Aumentano in particolare tra le donne e i giovani
4 morti sul lavoro in un solo giorno
Nel 2022 sono già più di 200. Sempre meno ispettori e controlli
Purtroppo ogni articolo che scriviamo sul tema risulta già vecchio al momento della lettura perché l'elenco dei caduti sul lavoro si allunga costantemente. Nei primo trimestre del 2022 i morti erano già 189, a maggio hanno superato abbondantemente quota 200.
Nella stessa Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro, il 28 aprile, sono morti due operai. A Roma Fabio Palotti, operaio di 39 anni, è morto dopo essere precipitato nel vano di un ascensore all’interno del palazzo della Farnesina, sede del ministero degli Affari , durante dei lavori di manutenzione. Si presume però che possa essere deceduto il giorno precedente perché non si sono avute notizie su di lui per 14 ore. Lo stesso giorno, in un magazzino del Polo Logistico di Castel San Giovanni (Piacenza), un operaio cinquantenne è stato trovato esanime vicino al pesante frigorifero che stava movimentando. Sconcertante e inammissibile che certe mansioni siano effettuate da soli senza la collaborazione di compagni di lavoro che eventualmente possano intervenire.
Il 29 aprile, a Gorgonzola in provincia di Milano, un operaio di 58 anni ha perso la vita dopo essere rimasto intrappolato e schiacciato in un tornio industriale mentre stava lavorando in una azienda meccanica. E' morto sul colpo. Il triste elenco è lungo e spesso le vittime di giornata sono più di una, come è accaduto il 3 maggio. Un operaio edile di origine romena è morto durante i lavori di ristrutturazione alla casa di montagna della ministra della Giustizia Marta Cartabia, a Ollomont, in Val d'Aosta, un uomo di 72 anni è morto in Veneto per il ribaltamento del trattore che guidava mentre in Romagna un sessantatreenne è morto cadendo da una scala mentre accudiva arnie per le api.
Altre tre vittime il 4 maggio. Oronzo Pisanò è deceduto in un incidente avvenuto in provincia di Lecce. L’uomo, titolare di un’impresa edile individuale, stava effettuando dei lavori di ristrutturazione in un appartamento quando è caduto dall’impalcatura sulla quale si trovava, da un’altezza di 6 metri. In provincia di Vicenza, un operaio di 60 anni, dipendente del comune di Costabissara, è annegato in un canale mentre stava tagliando l’erba accanto alla pista ciclabile che corre lungo la strada: guidava un trattorino che è scivolato nel canale, dove l’uomo non è riuscito a liberarsi. La terza è invece morta dopo essere rimasta folgorata per aver accidentalmente tranciato dei cavi dell’alta tensione mentre stava eseguendo dei lavori di potatura per conto di una ditta in provincia di Roma. L'operaio aveva solo 29 anni.
Un operaio edile è morto il 5 maggio cadendo da una scala dall'altezza di 3 metri, mentre stava eseguendo dei lavori sul tetto di un'abitazione in provincia di Catanzaro. Sempre nell'edilizia si è verificato un altro lutto con la morte dell'operaio egiziano avvenuta il 10 maggio a Ferrara, durante lo smontaggio di un ponteggio.
Ben quattro sono stati i morti nella giornata dell''11 maggio. Due operai sono rimasti folgorati: uno in provincia di Latina, durante i lavori di manutenzione a dei pannelli fotovoltaici, un altro a Vicenza mentre stava lavorando con una gru il cui braccio ha toccato accidentalmente i cavi dell'alta tensione. Un'altra morte si è verificata in provincia di La Spezia dove un uomo è morto travolto dal crollo di un solaio. Infine in Trentino un giovane di 26 anni è morto dopo 5 giorni di agonia per essere stato schiacciato da un trattore taglia erba. Il 12 maggio un trentottenne ha perso la vita dopo essere rimasto incastrato tra una piattaforma e alcune travi i una azienda agricola in provincia di Brescia.
I numeri sono impressionanti. Negli ultimi 5 anni ci sono stati quasi 5mila morti sul lavoro, 4 milioni di lavoratori sono stati vittime di incidenti, 300mila hanno subito danni permanenti e altri 300.000 si sono ammalati per patologie professionali. È un dramma che ha le stesse proporzioni dei disastri di una guerra. Secondo i dati presentati dall'Inail le denunce di infortuni presentate tra gennaio e marzo di quest'anno sono state 194.106 con un aumento del 50,9% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Incrementi degli infortuni in occasione di lavoro si osservano in tutti i settori produttivi, in particolare nei Trasporti e magazzinaggio (+166,9%), nella Sanità e assistenza sociale (+110,4%) e nell'Amministrazione pubblica (+73,8%). Gli infortuni sono in maggiore aumento tra le donne, specie nel tragitto casa-lavoro. Spiegano le consigliere di amministrazione Inail Armato e Maione: “perché sono maggiormente impegnate nella conciliazione tra vita professionale e vita privata, con inevitabili ripercussioni sulla frequenza degli spostamenti, sui tempi di recupero dalla stanchezza e, per alcune professionalità, anche a causa dello svolgimento di turni lavorativi notturni”. Dall’analisi per classi di età, da segnalare gli aumenti dei decessi tra gli under 40 (da 34 a 49 casi).
Caporalato, risparmio sulla formazione e sui sistemi di sicurezza, precarietà del rapporto di lavoro, appalti e subappalti, sono spesso alla base degli infortuni, assieme alla sete di profitto del capitalismo. In ogni caso si potrebbe fare molto di più, a partire da una legislazione meno farraginosa e più chiara, ma il problema principale è come perseguire i reati. Mentre incidenti e morti sul lavoro segnano un aumento costante, l’ultimo decennio ha visto crollare il numero di ispettori e controlli.
Tra i maggiori indagati il governo Renzi, che con la “riforma” del 2015 ha unificato tutta la vigilanza, compresa la materia di Inps e Inail, che da allora non possono più assumere nuovi ispettori. Nel 2015 l’Inail aveva 470 ispettori che oggi si sono ridotti a meno di 200, con intere province scoperte e regioni sguarnite. L’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) aveva 1600 ispettori e oggi ne conta 970, con altri 200 in attesa della pensione entro l’anno. E lo stesso Ispettorato Nazionale del Lavoro, creato nel 2016 per ricondurre tutta l’attività ispettiva sotto il controllo del ministero del Lavoro, dai 6500 ispettivi di sette anni fa è passato ai 4mila di oggi. E per completare il quadro, un decreto del governo Draghi ha esteso agli ispettori Inl anche gli accertamenti su sicurezza e salute finora svolti dal personale tecnico del Servizio sanitario nazionale.
Le parole all'apparenza commosse di Mattarella, dei presidenti del Consiglio attuale e passati, dei segretari dei partiti borghesi, sono solo lacrime di coccodrillo, frasi di circostanza che cozzano con una realtà dove la sicurezza e la vita dei lavoratori conta sempre meno. Non a caso per la prima volta e in contemporanea gli ispettori Inps, Inail e Inl minacciano scioperi e sono in stato di agitazione per reclamare più assunzioni e una maggiore attenzione alla preparazione e competenza dei futuri ispettori.
18 maggio 2022