A Soverato, in provincia di Catanzaro
Lavoratrice picchiata dal padrone al quale chiedeva la paga concordata
Immigrata supersfruttata in uno stabilimento balneare: 600 euro al mese per 10 ore al giorno
Dal Responsabile del PMLI per la Calabria
Urla in faccia, mazzate, calci, tirate di capelli e un telefono distrutto. È il bilancio della brutale aggressione consumatasi in uno stabilimento balneare in provincia di Catanzaro. La vittima è Beauty, lavoratrice nigeriana di 25 anni, che in seguito è dovuta ricorrere alle cure dell’ospedale di Soverato dove le hanno somministrato degli antidolorifici e diagnosticato la frattura di un dito.
A scatenare l’ira dell’ignobile proprietario del ristorante lido Mare nostrum
, Nicola Pirroncello, figlio di un carabiniere, è stata la richiesta da parte della giovane della paga pattuita, 600 euro al mese per 10 ore di lavoro al giorno, quando a inizio stagione aveva prestato servizio con la mansione di lavapiatti. Dopo una settimana, la ragazza aveva deciso di lasciare l’impiego a causa dei turni massacranti e delle continue vessazioni subite. Secondo il legale di Beauty, residente a Soverato con regolare permesso di soggiorno e mamma di una bambina di 4 anni, alla fine di luglio era stato effettuato un bonifico di soli 200 euro, per questo motivo la sua assistita si era recata nel locale a reclamare il resto dello stipendio.
Nel video registrato in diretta Facebook dalla lavoratrice, si vede chiaramente lei che dice “Dove sono i miei soldi?”. “Ci sono avvocati, carabinieri”, risponde il padrone. “Chiama i carabinieri, chiama tutti”, afferma Beauty, “Io non vado via”. “Questa è casa mia”, replica l’uomo che poi, accorgendosi del video trasmesso sui social, inizia a picchiare selvaggiamente la ragazza, distruggendole il telefonino.
Numerosi i messaggi di solidarietà da parte dei sindacati, confederali e non, all’indomani dell’accaduto.
Per la Filcams Cgil Calabria “È indecente vivere in un Paese dove chi lavora subisce ancora certi trattamenti, mentre chi utilizza il suolo pubblico in concessione fa il padrone perché pensa che quel bene comune è un suo diritto a prescindere o meno dal rispetto delle regole, dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, dello Stato”. Per l’Usb invece “Sono decine di migliaia le persone che subiscono vessazioni e maltrattamenti sui luoghi di
lavoro, sono decine di migliaia i lavoratori e le lavoratrici in nero o in grigio sfruttati e sottopagati che garantiscono ai turisti una comoda vacanza e ai padroni dei lauti guadagni”.
Anche noi marxisti-leninisti esprimiamo piena solidarietà alla giovane lavoratrice per il coraggio avuto a denunciare e affrontare a viso aperto il suo padrone, rivendicando il suo sacrosanto diritto. Una nuova dimostrazione di come la pandemia Covid abbia ulteriormente peggiorato le condizioni di lavoro degli immigrati stagionali trattati come veri e propri schiavi, manodopera da sfruttare a basso costo da impiegare per i lavori più degradanti e per soddisfare le esigenze del profitto capitalistico.
Affidiamoci alla lotta di classe e di piazza per chiedere con forza l’abrogazione di tutte quelle normative (in primis Jobs Act e Decreti Sicurezza) attuate negli anni dai governi di “centro-destra” e “centro-sinistra”, al servizio del regime capitalista e neofascista, che cancellano di fatto i diritti dei lavoratori stagionali e che non garantiscono la loro regolare occupazione.
31 agosto 2022