La Moratti avanza spedita nel privatizzare la sanità pubblica lombarda
Dal corrispondente della Lombardia
Sfruttando l'occasione offerta dalla Legge sulla “riforma” della sanità approvata lo scorso 30 novembre dal Consiglio regionale della Lombardia su proposta della giunta guidata dal governatore leghista Attilio Fontana, l'assessora alla Sanità e al Welfare Letizia Moratti avanza spedita nel progetto di ingrassare il comparto sanitario privato a discapito della sanità pubblica.
Nella sua recente visita alla Casa di Cura Villa Gemma di Gardone Riviera (Brescia), ha colto l'occasione per ribadire che il piano è già operativo ed è sua intenzione completare al più presto l'operatività della rete di nuove strutture costituita da Case della Comunità, Centrali operative territoriali e Ospedali territoriali previste dalla Legge regionale, dove sono stati inseriti gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il cosiddetto Recovery plan, che prevede l'apertura ai privati trasformando di fatto in un business anche la medicina territoriale e di prossimità. La Moratti si è vantata di avere già inaugurato personalmente otto Case della Comunità e che il 40% delle nuove strutture sarà realizzato entro quest'anno, un altro 30% entro l'anno prossimo e il residuale 30% entro il 2024. Poiché le strutture pubbliche e quelle private accreditate sono divenute equivalenti, il servizio pubblico finirà d'essere solo di supporto al privato che potrà scegliere dove e come collocarsi.
La Moratti ha detto che è il momento giusto per procedere visto che l'emergenza da Covid-19 è rientrata, ma è stato proprio a causa delle privatizzazioni degli scorsi anni che avevano aperto le porte ai privati destinando oltre il 40% della spesa sanitaria alle strutture private convenzionate riducendo al minimo le strutture territoriali, il pronto soccorso e il dipartimento di emergenza che, nella prima drammatica fase della pandemia, ha fatto collassare gli ospedali lombardi in pochi giorni facendo raggiungere il primo posto al mondo come numero di morti in relazione al numero di abitanti. Ai privati non interessa la medicina preventiva perché la malattia è fonte di profitto e, occupandosi solo di cura e non di prevenzione, il sistema sanitario non è stato e non sarà in grado in futuro di contrastare qualsiasi pandemia.
Nei prossimi anni la possibilità di curarsi dipenderà unicamente dalla disponibilità economica e dalle assicurazioni private, con un servizio pubblico limitato a un'assistenza sanitaria di base.
Dobbiamo invece lottare, come prevede il Programma d'azione del PMLI, per una sanità pubblica, universale, gratuita, gestita con la partecipazione diretta dei lavoratori e delle masse popolari, che disponga di strutture capillari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione su tutto il territorio nazionale e sia finanziata tramite la fiscalità generale.
6 aprile 2022