Elezioni comunali parziali
In provincia di Reggio Calabria vince l’astensionismo
Nei 20 comuni al voto la diserzione aumenta di circa 4 punti percentuali rispetto al 40% del 2017. Delegittimati tutti i sindaci eletti
Continuiamo a propagandare con forza l’astensionismo tattico marxista-leninista. Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo
Dal corrispondente della provincia di Reggio Calabria e della Calabria
Alle amministrative del 12 giugno la diserzione dalle urne in provincia di Reggio Calabria aumenta di quasi 4 punti percentuali passando dal 40% del 2017, al 43,8%. Le elezioni hanno interessato 20 comuni di cui solo uno, Palmi, con popolazione superiore a 15 mila abitanti.
Nello specifico, la diserzione più alta si è registrata a Staiti (72,5%), quella più bassa a Campo Calabro (28,9%). Senza dimenticare le schede nulle e bianche che confermano ancora una volta primo “partito”, l’astensionismo. Un risultato straordinario considerando che le elezioni comunali sono sempre quelle più partecipate. A nulla servono le dichiarazioni ottimistiche rilasciate dalla deputata fascio-leghista Tilde Minasi, assessore regionale alle politiche sociali, che pur prendendo atto della netta vittoria dell’astensionismo, ha esaltato grazie “al buon operato”, il successo del suo candidato il sindaco di Caraffa del Bianco Stefano Marrapodi, riconfermato per la terza volta consecutiva con l’83,6% dei voti validi. Un successo tanto gonfiato quanto lontano dalla realtà perché in quel comune quasi il 60% degli elettori ha preferito disertare le urne.
Anche a Calanna, tra le falde dell’Aspromonte e lo stretto di Messina, il sindaco uscente Domenico Romeo, eletto per la prima volta nel 2012 per volere della cosca Greco-Princi e sostenuto dalla lista civica “La ginestra”, con l’84,9% dei voti validi, il 44,8% del corpo elettorale, è riuscito a ottenere il suo terzo mandato sbaragliando le avversarie Domenica Clemensi e Maria Pia Antonella Guarna, che insieme hanno ottenuto solo una manciata di voti.
A onor del vero, le elezioni comunali di Calanna stavano per saltare perché la candidata Guarna aveva inserito in lista una sua conoscente falsificandone la firma.
Venuto a conoscenza dell’accaduto, Romeo è stato costretto a implorare la donna affinché non sporgesse denuncia, promettendo in cambio del suo silenzio chissà quale “favore”. Episodio di una gravità inaudita che contribuisce a falsare e delegittimare pesantemente la vittoria ottenuta dal sindaco di “centro-sinistra” che in dieci anni di amministrazione non si può dire abbia cercato di contrastare lo spopolamento del paese, soprattutto da parte dei più giovani che in mancanza di scuole, lavoro e spazi di aggregazione, preferiscono trasferirsi altrove. Rieletti tutti i consiglieri uscenti che andranno a formare la “nuova” giunta del comune di Calanna. Troveremo la solita masnada di collusi e nullafacenti come l’arrogante fascista Michele Marcianò confermato con soli 3 voti. Vedremo se nei prossimi cinque anni l’amministrazione comunale riuscirà finalmente a promuovere concretamente il turismo, mettere in sicurezza le zone a rischio frane e potenziare la rete idrica.
Alla fine il “centro-sinistra” riesce a battere il “centro-destra” aggiudicandosi i tre comuni più importanti della provincia di Reggio Calabria. A Palmi il sindaco uscente Giuseppe Ranuccio ha avuto la meglio su Giovanni Barone, sostenuto da Forza Italia, Lega Salvini Calabria e Fratelli d’Italia, ed è stato rieletto al primo turno con il 64,5% dei votanti, poco più del 40% sul corpo elettorale. A Villa San Giovanni Giusy Caminiti sostenuta dalla lista civica Per Villa è stata eletta sindaco con il 57,6% dei voti validi, solo il 32,4% del corpo elettorale. Mentre a Bagnara Calabra, sempre per il “centro-sinistra”, Adone Pistolesi ha sconfitto Mario Romeo raccattando il 55,1% dei voti validi, il 25,7% del corpo elettorale.
Questi dati dimostrano come i nuovi sindaci della provincia di Reggio Calabria sono stati eletti da una minoranza dell’elettorato, mentre la maggioranza li ha puniti in maniera esemplare, astenendosi. Una conferma del fallimento del parlamentarismo e dell’elettoralismo borghesi. L’ennesima dimostrazione del clima di sfiducia che aleggia tra la popolazione reggina nei confronti delle marce istituzioni rappresentative borghesi, dei suoi governi e dei suoi partiti siano essi di “centro-destra” o “centro-sinistra”.
Poiché per il PMLI la madre di tutte le questioni è la conquista del potere politico da parte del proletariato che può avvenire solo seguendo la via dell’Ottobre, continuiamo a propagandare con forza l’astensionismo tattico marxista-leninista rivolgendoci soprattutto alle elettrici e agli elettori di sinistra per elevare la loro coscienza politica affinché il non voto venga concepito consapevolmente in chiave anticapitalista, per il socialismo. L’unica società in grado di dare benessere a tutto il popolo.
Non stanchiamoci mai di invitare tutti coloro, di ambo i sessi e di qualsiasi orientamento sessuale che vogliono il socialismo, a creare in ogni città e in ogni quartiere le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, cioè le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
22 giugno 2022