Giornalista russa interrompe il tg di Stato per protestare contro la guerra
Multata di 30 mila rubli, rischia il carcere fino a 15 anni
Marina Ovsjannikova, la giornalista russa che il 14 marzo scorso ha fatto irruzione durante il tg della sera di Pervyj Kanal (Primo Canale) con un cartello contro la guerra in Ucraina e le mire espansionistiche del nuovo zar Putin, è stata immediatamente arresta, multata di 30 mila rubli e ora rischia un processo che gli può costare fino a 15 anni di carcere in base alla nuova legge contro la libertà di stampa e di informazione varata dal Cremlino il 4 marzo che addirittura vieta all'opposizione di parlare di guerra e azzera ogni possibilità di informare la popolazione su quanto sta avvenendo in Ucraina dove secondo Putin è in corso una semplice “operazione militare speciale”.
Ovsjannikova ha rifiutato l’offerta di asilo offertagli dalla Francia e ha annunciato che lascerà il suo lavoro, ma non la Russia definendosi una “patriota”.
Durante il tg delle 21 la giornalista ha mostrato a milioni di telespettatori un cartellone sui cui c’era scritto: “No alla guerra. Non credete alla propaganda. Qui vi stanno mentendo”. Il canale tv ha interrotto subito la trasmissione del telegiornale e la Ovsjannikova è riuscita a pronunciare solo poche frasi prima di essere arrestata.
Poco prima dell’irruzione Ovsjannikova aveva diffuso un video sui suoi canali social dove spiegava le ragioni del suo gesto e si scusava per aver lavorato facendo propaganda al Cremlino: “Me ne vergogno molto”.
Il giorno dopo l'arresto ha raccontato di essere stata interrogata per 14 ore dalle autorità russe, senza la possibilità di farsi assistere da un avvocato o contattare la sua famiglia.
La giornalista è stata condannata a pagare una multa da 30mila rubli, circa 255 euro, per “organizzazione di un evento pubblico non autorizzato”. Ma il suo caso non è ancora chiuso perché questa sentenza riguarda solo il video pubblicato prima della protesta. “Non sono ancora stata sanzionata per l'irruzione durante il telegiornale – ha spiegato la giornalista - Questo procedimento penale è del tutto irreale. Rischio di finire 15 anni in carcere”.
In una intervista al canale francese France24 la giornalista ha raccontato di aver consegnato tutti i documenti per le dimissioni. Come lei, anche alcuni dei suoi colleghi hanno deciso di licenziarsi anche se “la situazione economica è molto complicata, e per le persone non è semplice lasciare il proprio lavoro... Ma la maggior parte delle persone che lavorano per la televisione di Stato capiscono cosa sta succedendo. Sanno che stanno facendo qualcosa di sbagliato... So di aver rovinato la vita della mia famiglia. Ma dobbiamo porre fine a questa guerra fratricida, in modo che non si trasformi in una guerra nucleare”.
6 aprile 2022