Indetto dall'Usb
Successo dello sciopero generale della logistica
In 5 mila alla manifestazione nazionale a Piacenza
Dal Corrispondente dell’Emilia-Romagna
L’indagine contro 8 dirigenti sindacali di Si Cobas e Usb, 6 dei quali messi agli arresti domiciliari, lo scorso 19 luglio sotto la falsa accusa di associazione a delinquere, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio, per aver diretto con coraggio e determinazione gli scioperi nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021, ha innescato una serie di forti e motivate proteste da parte del sindacalismo di base con scioperi e manifestazioni in molte città del paese, in particolare nel settore della logistica, al centro delle indagini della Procura di Piacenza e settore simbolo sia del commercio capitalistico che della privazione sistematica dei diritti dei lavoratori e della repressione padronale, in particolare dei lavoratori migranti largamente utilizzati nella movimentazione e trasporto merci.
Alla notizia degli arresti sono partite immediatamente manifestazioni spontanee da Milano, a Pavia, a Cremona, e ovviamente a Piacenza dove un
centinaio di lavoratori hanno protestato davanti alla Questura di Piacenza dove si è anche tenuta una conferenza stampa del SI Cobas.
I Sindacati di base hanno prontamente proclamato lo sciopero generale della logistica a partire dal turno di notte dello stesso giorno e per 24 ore.
Il giorno seguente oltre 500 iscritti e sindacalisti Si Cobas e Usb hanno manifestato in Piazza a Bologna davanti alla Prefettura e iniziative simili si sono svolte in altre città.
Il 21 si sono svolte iniziative di sciopero promosse da SI Cobas, Adl Cobas e Usb, che hanno registrato in molti casi l’adesione del 100% dei lavoratori, i lavoratori si sono organizzati in scioperi e manifestazioni sui luoghi di lavoro e dinnanzi alle Prefetture, inspirando iniziative simili anche in aziende di altri comparti produttivi. Coinvolti tutti gli operatori del trasporto, Dhl, Sda, Fedex, Brt, Gls e altri ancora, nei poli sparsi un po’ in tutto il paese.
Tante altre manifestazioni, organizzate dai sindacati di base e che hanno raccolto l’adesione e la partecipazione di forze politiche e sociali, si sono svolte anche il 22, dall’iniziativa ad Ascoli Piceno sino a quella a Ragusa, dove circa 500 manifestanti, composti prevalentemente da lavoratori migranti hanno manifestato, sfilando per le strade e poi incontrando il viceprefetto, mentre la Regione Sicilia non si è presentata alla richiesta di incontro per chiedere che si faccia di tutto per ritrovare Daouda Diane, 38enne ivoriano entrato in un cementificio e svanito nel nulla dopo aver postato un video di se stesso mentre era intento a lavorare e che i padroni dicono di non conoscere nemmeno.
Usb Migranti e Usb Lavoro Agricolo hanno evidenziato come esista “un filo conduttore che lega l’attacco della magistratura di Piacenza ai sindacalisti che rappresentano i lavoratori, spesso anche loro stranieri vittime dello sfruttamento, alla sparizione di Daouda da un territorio in cui le aziende si arricchiscono sulla schiena dei braccianti, nel nome della produzione agricola fiore all’occhiello del “Made in Italy”, “un filo fatto di libertà di sfruttamento, negazione dei diritti, lavoro grigio e nero, colorato da spruzzi di sangue”.
Al culmine di questa mobilitazione si è svolta sabato 23 a Piacenza una manifestazione nazionale dove migliaia di manifestanti hanno sfilato combattivi dietro lo striscione “Le lotte operaie non si processano” per chiedere il rilascio dei sindacalisti arrestati. (servizio a parte)
Sinora sono stati i sindacali di base a mobilitarsi contro questo odioso e antisindacale atto della procura di Piacenza, occorre invece che tutto movimento sindacale, a cominciare dalla CGIL, reagisca con forza e con la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori.
Liberare subito gli arrestati!
27 luglio 2022