L’ambasciata russa in Italia conferma
Mosca ha pagato il volo a Salvini
Lo sporco ruolo del caporione fascioleghista per favorire con la sua sedicente “missione di pace” gli interessi imperialisti di Putin
In una nota diffusa il 10 giugno, l’ambasciata russa in Italia ha confermato di aver pagato il volo a Salvini e a tutte le persone che avrebbero dovuto accompagnarlo nella sedicente “missione di pace” a Mosca prevista per il 29 maggio e successivamente annullata in seguito alle polemiche scatenate soprattutto da Pd e Cinquestelle ma anche da ampi settori del “centro-destra” compreso qualche dissidente interno alla Lega fra cui il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
Abbiamo "assistito Matteo Salvini e le persone che lo accompagnavano nell'acquisto dei biglietti aerei" sottolinea fra l'altro la nota delle diplomazia russa in Italia. Un'assistenza necessaria per "le sanzioni" che hanno sospeso i collegamenti Roma-Mosca e rendono difficile l'acquisto dei biglietti di Aeroflot dall'Europa. Dopo l'annullamento del viaggio "per motivi ben noti” prosegue la nota “alla fine ci è stato restituito l'equivalente della cifra spesa per l'acquisto dei biglietti aerei in euro (con rispettivi documenti comprovanti)". Comunque, precisa ancora la nota dell'ambasciata russa: “A Mosca erano pronti a incontrare il rappresentante italiano al livello appropriato".
Dopo l’annullamento del viaggio “ci è stata restituita la cifra spesa: non ci vediamo nulla di illegale in tutte queste azioni. Quanto alle speculazioni sui nomi di specifici dipendenti dell'ambasciata, le riteniamo assolutamente inadeguate”, precisa ancora l’ambasciata russa. “I biglietti per Mosca sarebbero stati rimborsarti” da Matteo Salvini e dal suo entourage anche nel caso in cui il viaggio fosse avvenuto. “Noi abbiamo solo assistito il senatore e le persone” che lo avrebbero accompagnato “per superare il problema tecnico del pagamento in rubli”.
Rabbiosa la reazione di Salvini che continua a negare tutto e a sostenere che le spese di viaggio sono interamente a carico della Lega e dunque non c'è stato: “Nessun biglietto omaggio né viaggi pagati da Mosca” e minaccia di querelare “chi, a partire da media e politici, ha fatto o sta facendo insinuazioni e accuse a proposito del possibile viaggio a Mosca. A differenza di un gruppo editoriale che per anni ha distribuito in allegato 'Russia Oggi', la Lega non ha e non ha avuto accordi economici di alcun tipo con Mosca”.
La verità è che Salvini dal 24 febbraio si è messo opportunisticamente in modalità “pacifista” per almeno tre motivi: difendere gli interessi dell'imprenditoria del Nord danneggiata dalle sanzioni economiche alla Russia; coprire il suo ispiratore politico e finanziatore Putin; accreditarsi come il “mediatore di pace” che salva il mondo dal pericolo concreto di una terza guerra mondiale.
Nessun commento invece è arrivato sul ruolo a dir poco ambiguo svolto dal nuovo consulente per le relazioni internazionali della Lega, l'ex forzista Antonio Capuano.
Secondo quanto riferito da “La Verità” del 10 giugno, l'avvocato Capuano, organizzatore del viaggio a Mosca di Salvini, “mente” spudoratamente quando afferma che al momento di pagare i voli per la trasferta aveva avuto difficoltà con la carta di credito e auindi si sarebbe fatto dare i soldi per i biglietti da Oleg Kostyukov, primo segretario dell’ambasciata russa in Italia e figlio di Igor Kostyukov, direttore del servizio segreto militare di Mosca alle dirette dipendenze del ministero della Difesa.
Secondo “La Verità”, Kostyukov, dopo aver incontrato due volte Capuano il 27 maggio, avrebbe comprato personalmente i biglietti che il consulente della Lega avrebbe poi rimborsato. Circostanze seccamente smentite dalla Lega ma confermate in pieno dall'ambasciata russa in Italia che però non chiarisce le difficoltà incontrate nel portare a termine la transazione e soprattutto si rifiuta di commentare i legami di parentela del suo funzionario e il ruolo che ha svolto nell'operazione ritenendole “speculazioni assolutamente inadeguate” che tra l'altro non costituiscono “illegalità”.
Inoltre, secondo quanto riferisce il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, risulterebbe che, durante i preparativi per la “missione di pace” a Mosca a Capuano sarebbero anche arrivate richieste di spiegazioni da parte dell’ambasciata americana e lui ne avrebbe approfittato per sondare la possibilità di incontri tra Salvini con alcuni funzionari e politici Usa di alto livello.
Insomma, concude “La Verità”, Capuano “progettava di portare l’ex ministro dell’Interno in giro per il mondo a costruire un percorso di pace”, anche se non è chiaro se Salvini ne fosse al corrente.
In un altro articolo firmato dal vicedirettore de La Verità
, Giacomo Amadori, si racconta inoltre che Capuano è stato oggetto di plurime segnalazioni dell’antiriciclaggio a causa di sostanziosi trasferimenti di denaro provenienti da Kuwait e Romania. Secondo Amadori anche l'attuale compagna di Capuano, la modella camerunense classe 1995 Madeleine Mbone, che dispone di un patrimonio milionario frutto di presunti lasciti, è attenzionata dall'antiriclaggio.
Già nel 2012, si legge ancora nell'articolo, era stata segnalata un’operazione effettuata da Capuano insieme all’ex compagna Sabah al Sabah Manar, che appartiene alla famiglia dell’emiro del Kuwait. Sotto esame ora ci sono i suoi rapporti economici con Ibrahim Alghuseen, manager di una società di ingegneria: Capuano infatti avrebbe avuto la procura a operare sul suo conto fino alla chiusura dello stesso, ufficialmente al fine di gestire gli investimenti della sua famiglia. Inoltre, il consulente di Salvini ha un conto cointestato con Nasseredin Bachar, archietto kuwaitiano residente a Palermo dal 2018, sul quale sono arrivati “alcuni giroconti con un intermediario romeno” considerati sospetti.
La provvista al centro delle Segnalazioni di operazioni sospette (Sos) ha origine da un giroconto di 759mila euro effettuato da Alghuseen sul proprio conto, quello su cui Capuano aveva la delega. Gran parte di quel denaro, cioè 700mila euro – scrive La Verità
– è poi trasferito a un notaio per l’acquisto di un prestigioso immobile per Capuano e la sua compagna Mbone: allo stesso scopo arrivano altri 454mila euro dalla Romania, mentre l’avvocato ne mette di tasca propria 75mila. In tutto, dunque, oltre 1,2 milioni di euro che vengono poi rigirati dal conto del notaio a quello della Mbone come “restituzione deposito per compravendita a causa dell’accordo non stipulato”: la modella, infatti, non avrebbe ottenuto il mutuo richiesto per “mancanza reddituale”.
Movimenti che mettono in allarme i funzionari della banca, che annotano i “rilevanti flussi in entrata e in uscita da parte di nuova cliente presentataci da ex deputato legato a fondi sovrani del Kuwait“. L’operatività della coppia viene considerata “poco chiara e trasparente” e “meritevole di attenzione”, anche perchè “non si è certi dell’integrale legittimità dell’origine e della destinazione dei flussi finanziari”. Persino il consulente finanziario di Alghussen, si legge nei documenti consultati da La Verità
, “riporta dubbi di una possibile gestione fittizia della posizione patrimoniale nel suo complesso”. Gli addetti ai controlli antiriciclaggio mettono nero su bianco i loro sospetti, cioè che sia la Mbone che Alghussen “possano fungere da prestanome dell’avvocato Capuano”.
22 giugno 2022