Proteste in Cina, esposto il ritratto di Mao
Le autorità ricorrono anche al sistema di controllo antipandemico per bloccare la protesta
Diverse centinaia di manifestanti hanno protestato lo scorso 10 luglio a Zhengzhou, capoluogo della centrale provincia dell'Henan non molto distante da Pechino, davanti alla sede locale della Banca popolare cinese chiedendo di poter utilizzare i propri risparmi depositati nei conti correnti bancari e bloccati da alcuni mesi in seguito all'indagine avviata dalla banca centrale del paese sulle sospette truffe dei gestori di sei banche locali nelle zone rurali.
I manifestanti chiedevano di avere indietro i loro soldi mentre esibivano striscioni e ritratti di Mao Zedong, niente affatto dimenticato dalle masse popolari cinesi e sbandierato in questo caso nella denuncia di un caso di corruzione.
Truffati e impossibilitati a recuperare i propri risparmi avevano iniziato a mobilitarsi e organizzato la manifestazione di protesta a Zhengzhou che le istituzioni locali del nuovo imperatore Xi jinping hanno tentato di boicottare ricorrendo persino alla falsificazione dei dati del sistema di controllo della pandemia e avvisato i possibili manifestanti di essere positivi al Covid e quindi di non muoversi da casa. Il giochetto non ha funzionato, la protesta ha avuto luogo e il presidio della sede locale della Banca popolare cinese è proseguito nonostante le diffide dei funzionari della polizia a smobilitare fino a quando un manipolo di uomini senza alcuna uniforme la ha caricato e disperso.
27 luglio 2022