Dopo la grave repressione antisindacale e fascista
A Reggio Calabria, presidio USB contro gli arresti dei sindacalisti a Piacenza
Dal corrispondente dell'Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
Giovedì 21 luglio, all'indomani del provvedimento repressivo fascista messo in atto
della procura di Piacenza nei confronti di alcuni dirigenti sindacali Usb e Si Cobas,
arrestati ingiustamente con la falsa accusa di aver realizzato una associazione a
delinquere, davanti la prefettura di Reggio Calabria si è svolto un presidio indetto
dall'Unione sindacalisti di base con lo slogan “Le lotte operaie non si processano!
Aldo, Arafat, Bruno, Carlo, Fisal, Issa, Riadh e Roberto, liberi subito!”. L'unica
“colpa” che si può attribuire ai suddetti sindacalisti è quella di aver diretto con
coraggio e determinazione gli scioperi nei magazzini della logistica di Piacenza dal
2014 al 2021.
In quegli anni i picchetti, gli scioperi, le occupazioni dei magazzini e le stesse
assemblee sindacali, sono stati vergognosamente considerati dai magistrati
“fatti criminosi” mentre la lotta per ottenere condizioni migliori di
lavoro una “estorsione”. Un odioso atto antisindacale che dimostra come la
magistratura italiana sia sempre più assoggettata al potere politico di questo o quel
governo in carica al servizio del regime capitalista e neofascista.
Per l'Usb non ci sono dubbi: “Siamo di fronte ad un attacco politico, al tentativo di
impedire che nel settore della logistica, centrale all’interno della catena del valore,
si rafforzi il sindacalismo conflittuale e di classe, e con esso la capacità dei
lavoratori di opporsi allo strapotere delle grandi aziende, rese ancor più forti grazie
alla complicità di Cgil-Cisl-Uil”.
Nonostante l'appello fosse stato esteso a tutte le forze sociali e politiche presenti
sul territorio, in piazza Italia era presente solo una delegazione del partito della
Rifondazione Comunista. Per il PMLI che ha tempestivamente espresso la sua
solidarietà attraverso un comunicato stampa, tutto il movimento sindacale a
cominciare dalla Cgil, deve reagire con forza e con la mobilitazione delle lavoratrici
e dei lavoratori per non lasciare soli i sindacalisti di base.
Le lotte operaie contro lo sfruttamento capitalistico non si processano!
Liberare subito i sindacalisti arrestati!
27 luglio 2022