Intervento di Andrea Cannata a nome della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI alla “Festa della Riscossa Popolare”
“Unità Popolare, a cui aderiscono anche PMLI e Carc, potrebbe diventare un laboratorio politico di fronte unito”
Cari compagni e care compagne,
sono Andrea militante della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI e ringrazio i compagni e le compagne dei Carc e in particolar modo il compagno Luigi Sito per l’invito alla Festa della Riscossa Popolare su di un tema molto importante come quello della critica al governo del massone Draghi, un esecutivo antipopolare, nemico giurato della classe operaia e delle masse popolari, allergico alla pace, come stiamo vedendo nella terribile guerra di aggressione del nuovo zar Putin contro il popolo ucraino. Vogliamo, però, dare la piena solidarietà ai Centri sociali “Sgarrupato” e “Eta Beta” sotto attacco della giunta antipopolare del burattino di Draghi, De Luca e Conte, il barone universitario Gaetano Manfredi, che dopo nemmeno un anno dalla sua salita a Palazzo S. Giacomo ha messo la camicia nera e deciso di sgomberare queste due bellissime realtà napoletane che hanno una importante ricaduta in quartieri popolari come Montesanto e i Ventaglieri.
Noi marxisti-leninisti respingiamo con forza questa ignobile e vigliacca decisione, ordita dall’assessorato di Chiara Marciano che, sposando l’idea di un nuovo quanto fantomatico “polo giovanile” - di cui non si conoscono i contenuti - vuole “riutilizzare” a modo suo, secondo la linea politica della giunta di “centro-sinistra” sfruttando indebitamente tutto il lavoro fatto negli ultimi 15-20 anni dai giovani, e non solo, attivisti di questi centri sociali: diciamo, dunque, un forte NO a questa iniziativa grave e provocatoria che va ricacciata nelle stanze del palazzo da dove è nata.
Fin dal primo documento del nostro Partito del 19 febbraio 2021 abbiamo definito l’attuale governo come espressione del capitalismo, della grande finanza e dell’Unione europea imperialista, composto da una disgustosa ammucchiata dei partiti della destra e della “sinistra” borghesi. Esso è il risultato di un vero e proprio golpe bianco ordito dal presidente della Repubblica Mattarella, come una purtroppo risicata parte della stampa ha immediatamente denunciato, aprendo di fatto alla fine del governo parlamentare voluto dalla Costituzione del 1948, spalancando contemporaneamente alla repubblica presidenziale secondo i desiderata dei vecchi golpisti come l’ex repubblichino e capo della P2 Licio Gelli.
È un governo che va combattuto senza concedere nulla, con la piazza e va buttato giù quanto prima atteso il programma neofascista che, se realizzato in pochi mesi, farebbe rimpiombare l’Italia indietro negli anni. Nel suo discorso di insediamento Draghi ha parlato di governo apertamente “europeista e atlantista”; “siamo il governo dei rimpatri dei migranti”, scavalcando a destra il razzista e fascista Salvini; ha affermato che è finita l’epoca del “divieto di licenziamento, che possono essere colpiti anche i lavoratori a contratto a tempo indeterminato” richiamando, secondo una sua acrobatica interpretazione, l’art. 3 della Costituzione: “sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche”.
Nulla è stato fatto per il Mezzogiorno, cui doveva invece essere destinato almeno il 75% del Recovery Plan, non c'è uno straccio di programma di sviluppo e industrializzazione delle aree più povere del Sud: a pagare le spese sono stati subito le operaie e gli operai della Whirlpool licenziati definitivamente dopo che due ministri del Lavoro, il ducetto Di Maio prima e il PD Andrea Orlando poi, in collaborazione con il leghista Giorgetti, non riuscivano a risolvere al tavolo con i padroni e i pescecani made in Usa, al punto che spesso i lavoratori hanno denunciato che ai tavoli presso il ministero di Orlando e Giorgetti non c’era neanche l’ombra, non partecipavano mai.
La nostra opposizione al governo Draghi non può che essere netta, intransigente, senza esclusione di colpi, sconti e soste: ma noi siamo evidentemente pochi e da soli non bastiamo per rendere dura e difficile la vita a questo governo. Occorre costruire il più rapidamente possibile un largo fronte unito di tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antidraghiane. Unità Popolare”, dove tra le organizzazioni sostenitrici figurano il PMLI e i Carc, potrebbe essere un laboratorio politico di fronte unito che potrebbe creare seri problemi alle istituzioni locali e nazionali in camicia nera, atteso che si stanno moltiplicando le iniziative come quella che ha portato più di 10mila persone in piazza contro la base Nato di Coltano e organizzata direttamente e in prima fila da PMLI e Carc, ma anche PCI e altri attivisti di questo importante Coordinamento.
L'Italia di Draghi, del capitalismo e della dittatura della borghesia non è la nostra Italia, ma dovrebbe essere quella che vede il dominio del proletariato e del socialismo, la cancellazione di ogni tipo di disuguaglianza e l'inizio della soppressione delle classi che avverrà, secondo noi marxisti-leninisti, nel comunismo, la fine della disoccupazione e della povertà, il lavoro per tutti, il benessere del popolo, piena libertà e democrazia per il popolo. In sostanza una nuova economia e un nuovo Stato modellati secondo gli interessi del proletariato e delle masse lavoratrici e in grado di affrontare qualsiasi emergenza, a partire da quella sanitaria.
Siamo d’accordo con la parola d’ordine che questo governo, oltre ad essere nemico dei lavoratori e delle lavoratrici, è anche un governo guerrafondaio e con l’appoggio dell’atlantista e fedele cane da guardia di Draghi, Di Maio, la situazione non può che peggiorare con l’intervento quasi diretto dell’esecutivo in questa guerra. La spinta di Draghi e dei suoi ministri con l'invio di armi all’Ucraina senza uno straccio di trattato di diritto internazionale intercorrente tra i due paesi e scavalcando completamente il Parlamento ormai ridotto a cassa di risonanza del governo, la dice lunga sullo strapotere del massone e banchiere che probabilmente si sta preparando per mettere i semi di un proprio partito personale pronto a presentarsi alle prossime elezioni, semmai inglobando la destra del M5S ormai rappresentata dai fuoriusciti del ducetto Di Maio.
Detto questo siamo con il popolo ucraino che sta resistendo eroicamente all’imperialismo russo del nuovo zar Putin che ultimamente, in uno slancio di onnipotenza, si è paragonato a Pietro il Grande; lo scoppio della guerra in Ucraina ha creato molta confusione fra le masse popolari bombardate dalla martellante propaganda guerrafondaia del governo Draghi e vittime della asfissiante campagna mediatica atlantista, europeista e interventista che lo accompagna. A nostro sommesso avviso un po’ di confusione si è creata perfino nelle nostre file in riferimento alla posizione giusta da prendere. Alcuni compagni di lotta e di vecchia militanza antimperialista, anticapitalista e antifascista, oltre a essere confusi dalla propaganda menzognera di Putin, dei suoi sostenitori e dei suoi agenti, sono condizionati dal fatto che l'Ucraina è appoggiata anche dagli Usa, dalla Nato e dall'Ue imperialisti. Non sono bastati, pertanto l’attacco di Putin alla Rivoluzione d’Ottobre e a Lenin nel suo discorso di inizio guerra; il tentativo di rimozione delle statue di Lenin e Stalin nell’anniversario della guerra patriottica di vittoria contro il nazifascismo; le decine di migliaia di arresti di chi protestava contro Putin in patria; e nemmeno i principi fondamentali, fatti propri anche in alcune parti dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, che Lenin evidenziò nell’opera “L’imperialismo fase suprema del capitalismo”: la sovranità, l'indipendenza e la libertà di ogni paese sono inviolabili e vengono prima di tutto il resto; ogni popolo è padrone del proprio destino; ogni nazione ha diritto all'autodeterminazione e soprattutto che l'antifascismo e l'antinazismo, così come la rivoluzione e il socialismo non si esportano con le armi.
La nuova contraddizione principale non è solo che abbiamo un'aggressione in atto di Putin al popolo ucraino, ma quello dell'avanzata di un nuovo imperialismo aggressivo, quello russo, che si metterà in competizione con quello degli Usa, della Nato, della Ue e del socialimperialismo cinese, con le popolazioni pronte ad essere carne da macello per gli interessi di questi biechi governanti e i loro lacchè. Ciò che preoccupa, infatti, è proprio il governo Draghi: troppo poco dire che esso è solo un “servo degli Usa, della Nato e dell'Ue”; trattasi invece di uno degli attori di primo piano di queste organizzazioni internazionali imperialiste e della loro politica di aggressione. Con il voto all’unanimità del Senato, l’esecutivo fornirà armi di qualsiasi taglio all’Ucraina, di fatto entrando in guerra con la Russia ed esponendo il nostro popolo a pericolose ritorsioni militari. Tale infausta decisione, e le decisioni sulla proclamazione dello stato di emergenza fino al prossimo dicembre, sull'aumento delle spese militari al 2% del Pil e sulla preparazione dell'esercito al combattimento e agli scontri tra gli eserciti prescritta dalla circolare del capo di Stato Maggiore dell'esercito, sono segnali inequivocabili che l'imperialismo italiano si prepara a nuovi interventi militari e a partecipare a una guerra mondiale tra le superpotenze, che si staglia sullo sfondo dello scenario internazionale.
Il vero obiettivo non è quello di confondersi dietro la stampa e la televisione del regime neofascista, ma pensare fin da subito come prevenire tutto ciò, per evitare che il popolo italiano diventi ancora una volta carne da cannone. Intanto cacciando quanto prima questo governo diretto dal banchiere massone Mario Draghi con i cortei e la piazza, intensificando la lotta di classe per risolvere i problemi immediati delle masse riguardo il lavoro, l'orario di lavoro, le delocalizzazioni, il carovita, le bollette, i salari, la pensione, la salute, i brevetti sui vaccini, la sicurezza sul lavoro, la scuola e l'Università, l'acqua pubblica. Bisogna anche lottare per l'uscita dell'Italia dalla Nato e dall'Ue, per il ritiro di tutte le missioni militari all'estero, per la giustizia climatica e le fonti energetiche rinnovabili; contro l'esercito europeo, il nucleare, il disegno di legge Concorrenza, l'autonomia differenziata.
Avanti verso un nuovo “autunno caldo” di lotte della classe operaia e delle masse popolari per buttare giù il governo imperialista del banchiere massone Draghi, uniamoci insieme in un fronte unico antidraghiano!
Grazie.
6 luglio 2022