In azione il reparto antidegrado della Polizia municipale di Nardella
Violento fermo razzista a Firenze di un ambulante senegalese, quasi strangolato
Una coraggiosa coppia non si è fatta intimidire e ha ripreso e diffuso l'accaduto, che l'assessora Albanese definisce “corretto” in Consiglio comunale. Manifestazioni di piazza. Protesta del governo senegalese
Sciogliere il reparto antidegrado. Cancellare il Daspo urbano e tutte le ordinanze contro accattonaggio, piccolo commercio abusivo e “decoro” del centro storico
Redazione di Firenze
Ancora un senegalese vittima di razzismo a Firenze. Questa volta sono stati protagonisti i poliziotti del reparto antidegrado della polizia municipale che, ricalcando le orme dei poliziotti Usa che hanno ucciso George Floyd, hanno tenuto per un lungo tempo a terra, con presa da strangolamento, un giovane ambulante senegalese, Pape Demba Wagne, vicino Ponte Vecchio il 5 aprile scorso.
Questa violenza razzista è venuta a galla per l'intervento di una giovane coppia, che ha ripreso e diffuso in Rete il fatto. Durante le riprese si sentono le proteste dei presenti, turisti che gridano “racists” (razzisti), e i poliziotti che intimidiscono il giovane autore del filmato con “vaffanculo, levati dalle palle, facciamo il nostro lavoro, questa è interruzione di pubblico servizio”, mentre la sua compagna cercava di tranquillizzare il giovane a terra, terrorizzato e con la bava alla bocca. I due coraggiosi giovani hanno poi depositato un esposto in procura, costringendo i pm a aprire un'indagine.
Il giovane senegalese è stato accusato di resistenza a pubblico ufficiale, mentre i magistrati hanno ipotizzano il reato di abuso in atti d'ufficio a carico di ignoti. Anche se gli agenti intervenuti non sono “ignoti”; si sono infatti presentati al pronto soccorso uscendone con una diagnosi di 3 e 5 giorni per contusione per sostenere la tesi della resistenza a pubblico ufficiale.
A quanto ha dichiarato Wagne, che non ha documenti in regola e tira a campare vendendo braccialetti, si è sentito strattonare da dietro, da due persone in borghese, si è terrorizzato e immediatamente è stato bloccato a terra. Ha riportato varie contusioni, si è fatto visitare al pronto soccorso il giorno dopo con una diagnosi di 5 giorni.
L'11 aprile un primo sit-in di protesta, presenti esponenti della comunità senegalese e forze antirazziste, si è tenuto sotto Palazzo Vecchio durante il Consiglio comunale. Nel salone de' Dugento intanto, rispondendo a una domanda di attualità, l'assessora Benedetta Albanese dichiarava che “l'operato della Polizia Municipale nel caso del fermo del cittadino di origini senegalesi sorpreso a vendere merce abusiva è stato corretto”.
E questa è la risposta ufficiale della giunta di Dario Nardella (PD). Poi i riflettori sono rimasti accesi sulla vicenda con l'intervento del governo senegalese che in una nota ha definito l'operato dei poliziotti fiorentini "razzista e inumano, di gravità estrema" e ha spedito il proprio ambasciatore a Firenze, che ha incontrato il giovane Wagne, e quindi il sindaco Nardella che lo ha accompagnato dal prefetto Valerio Valenti, ma senza rilasciare commenti.
Sabato 16 aprile altre due manifestazioni hanno messo sotto tiro la giunta fiorentina. La mattina un sit-in in piazza Indipendenza, convocato dalla comunità senegalese di Pisa, dove risiede Wagne e il pomeriggio un corteo partito da Ponte Vespucci, principali animatori Firenze antirazzista e i consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu. Due manifestazioni che hanno portato centinaia di antirazzisti nelle piazze di Firenze e che in una conferenza stampa gli organizzatori hanno definito non in contrapposizione.
Il PD cittadino non ha avuto il coraggio delle proprie azioni ed è rimasto in silenzio, mentre la destra si è scatenata a sostegno dei poliziotti razzisti, invocando il potenziamento degli armamenti compreso il taser.
Il razzismo, in particolare contro i senegalesi, a Firenze ha radici profonde; ricordiamo la strage di piazza Dalmazia il 13 dicembre 2011 quando il fascista Gianluca Casseri, sostenitore e attivista di CasaPound, uccise due senegalesi, Samb Modou e Diop Mor e ne ferì un altro rimasto invalido, Moustapha Dieng, oltre a ferirne altri due durante la fuga; ricordiamo l'uccisione di Idy Diene a colpi di pistola nel 2018 sul Ponte Vespucci da parte del razzista Roberto Pirrone.
Questo clima di violenza razzista e il comportamento di stampo fascista dei poliziotti della municipale hanno fra i principali responsabili il PD fiorentino e i suoi antenati. È nei primi anni 2000, con la giunta di Leonardo Domenici, in cui lo “sceriffo” Graziano Cioni è assessore alla sicurezza sociale, vivibilità urbana e Polizia municipale che iniziano le ordinanza contro i lavavetri, i mendicanti, i piccoli venditori abusivi, verso cui si pratica la “tolleranza zero”, che addirittura gli amministratori fiorentini vanno a imparare negli Usa con visite nella New York di Giuliani; nel 2008 arriva il nuovo regolamento di Polizia municipale e nelle cronache del primo giorno della sua applicazione troviamo multe a una residente che aveva esposto dei panni ad asciugare sulla strada, multe e allontanamenti per alcuni mendicanti perché recavano intralcio o fastidio ai pedoni, del sequestro del cane ad un altro mendicante in piazza Dalmazia.
Già nel 2013 il reparto antidegrado fu al centro di un fatto inquietante: un testimone racconta di aver notato alla stazione centrale di SMN un gruppo di 10-15 persone, due di loro, i più anziani, con in mano una ricetrasmittente, mentre i “più giovani alla fermata della tramvia prendevano a pugni 5-6 giovani di colore”. Il Comune ammetterà che proprio quella sera, il 13 giugno, era in corso un’operazione antiabusivismo del reparto antidegrado di Polizia municipale di Firenze. A tutto questo seguirà una grande manifestazione cittadina, la prima a chiedere lo scioglimento del reparto antidegrado.
Le giunte fiorentine, tutte a guida PD, Domenici, Renzi, Nardella hanno proseguito sulla strada della repressione dei poveri con ordinanze sempre più restrittive, da quella legata alle “zone rosse”, al divieto di stazionamento e passaggio da alcune piazze fino al Daspo di 48 ore sempre per le stesse categorie “indecorose”.
Firenze antifascista e antirazzista deve continuare a scendere in piazza per chiediamo con forza di sciogliere il reparto antidegrado, cancellare il Daspo urbano e tutte le ordinanze contro accattonaggio, piccolo commercio abusivo e “decoro” del centro storico.
Il vero degrado di Firenze è la svendita e privatizzazione del centro storico e delle aree di pregio storico e architettonico alle multinazionali del turismo, l'allontanamento della popolazione dal centro storico verso le estreme periferie e i comuni limitrofi, svuotandola di quel proletariato che dal Trecento al Novecento è stato protagonista delle lotte e del progresso sociali.
20 aprile 2022