmente la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina - e avevano acquisito un immenso prestigio per aver lottato al fianco dei loro compagni russi e bielorussi contro il regime nazionalista polacco, mentre, al contrario, il regime del Direttorato ucraino si era screditato agli occhi dell'opinione pubblica per essersi alleato con l'aggressore del proprio territorio.
Così durante il 1922 le forze bolsceviche riuscirono a sconfiggere definitivamente gli eserciti anticomunisti in quasi tutti i territori già facenti parte dell'Impero Russo, e i popoli che si erano dati un ordinamento politico, giuridico ed economico socialista si accingevano ad unirsi in quella grandiosa esperienza storica che è stata l'Unione Sovietica.
La Repubblica Socialista Sovietica Ucraina
Il primo Congresso panucraino dei Soviet che si svolse a Kharkiv il 24 e 25 dicembre 1917, che è stato richiamato sopra, può essere considerato il vero momento di fondazione dello Stato socialista ucraino, in quanto alla fine dei suoi lavori si stabilì che “viene proclamata in Ucraina la Repubblica dei Soviet dei deputati dei lavoratori, dei soldati e dei contadini
”, stabilendo contemporaneamente l'autogoverno della nazione ucraina e il carattere socialista dello Stato che si voleva realizzare nel territorio di cui si proclamava l'indipendenza. Alla fine dei lavori congressuali furono altresì decisi la creazione di un Segretariato del Popolo, l'elezione di Yukhym Grigorievich Medvedev alla carica di presidente del Comitato esecutivo centrale e fu lanciato un appello al popolo ucraino per la lotta contro la Central'na Rada, della quale veniva denunciato il carattere nazionalista e borghese.
Il Congresso panucraino dei Soviet fu già in grado di emanare direttive di massima destinate a disciplinare l'organizzazione del potere nei territori ucraini, ma bisogna ricordare che la possibilità di esercitare un potere effettivo sul territorio ucraino doveva scontrarsi con il fatto che esisteva in quel momento, sullo stesso territorio, il potere della Repubblica Popolare Ucraina, apertamente contestata dai bolscevichi.
Il motivo per cui il Congresso emanò fondamentalmente direttive programmatiche di carattere generale e non norme giuridiche di dettaglio era dovuto al fatto che il suo controllo sul territorio era ancora ridotto, ma la produzione normativa socialista si fece sempre più corposa a mano a mano che le vittorie militari bolsceviche strappavano territorio ucraino al potere del governo borghese di Kiev.
Dal 17 al 19 marzo 1918 si tenne a Ekaterinoslav (l'attuale città di Dnipro) nell'Ucraina orientale il secondo Congresso panucraino dei Soviet, il quale approvò il trattato di pace di Brest-Litovsk, proclamò formalmente l'indipendenza dell'Ucraina dalla Russia, propose la creazione di una Armata Rossa ucraina per la lotta contro il restaurato potere borghese, adottò misure temporanee sulla socializzazione della terra ed elesse Volodymyr Petrovich Zatons'kyj a presidente del Comitato esecutivo centrale.
Il 6 gennaio 1919 il Governo provvisorio dei lavoratori e dei contadini dell'Ucraina adottò per la prima volta il nome di Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, decisione ratificata ufficialmente nel terzo Congresso panucraino dei Soviet che si tenne a Kharkiv tra il 6 e il 10 marzo 1919. In questa sede fu decisa un'ampia riforma della struttura di governo dell'Ucraina, furono emanate disposizioni per l'Armata Rossa ucraina, fu creato un Commissariato del Popolo per l'approvvigionamento di cibo e fu eletto Grigorij Ivanovič Petrovskij alla carica di presidente del Comitato esecutivo centrale. Ma la decisione più importante di questo terzo Congresso fu la promulgazione della prima Costituzione della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, composta da 35 articoli. L'articolo 4 di tale fondamentale documento giuridico è programmatico, e definisce chiaramente il carattere socialista del nuovo Stato: “rompendo decisamente con il passato, sforzandosi di distruggere, insieme alla divisione della società in classi, anche l'oppressione nazionale e la lotta nazionale, la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina dichiara la sua ferma determinazione a entrare a far parte della Repubblica Socialista Sovietica Internazionale Unita non appena si creino le condizioni per la sua comparsa; allo stesso tempo, la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina dichiara la sua completa solidarietà con le Repubbliche Sovietiche già esistenti oggi e la sua decisione di entrare nella più stretta associazione politica con esse per la lotta comune per il trionfo della rivoluzione comunista mondiale e nella più stretta cooperazione nel campo della costruzione comunista, concepibile solo su scala internazionale
”.
Come si può vedere, il documento giuridico fondamentale del neonato Stato socialista rivendica il carattere nazionale dell'Ucraina e nello stesso tempo professa la sua disponibilità di unirsi ad altri Stati socialisti, avendo chiaramente compreso che il lungo cammino che porta alla costruzione del comunismo può concepirsi soltanto “su scala internazionale
”: è chiaro che gli ucraini pensavano già alla creazione di quella che quasi quattro anni più tardi sarebbe diventata l'URSS.
È una evidente falsificazione storiografica, quindi, ritenere che sia stata la Russia di Lenin e di Stalin a interferire negli affari ucraini, ed è altrettanto vero che, semmai, furono le riflessioni sia di Lenin sia di Stalin (del primo si ricordino le Tesi sulla questione nazionale e le Tesi di aprile, e del secondo Il marxismo e la questione nazionale) ad avere fortemente influenzato i bolscevichi ucraini nella loro ferma decisione di proseguire verso il socialismo. È importante compiere un'esegesi delle tre opere citate (per le Tesi sulla questione nazionale e per Il marxismo e la questione nazionale si veda Il Bolscevico n. 9 del 10 marzo 2022, p. 15 – 21) in quanto si può comprendere ciò che accadde nell'Europa a partire dalla Rivoluzione di Ottobre, e segnatamente in Ucraina, solo ed esclusivamente compiendo una analitica disamina di tali opere i cui principi furono poi tradotti in prassi.
Il quarto Congresso panucraino dei Soviet si svolse a Kharkiv dal 16 al 20 maggio 1920: in esso si presero decisioni circa il ruolo della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina nella guerra sovietico-polacca, si istituirono i Comitati dei contadini poveri, si elessero 34 membri ucraini del Comitato esecutivo centrale panrusso - un organo che coordinava la lotta di tutti i bolscevichi, indipendentemente dalla nazionalità, nella guerra contro le forze antibolsceviche – e infine si decise l'elezione di Lenin come membro onorario del Comitato esecutivo centrale panucraino.
Così la Russia bolscevica e l'Ucraina bolscevica si univano sempre di più fino a giungere alla stipula a Mosca, il 28 dicembre 1920, del Trattato di Unione tra la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa e la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, un vero e proprio accordo internazionale tra due entità sovrane in sette articoli, firmato da Lenin e da Georgij Vasil'evič Čičerin per la Russia e da Christian Georgievič Rakovskij per l'Ucraina..
Si legge nel preambolo del trattato: “il governo della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, da un lato, e il governo della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, dall'altro, sulla base della proclamazione del diritto all'autodeterminazione della Grande Rivoluzione Proletaria, riconoscendo la sovranità di ciascuna parte, riconoscendo la necessità di consolidare le proprie forze sia per ciò che riguarda la difesa sia per ciò che riguarda l'interesse nello sviluppo economico, hanno deciso di concludere questo Trattato dell'Unione dei lavoratori e dei contadini
”.
Il primo articolo dispone: “la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa e la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina entrano in un'unione militare ed economica
”.
Nel secondo articolo, tra l'altro, si legge: “entrambi gli Stati ritengono necessario dichiarare che tutti gli obblighi generali che assumeranno in futuro nei confronti di altri Stati possono dipendere esclusivamente dagli interessi comuni degli operai e dei contadini delle Repubbliche che hanno concluso questo trattato
”.
Il terzo articolo stabilisce l'unione dei singoli ministeri già presenti nel governo russo e in quello ucraino: “al fine di conseguire al meglio gli obiettivi di cui al comma 1
– vi si legge - i due Governi dichiarano uniti i seguenti Commissariati: 1) Affari Militari e Navali, 2) Consiglio Supremo dell'Economia Nazionale, 3) Commercio Estero, 4) Finanze, 5) Lavoro, 6) Modi e 7) Poste e Telegrafi
”. Come si può vedere, alcuni ministeri fondamentali, come quelli dell'Interno e degli Esteri, non vengono uniti, ma si tratta comunque dell'inizio di un'integrazione che porterà, due anni più tardi, alla nascita dell'Unione Sovietica.
Infine, il settimo articolo dispone che “il presente Trattato è soggetto a ratifica da parte dei rispettivi organi legislativi di entrambe le Repubbliche
”, cosa che accadrà, per l'Ucraina, durante il quinto Congresso panucraino dei Soviet, svoltosi a Kharkiv dal 25 febbraio al 3 marzo 1921. Durante questa assemblea si decise inoltre di adottare provvedimenti per la rinascita delle industrie metallurgiche e del carbone, per l'elettrificazione e per il miglioramento dell'utilizzo della terra.
Dopo il sesto Congresso panucraino dei Soviet, svoltosi a Kharkiv tra il 14 e il 17 dicembre 1921 e dedicato quasi esclusivamente ai problemi economici lasciati dalla guerra civile che ancora imperversava, di fondamentale importanza deve essere considerato il successivo settimo Congresso che, tenutosi nella stessa città dal 10 al 14 dicembre 1922, ratificò la Dichiarazione sulla formazione dell'URSS, perchè nel frattempo, terminata ormai la guerra civile in tutto il territorio dell'ex impero zarista, molte cose erano accadute.
Il ruolo dell'Ucraina nella creazione dell'Unione Sovietica
La rivoluzione socialista si era consolidata, e non solo in Ucraina: in alcuni Paesi europei (Italia, Germania, Ungheria, Finlandia) tentativi rivoluzionari furono stroncati o comunque ebbero vita effimera, mentre in altri (Galizia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia) i bolscevichi subirono una durissima repressione, e alla fine le uniche entità statali socialiste che riuscirono a imporsi sulla controrivoluzione furono la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (fondata nel 1918), la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (1919), la Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa (1920), la Repubblica Socialista Federativa Transcaucasica (1922) e la Repubblica Popolare Mongola (1924).
Le prime quattro entità statali dovettero affrontare, nei rispettivi territori, rovinose guerre civili per sconfiggere sia i nemici interni sia quelli esterni, ma alla fine vinsero sul piano militare nei rispettivi territori, tanto che durante il 1922 si posero le condizioni per una federazione tra gli Stati socialisti, come già si è visto nei rapporti tra Ucraina e Russia.
Così i rappresentanti di Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia (quest'ultimo Stato comprendeva il territorio che oggi è di Armenia, Georgia e Azerbaigian) gettarono le basi per la costituzione di una federazione socialista tra Stati sovrani.
Il primo documento che scaturì fu la Dichiarazione sulla formazione dell'URSS, un testo giuridico di diritto internazionale e di esclusivo carattere programmatico che, insieme al Trattato sulla formazione dell'URSS, quest'ultimo un vero e proprio accordo di diritto internazionale di carattere precettivo, costituisce la base legale per la nascita e l'esistenza dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
La bozza della Dichiarazione sulla formazione dell'URSS fu approvata il 29 dicembre 1922 dai plenipotenziari dalla Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, della Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa e della Repubblica Socialista Federativa Transcaucasica e il giorno successivo, 30 dicembre 1922, entrò in vigore insieme al Trattato sulla formazione dell'URSS.
È interessante leggere per intero la Dichiarazione sulla formazione dell'URSS, che successivamente, nel 1924, costituì il preambolo della prima Costituzione dell'Unione Sovietica: “dalla formazione delle repubbliche sovietiche, gli stati del mondo si sono divisi in due campi: il campo del capitalismo e il campo del socialismo. Là, nel campo del capitalismo, c'è inimicizia e disuguaglianza nazionale, schiavitù coloniale e sciovinismo, oppressione nazionale e pogrom, atrocità e guerre imperialiste. Qui, nel campo del socialismo, c'è fiducia e pace reciproca, libertà e uguaglianza nazionale, convivenza pacifica e cooperazione fraterna dei popoli. I tentativi del mondo capitalista per decenni di risolvere la questione della nazionalità unendo il libero sviluppo dei popoli con il sistema di sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo si sono rivelati infruttuosi. Al contrario, il groviglio di contraddizioni nazionali sta diventando sempre più intricato, minacciando l'esistenza stessa del capitalismo. La borghesia si è rivelata impotente a stabilire la cooperazione tra i popoli. Solo nel campo dei Soviet, solo nelle condizioni della dittatura del proletariato, che radunava attorno a sé la maggioranza della popolazione, è stato possibile sradicare l'oppressione nazionale, creare un clima di fiducia reciproca e gettare le basi per la fraterna cooperazione tra i popoli. Fu solo grazie a queste circostanze che le repubbliche sovietiche riuscirono a respingere gli attacchi degli imperialisti di tutto il mondo, interni ed esterni. Fu solo grazie a queste circostanze che riuscirono a liquidare con successo la guerra civile, assicurarne l'esistenza e iniziare una pacifica costruzione economica. Ma gli anni della guerra non sono passati inosservati. Campi devastati, fabbriche ferme, forze produttive distrutte e risorse economiche esaurite rimaste dalla guerra rendono insufficienti gli sforzi individuali delle singole repubbliche per la costruzione economica. Il ripristino dell'economia nazionale si è rivelato impossibile con l'esistenza separata delle repubbliche. D'altra parte, l'instabilità della situazione internazionale e il pericolo di nuovi attacchi rendono inevitabile la creazione di un fronte unito delle repubbliche sovietiche di fronte all'accerchiamento capitalista. Infine, la struttura stessa del potere sovietico, internazionale nella sua natura di classe, spinge le masse lavoratrici delle repubbliche sovietiche sulla via dell'unificazione in un'unica famiglia socialista. Tutte queste circostanze richiedono imperativamente l'unificazione delle repubbliche sovietiche in un unico Stato federale capace di assicurare sia la sicurezza esterna che la prosperità economica interna, e la libertà dello sviluppo nazionale dei popoli. La volontà dei popoli delle repubbliche sovietiche, che si sono recentemente riuniti ai congressi dei loro soviet e hanno deciso all'unanimità di formare l''Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche', serve come una garanzia affidabile del fatto che questa Unione è un'associazione volontaria di popoli con uguali diritti, che a ciascuna repubblica è garantito il diritto di separarsi liberamente dall'Unione, che l'accesso all'Unione è aperto a tutte le repubbliche socialiste sovietiche, sia quelle esistenti che quelle che sorgeranno in futuro, che il nuovo stato federale è un degno punto di arrivo per il percorso iniziato nell'ottobre 1917 per la pacifica convivenza e la cooperazione fraterna dei popoli, che servirà da fedele baluardo contro il capitalismo mondiale e costituirà un nuovo decisivo passo lungo la via dell'unione dei lavoratori di tutti i paesi nella Repubblica Socialista Sovietica Mondiale. Dichiarando tutto questo davanti al mondo intero e proclamando solennemente l'inviolabilità delle basi del potere sovietico, che hanno trovato espressione nelle Costituzioni delle Repubbliche Socialiste Sovietiche che ci hanno conferito il potere, noi, delegati di queste repubbliche, sulla base dei poteri conferiti a noi, decidiamo di firmare un accordo sulla formazione dell''Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche'
”.
Non è esagerato affermare che in questo documento giuridico di carattere programmatico è letteralmente condensata la lezione di Marx, di Engels, di Lenin e di Stalin, in esso si percepisce chiaramente che lo Stato, e anche l'Unione di essi, altro non è che uno strumento per la costruzione del socialismo nel mondo intero, nel più rigoroso rispetto di tutte le nazionalità. In esso non solo non vi è ombra di imperialismo, colonialismo o soggezione di alcuni Stati ad altri, ma vi è la negazione ideologica di tutta questa spazzatura ideologica, che viene giustamente ripudiata.
È importante anche citare il Trattato sulla formazione dell'URSS. Di esso, suddiviso in un preambolo e in 26 articoli, è importante citare il preambolo: “la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFSR), la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (RSF Ucraina), la Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa (BSSR) e la Repubblica Socialista Federativa Transcaucasica (TSFSR - Georgia, Azerbaigian e Armenia) concludono il presente Trattato che riguarda la loro aggregazione in uno Stato federale - 'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche' - per i seguenti motivi
“. Ciò che segue, ossia l'articolazione del Trattato, ha un contenuto squisitamente giuridico ed è assai tecnico, ma qui deve risultare il dato politico che ha portato all'elaborazione del Trattato e alla creazione dell'Unione, e il dato non può che essere il riconoscimento – da parte dei marxisti leninisti - della libertà dei popoli, del loro diritto a costituirsi in Stato nazionale e, infine, del loro diritto ad aggregarsi in uno Stato federale fondato sul principio di eguaglianza. Così si comprende facilmente che il ruolo dell'Ucraina socialista nella creazione dell'URSS fu fondamentale.
L'Ucraina, divenuta socialista per volontà dei suoi operai e contadini, non soltanto non subì l'ingerenza della Russia di Lenin, divenuta anche essa socialista, ma contribuì, al contrario, alla nascita del primo Stato federale socialista della storia, che vide la luce grazie all'adesione libera, volontaria e paritaria della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, della Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa e della Repubblica Socialista Federativa Transcaucasica.
La personalità giuridica dell'Ucraina nel diritto internazionale ai tempi dell'URSS
L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche fu ammessa alla Società delle Nazioni, la massima organizzazione internazionale dell'epoca, il 18 settembre 1934, ed essa soltanto ebbe il compito di rappresentare tutti i gruppi nazionali che vivevano nel suo territorio.
Nel 1936, inoltre, la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Transcaucasica si era scissa nelle tre repubbliche socialiste della Georgia, dell'Azerbaigian e dell'Armenia, che restarono comunque all'interno dell'URSS come Stati indipendenti.
Il 25 aprile 1945, mentre ancora imperversava la seconda guerra mondiale, si aprì a San Francisco, negli Stati Uniti, la Conferenza delle Nazioni Unite per l'Organizzazione Internazionale al fine di dare un nuovo assetto al mondo dopo la fine, comunque imminente, della guerra.
Il governo dell'Unione Sovietica inviò alla Conferenza il diplomatico Vjačeslav Michajlovič Molotov, commissario del popolo per gli Affari esteri (ossia il ministro degli Esteri) dell'URSS. In quel momento il presidente del Consiglio dei commissari del popolo dell'URSS (ossia il capo del governo) era Stalin, il quale, di concerto con Molotov e con il resto dei commissari, ebbe l'idea di far mettere all'ordine del giorno della Conferenza la proposta di ingresso, come membri della futura Assemblea generale dell'ONU, la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina e la Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa, un gesto di grande rilevanza simbolica, in quanto Bielorussia e Ucraina avevano dovuto sopportare uno sforzo sovrumano durante l'occupazione nazifascista, trovandosi al confine occidentale dell'URSS.
La proposta sovietica era ardua e proibitiva, in quanto non era mai accaduto, e non sarebbe mai accaduto in seguito, che a uno Stato il quale fosse membro di uno Stato federale venisse riconosciuta, durante la vigenza del vincolo federale, una personalità giuridica di diritto internazionale.
Eppure il 24 ottobre 1945, dopo la ratifica della Carta delle Nazioni Unite da parte dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Francia, Repubblica di Cina, Unione Sovietica, Regno Unito e Stati Uniti) e dalla maggioranza degli altri 46 Stati firmatari, sia l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche sia la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina sia la Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa entrarono all'Assemblea generale, con diverse delegazioni, come Stati fondatori! Non sfugga quanto il governo dell'Unione Sovietica fosse particolarmente riconoscente alle due nazionalità (ucraina e bielorussa) che si trovarono in prima linea dinanzi all'invasore nazifascista e che tanto avevano dovuto patire a causa dei crimini spaventosi che in quei territori furono commessi.
L'Ucraina socialista che tanto aveva contribuito, insieme alle altre repubbliche sorelle, alla nascita dell'URSS si trovava ora ad essere riconosciuta, per precisa volontà dell'Unione alla quale aveva con entusiasmo rivoluzionario aderito, come Stato fondatore delle Nazioni Unite e a vedersi riconosciuta insieme alla Bielorussia – un caso, si ripete, unico nella storia – come soggetto di diritto pubblico internazionale.
30 marzo 2022