Su proposta del presidente regionale di “centro-destra” Occhiuto
La Calabria aumenta gli stipendi dei dirigenti delle aziende sanitarie e ospedaliere
Eppure la regione è all’ultimo posto per la qualità dei servizi sanitari
Dal Responsabile del PMLI per la Calabria
Il 29 luglio scorso, il Consiglio regionale della Calabria su proposta del governatore di “centro-destra” Roberto Occhiuto, ha approvato la proposta di legge numero 88, recante la “modifica dell’articolo 65 della legge regionale del 12 giugno 2009”, che ha abrogato la riduzione del 20% del trattamento economico dei vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere stabilita dall’allora giunta di “centro-sinistra” capeggiata dal democristiano Agazio Loiero. L’aumento degli stipendi, entrato in vigore ad agosto 2022, comporterà per quest’anno un costo aggiuntivo di oltre 400mila euro e di circa un milione di euro per il biennio 2023-2024. Nello specifico, il compenso lordo attuale di un direttore generale è passato da 167.555,18 euro a 209.443,93 euro. Questa dispendiosa manovra che mortifica la Calabria, ultima per i livelli essenziali di assistenza offerti, sarà coperta con le risorse del Fondo sanitario regionale.
La proposta di legge depositata due giorni prima dell’approvazione dai capigruppo di “centro-destra”, tra i quali la masso-leghista Simona Loizzo e il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Neri, più volte finito nel mirino dalla Dda di Reggio Calabria per il presunto sostegno elettorale della cosca Araniti, sebbene fosse l’ultimo dei 13 punti all’ordine del giorno, su richiesta del consigliere Arazzuolo (FI) è stata discussa in apertura per poi essere approvata non dopo aver assistito alle solite patetiche “scaramucce” tra minoranza e maggioranza.
Per giustificare l’aumento degli stipendi, il presidente della Regione Occhiuto si è appellato opportunisticamente ad una sentenza della Corte costituzionale “che ha detto chiaramente come il commissario da solo non basti, e che per risolvere i problemi della sanità calabrese, il governo dovrebbe mettere a disposizione dei commissari, i migliori in assoluto, vista la gravità dei problemi della Calabria”.
Insomma, i direttori sanitari e i commissari “più bravi e competenti” devono essere superpagati se davvero si vuole risollevare le sorti del fragile sistema sanitario calabrese. Perché sempre secondo Occhiuto, “I direttori sanitari delle Aziende sanitarie ospedaliere guadagnano molto meno di un consigliere regionale, ma molto meno anche di un responsabile di un’Unità operativa complessa, molto meno di un primario!”. Non una parola è stata invece spesa - a ragion veduta - per spiegare le cause e le responsabilità enormi da parte delle giunte regionali borghesi di “centro-destra” e “centro-sinistra” che hanno distrutto il già fragile sistema sanitario calabrese dandolo in pasto ai pescecani privati collusi con la massoneria e la ‘ndrangheta che ha causato un deficit di circa due miliardi di euro. Non a caso le principali Asp della Calabria sono state commissariate per infiltrazione mafiosa.
Ormai non dovrebbe più stupire se in Calabria si muore per un’ambulanza che non arriva o per una banale appendicite. È il prezzo pagato dai calabresi, considerati cittadini di serie B.
Noi marxisti-leninisti non ci stancheremo mai di ricordare che il governatore Occhiuto è stato tra i primi ad applaudire la criminale chiusura degli ospedali e dei pronti soccorso, con conseguente riduzione del personale medico e infermieristico, attuata da uno dei suoi predecessori di “centro-destra”, il fascista di “boia chi molla” Giuseppe Scopelliti. Stando così le cose, perdurando il clientelismo e il malaffare connaturati al marcio sistema economico capitalista, sarà impossibile sistemare i conti affidandosi alla “competenza” profumatamente retribuita dei “migliori in assoluto”.
Occorre invece appianare subito il debito della sanità calabrese e porre fine una volta per sempre all’inutile commissariamento. Solo una sanità pubblica, universale, laica e gratuita controllata direttamente dal popolo che disponga di strutture capillari di cura e prevenzione su tutto il territorio e di un adeguato numero di medici e infermieri, potrà mettere un punto definitivo a questo scempio.
7 settembre 2022