Esercitazione Nato in Sardegna
Missili, bombe e proiettili devastano le coste dell'Isola

 
Dal 5 al 27 maggio 2022 il mare Adriatico, lo Ionio, il Tirreno e il Canale di Sicilia sono stati interessati dall'esercitazione Nato denominata “Mare aperto 2022”, ma sono soprattutto l'intera costa meridionale della Sardegna ed entrambi i tratti a sud delle coste orientali e occidentali dell'isola che hanno dovuto sopportare maggiormente le conseguenze dell'esercitazione: qui è stata imposta la chiusura al pubblico di 17 tratti di mare e di costa dove è stato ordinato, a stagione turistica già iniziata e con un preavviso minimo da parte delle capitanerie di porto di Cagliari e di Oristano, il divieto di transito, sosta, pesca, balneazione e immersione.
Qui dal 17 al 27 maggio si è svolta una gigantesca esercitazione di sbarco anfibio con la partecipazione di tutte le forze armate dell'Italia e di sette Stati della Nato, per un totale di quattromila militari, 65 tra navi, sommergibili, aerei ed elicotteri che hanno lanciato sulle coste dell'isola missili, bombe e proiettili che hanno letteralmente devastato e sfigurato il litorale, dove neanche le spiagge destinate all'industria turistica sono state risparmiate.
Oltre ai circa 21.000 ettari dei tre poligoni militari di Teulada, Perdasdefogu e Capo Frasca, l’operazione ha interessato aree che in passato non erano mai state coinvolte in esercitazioni militari, come le acque e le coste di Sant’Antioco, di Porto Pino, di Capo Teulada, di Villasimius, di Poetto, di Cala Pira, di Capo Ferrato, di Porto Corallo e di Muravera.
L'indignazione della popolazione sarda, e non solo, contro l'esercitazione militare non si è fatta attendere.
La mattina del 20 maggio sindacati di base, movimenti antimilitaristi, pensionati e scuola hanno partecipato massicciamento allo sciopero contro la guerra, e molte centinaia di persone hanno attraversato in corteo Cagliari contro l'utilizzo delle armi e le esercitazioni militari che si svolgono periodicamente in Sardegna.
Sempre a Cagliari, nella serata del 20 maggio, una ventina di attivisti ha lanciato vernice rossa e una bottiglia incendiaria contro il comando militare dell'esercito in via Torino.
Il 22 maggio si sono svolte partecipate manifestazioni - indette dal Cagliari social forum e da Sardinia arestis, alle quali hanno aderito tutte le altre associazioni antimilitariste - per le strade di Sant'Anna Arresi e di Teulada per chiedere l'immediata cessazione dell'esercitazione “Mare aperto 2022”.
L'esasperazione popolare contro le forze armate e la politica militarista del governo Draghi - non certo assente in altri territori, come dimostra la contestazione a Taranto contro la marina militare dello scorso 16 marzo, dove una nave è stata presa a sassate e i militari insultati da numerosi attivisti - in Sardegna è particolarmente intensa: nell'isola, infatti, l'occupazione militare di amplissime porzioni del territorio devasta l’ambiente, sottrae terreno alle attività produttive e produce una monocultura economica la cui conseguenza immediata è il ricatto occupazionale, per cui si comprende che i militari non siano i benvenuti in quel territorio.

25 maggio 2022