Gravissima repressione antisindacale fascista
Arrestati ingiustamente sei sindacalisti SI-Cobas e USB
Sciopero generale della logistica proclamato da USB. Proteste e solidarietà anche da parte del PMLI e de "Il Bolscevico"
A distanza di poco più di un anno dagli arresti del segretario provinciale e del vicesegretario del Si-Cobas; nella notte tra il 18 e 19 luglio, la Digos e la squadra mobile di Piacenza su ordine del procuratore Grazia Pradella hanno dato il via a una nuova ondata di arresti, sequestri e perquisizioni a carico di 8 dirigenti sindacali del Si-Cobas e dell'Usb protagonisti degli scioperi condotti nei magazzini della logistica tra il 2014 e il 2021 a Piacenza.
Quattro dirigenti del Si-Cobas, fra cui il coordinatore nazionale Aldo Milani, e due sindacalisti dell'Usb sono finiti agli arresti domiciliari. Mentre altri due delegati sindacali dell'Usb risultano indagati a piede libero ma con obbligo di firma e divieto di dimora nel territorio piacentino.
Sulle loro teste pendono ben 150 capi di imputazione fra cui associazione per delinquere, estorsione, violenza privata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio.
Si tratta dell'ennesima e gravissima repressione antisindacale di chiaro stampo fascista messa in atto dal governo (dimissionario) Draghi e dalla Procura di Piacenza ad esso asservita, che mira a criminalizzare e delegittimare le coraggiose lotte dei lavoratori contro lo sfruttamento e in difesa dei propri diritti e tutele salariali, sindacali e sanitarie nel principale hub italiano utilizzato dalle multinazionali del settore della logistica e della commercializzazione a cominciare da Amazon, Ikea, Fed-Ex, Tnt, Leroy Merlin, Gls, Sda.
La procura di Piacenza, è bene ricordarlo, è la stessa che aveva chiesto solo 8 mesi di pena per l’autista assassino che aveva investito e ucciso Abd El Salam, il sindacalista egiziano della Usb, 53 anni, padre di 5 figli, durante un picchetto operaio davanti ai cancelli della logistica Gls Italy Spa il 14 settembre 2016. Il processo si è concluso nel luglio 2020 con la piena assoluzione del camionista.
Va anche sottolineato come questa nuova ondata di arresti arriva beffardamente a meno di 24 ore dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha revocato il foglio di via emesso proprio dalla questura di Piacenza il 14 ottobre 2021 contro un delegato del Si-Cobas in seguito al primo storico sciopero organizzato davanti al magazzino Amazon di Castel San Giovanni.
“Questa operazione – denuncia il Si-Cobas in un comunicato - ha l’obbiettivo di infangare e screditare il sindacalismo conflittuale nel suo insieme, strumentalizzando singoli episodi, del tutto fisiologici, di dialettica interna tra i lavoratori di diversa appartenenza di sigla all’interno di singoli magazzini, travisando volutamente i fatti, i termini e i contenuti di alcune dure vertenze sul territorio piacentino allo scopo di presentare le lotte contro lo sfruttamento e i salari da fame come una sorta di 'faida' tra sindacati per accaparrarsi qualche iscritto in più”.
Che la logistica fosse da tempo nel mirino del governo e di una parte della magistratura ad esso asservita “era cosa chiara da tempo” prosegue la nota. Ma “ora si è andati oltre: con l’obiettivo di proteggere l’intera filiera che va dalla produzione alla commercializzazione delle merci, hanno sferrato un durissimo attacco al sindacalismo in un settore che non ha nemmeno una normativa antisciopero. Quello della logistica è l’anello più importante dell’intera filiera, e la sensazione è che questo attacco sia strumentale per preparare il terreno a una modifica, ovviamente peggiorativa, della normativa sullo sciopero”.
La logistica è infatti “uno degli snodi centrali dell’economia capitalista di nuova generazione, la circolazione delle merci è un ganglio determinante della catena del valore ed è lì che la contraddizione si esprime a livello più alto: sfruttamento della manodopera, per lo più straniera e ricattabile, utilizzo senza freni degli appalti e subappalti a cooperative anche con infiltrazioni, nemmeno troppo sotterranee, della malavita organizzata, diritti sindacali inesistenti e sistematicamente violati e quindi è lì che le lotte sono più dure e determinate e lì colpisce la repressione”.
Nelle 350 pagine che compongono l'ordinanza di arresto la procura piacentina e la Digos accusano fra l'altro gli indagati di aver “dato vita a due distinte associazioni per delinquere finalizzate ad introitare i proventi derivanti dalle sostanziose conciliazioni lavorative e dal tesseramento dei lavoratori” a seguito dei “conflitti che venivano artificiosamente creati”.
Dietro i “numerosissimi picchettaggi” e “azioni di protesta apparentemente rivolte alla tutela dei diritti dei lavoratori - rincara la questura - si celavano azioni delittuose finalizzate ad aumentare sia il conflitto con la parte datoriale sia tra le opposte sigle sindacali, al fine di aumentare il peso specifico dei rappresentanti sindacali all’interno del settore della logistica” con lo scopo di “Ottenere vantaggi che esulavano dai diritti sindacali apparentemente tutelati”.
I soldi ricavati, accusano ancora gli inquirenti: “servivano inoltre ai vertici dell’organizzazione, oltre che per un diretto guadagno personale, anche per alimentare le figure intermedie dei delegati, da tenere a libro paga del sistema, con la prospettiva di ‘carriera’... Le singole multinazionali o i datori di lavoro erano sottoposti ad una condizione di esasperazione” che “li costringeva ad accettare le richieste economiche che gli venivano fatte”.
Sotto accusa anche “i troppi scioperi” che sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale”.
Un’accusa a dir poco ridicola dal momento che la missione principale di un sindacato è proprio quella di lottare per ottenere migliori condizioni di salario, di vita e di lavoro per i lavoratori e tanto più per i sindacati di base (Usb, Si Cobas, Adl Cobas) che non hanno sottoscritto il contratto nazionale siglato dai confederali contestandolo apertamente nei contenuti.
Immediata e coraggiosa la reazione del sindacalismo di base con decine di presidi organizzati a tambur battente sotto le prefetture delle maggiori città italiane e la chiamata a una manifestazione nazionale a Piacenza (vedi articoli a parte) per ribadire che: “questa è una cosa che non riguarda solo Usb e Si-Cobas ma l’intero mondo sindacale. Qui è in gioco la libertà di tutti”.
L’Usb denuncia fra l'altro come si stia tentando di “costruisce un vero e proprio teorema giudiziario” basato su “fatti criminosi quali picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee”. E per questo ha proclamato subito 24 ore di “sciopero
generale della logistica” dal 19 al 20 luglio.
Il Si-Cobas fa notare inoltre come gli arresti siano il frutto avvelenato di una recentissima modifica legislativa approvata alla chetichella dal governo Draghi su esplicita richiesta dei big della logistica e attacca: “È altrettanto evidente il legame tra questo teorema repressivo e il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su desiderata di Assologistica, con la modifica dell’articolo 1677 del codice civile tesa ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici”.
Piena solidarietà ai sindacalisti arrestati è stata espressa anche dal PMLI e dal suo organo di stampa “Il Bolscevico” che in un comunicato stampa sottolineano fra l'altro: “In realtà i suddetti sindacalisti dirigevano con coraggio e determinazione gli scioperi nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021.
Manifestamente questo odioso e antisindacale atto della procura di Piacenza è in
difesa dei padroni e contro i lavoratori e il diritto di sciopero.
Il governo Draghi non lo può coprire e deve esprimere subito il suo dissenso.
Altrimenti conferma che siamo in un regime capitalista e neofascista.
Tutto il movimento sindacale, a cominciare dalla CGIL, deve reagire con forza e con la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, non lasciando soli i sindacalisti di base.
In ogni caso va appoggiato lo sciopero generale della logistica indetto da Usb.
Liberare subito gli arrestati!
”.
27 luglio 2022