L'intervento di Panzarella, a nome del PMLI, che non gli è stato concesso di fare
"Insorgiamo e uniamoci per dare le ali a un grande movimento rivoluzionario anticapitalista con alla testa il proletariato"

Di seguito pubblichiamo l'intervento del compagno Franco Panzarella che avrebbe dovuto fare, a nome PMLI, all'Assemblea nazionale Insorgiamo che si è svolta a Campi Bisenzio domenica 15 maggio. Non l'ha potuto pronunciare perché non era stato inserito dagli organizzatori nella lista dei 43 interventi previsti. Nella seconda lista, il PMLI era preceduto da un singolo .
 
Care compagne e cari compagni, vi porgo il saluto caloroso e fraterno del Partito marxista-leninista italiano, che ringrazia i promotori e gli organizzatori di questa importante Assemblea nazionale.
Il movimento Insorgiamo, nato sulla spinta della lotta storica ed esemplare delle lavoratrici e dei lavoratori della GKN, costituisce uno dei più importanti e promettenti avvenimenti politici e sindacali di questi ultimi anni.
Noi marxisti-leninisti faremo la nostra parte, con la massima apertura e disponibilità, per configurarlo ideologicamente, politicamente, programmaticamente e organizzativamente.
Siamo stati convocati a questa seconda assemblea nazionale per decidere insieme gli obiettivi a breve e lungo termine che il movimento della convergenza e dell'insorgenza si prefigge di perseguire.
Nel corso di questi dieci mesi lotta siamo stati capaci di insorgere e di convergere più volte. Siamo riusciti a bloccare i licenziamenti e la delocalizzazione della fabbrica e nelle piazze di tutto il Paese abbiamo dimostrato che possiamo lottare uniti anche se con simboli, bandiere e vessilli diversi.
Ma lo stabilimento è ancora fermo, i lavoratori sono ancora in assemblea sindacale permanente e in cassa integrazione dall'inizio di questanno. Perciò non possono indire scioperi e sono in attesa che il nuovo padrone si decida finalmente a presentare il nuovo piano industriale e dica pubblicamente cosa fare nella ex Gkn.
Più di questo il Collettivo, la RSU e i lavoratori non potevano fare.
Quindi, ora tocca a noi, compagne e compagni, decidere insieme come proseguire la lotta e rispondere alle tre questioni poste dal Collettivo ossia: come “cambiare i rapporti di forza”, come “essere classe dirigente” e soprattutto quale “nuovo modello di società” vogliamo costruire.
Per quanto riguarda la vertenza credo che siamo tutti d'accordo sul fatto che dobbiamo lavorare ancora più duro per riuscire a cambiare i rapporti di forza a nostro favore anche in vista del prossimo “teniamoci liberi per l'autunno” lanciato dal collettivo all'Assemblea generale con solidali il 7 aprile scorso.
Quindi non si capisce bene perché, nella bozza di documento preparata per questa assemblea, le rivendicazioni dei lavoratori e la lotta in difesa dei posti di lavoro e contro le delocalizzazioni sono state messe quasi in secondo piano invece di essere ulteriormente rafforzate e rilanciate.
Purtroppo ancora non “Siamo classe dirigente”. Per esserlo il percorso è molto lungo e complesso. Ma intanto bisogna mettere a fuoco alcune questioni ideologiche e politiche preliminari. Cominciando a chiarire da chi è composta la classe dirigente che abbiamo in mente: dal proletariato, ossia la classe operaia, o dall’intero movimento?
Per noi marxisti-leninisti, in base agli insegnamenti storici e alla pratica della lotta di classe mondiale, non può che essere quella del proletariato, ossia la classe operaia, che deve dirigere tutto, mentre le altre forze che compongono il movimento sono i suoi alleati che ne accettano la direzione.
Nel capitalismo la classe operaia è condannata a rimanere classe subordinata e sfruttata dalla classe dominante borghese e non potrà mai diventare classe dirigente.
Nel capitalismo la classe operaia anche se riesce a cambiare i rapporti di forza a suo favore, può ottenere solo qualche vittoria parziale, ma non potrà mai avere il potere politico per intero che invece gli spetta di diritto perché produce tutta la ricchezza del Paese.
Allora, se davvero vogliamo lottare per una nuova società per dare alle masse lavoratrici e popolari benessere, lavoro, pace, libertà e democrazia, bisogna cominciare a porsi l'obiettivo strategico della conquista del potere politico da parte del proletariato.
Una questione cruciale che i marxisti-leninisti italiani pongono da sempre e su cui ora, dati i nuovi avvenimenti internazionali e nazionali, occorre sviluppare una grande discussione pubblica fra di noi e in tutto il Paese, per decidere insieme il futuro dell'Italia.
Il PMLI insieme ad altri 9 Partiti e Organizzazioni si sono già riuniti in un Coordinamento nazionale. Hanno iniziato a discutere della questione. Vi invitiamo a farne parte o a confrontavi direttamente con noi, perché ne va del futuro del nostro Paese.
Nella bozza di documento per questa assemblea ho notato fra l'altro che il governo del banchiere massone Draghi non viene nemmeno nominato. Secondo noi invece, esso rappresenta il nemico principale contro cui lottare.
Nell'immediato occorre costruire il più rapidamente possibile un largo fronte unito di tutte le forze politiche: sindacali, sociali, culturali e religiose, antidraghiane.
Il governo Draghi, composto da una disgustosa ammucchiata dei partiti della destra e della ‘sinistra’ borghesi che gli reggono il sacco, è il responsabile principale della devastazione ambientale e di tutti gli altri mali che affliggono le masse popolari, lavoratrici e studentesche.
È un ostacolo per la conquista del potere politico del proletariato e quindi va combattuto e spazzato via il prima possibile.
Allo stesso modo noi crediamo che il movimento Insorgiamo non può ignorare la guerra in Ucraina. Bisogna appoggiare la Resistenza ucraina e condannare l’invasione russa e al contempo opporsi risolutamente all’invio delle armi in Ucraina da parte dell’Italia, che deve uscire dalla Nato e dall’Ue, e non deve aumentare le spese militari al 2% del PIL.
L'indipendenza, l'autoderminazione e la libertà dei popoli sono principi sacri e inviolabili.
Ogni popolo deve essere prima di tutto padrone del proprio destino e ad ogni nazione va ricosciuto prima di tutto il diritto all'autodeterminazione.
L'antifascismo, l'antinazismo, così come la rivoluzione e il socialismo non si esportano con le armi.
Compagne e compagni, insorgiamo e uniamoci per dare le ali a un grande movimento rivoluzionario anticapitalista con alla testa il proletariato.
Grazie per l’attenzione.
 

18 maggio 2022