Lettere
Il Coordinamento Politico Unità Popolare mette in pratica gli insegnanti di Mao e rafforza il legame che il PMLI ha con i cinque Maestri
Ritengo molto positivo l'appoggio immediato che il Partito ha concesso sin da subito alla nascita del Coordinamento Politico Unità Popolare. La creazione di tale coordinamento non dev'essere l'ennesima coalizione elettorale per il parlamentarismo borghese, come sottolineato dal compagno Erne Guidi, ma uno strumento politico necessario e ulteriore per lo sviluppo e la continuazione della lotta di classe e delle rivendicazioni popolari nel breve e nel lungo termine. Tutto ciò rappresenta, inoltre, l'attuazione del fronte unito di classe che mette in pratica gli insegnanti di Mao e che rafforza in maniera ancora più indissolubile il legame che il Partito ha con i cinque Maestri del proletariato internazionale.
Avanti con forza e fiducia verso la strada per il socialismo!
Francesco - Fano (Pesaro Urbino)
Spingo i compagni ad avvicinarsi a Unità Popolare
Volevo saper se il modesto contributo è arrivato e ringraziarvi già per il materiale graditissimo, ragion per cui v’invio una foto.
Come ogni anno, vi scrivo un aforisma di Mao: Le classi combattono tra loro, alcune hanno la meglio, altre la peggio. Così accade nella storia della civilizzazione da centinaia di anni.
Molti compagni stanno lasciando il PC di Rizzo, sono in contatto con alcuni di loro affinché possano per lo meno andare verso Unità Popolare ed in seguito verso il marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
Marcello - Francia
I lavoratori in Cina sono ancora sfruttati dalla borghesia
Sono studente universitario in Cina. Un comunista normale.
In Cina ci sono molti comunisti come me. Parliamo per i nostri lavoratori cinesi e li supportiamo sempre. Perché lo Stato non si occupa della classe operaia. I nostri lavoratori in Cina sono ancora sfruttati dalla borghesia. Il Partito comunista cinese (PCC) ha fermato la lotta di classe.
Da quando abbiamo iniziato la scuola, la borghesia ci ha detto che "la lotta di classe influenzerà lo sviluppo economico e che dovremmo persistere con la riforma”, “se non studiate duramente ora, da grandi sarete solo degli operai". Non solo, ma i loro funzionari governativi hanno contatto delle bande per reprimere i lavoratori in lotta per il salario. Qui ci sono molti ultranazionalisti e patrioti qui. Su Internet hanno anche bandito alcuni libri sulla rivoluzione. Pertanto, è difficile per noi fare propaganda.
Volevamo anche creare un Partito, ma presto l'hanno soppresso. Quindi ora possiamo solo organizzare segretamente associazioni e propaganda nascosta.
Uno studente universitario cinese
Mezzi corazzati dell’Iveco di Bolzano all’esercito ucraino via Norvegia
Impossibile sapere quante e quali armi abbiamo inviato alle forze armate ucraine dopo l’invasione russa del 24 febbraio; è certo però che nel sanguinoso conflitto nell’Europa orientale Mosca e Kiev impiegano sistemi bellici prodotti in Italia.
Il ministero della difesa della Norvegia ha reso noto la consegna a titolo gratuito all’esercito ucraino di 14 veicoli leggeri corazzati multiruolo LMV (Light Multirole Vehicle, denominazione norvegese LAV III), prodotti dall’azienda Iveco Defence Vehicles di Bolzano. Il LAV III è una versione aggiornata del veicolo LMV Iveco 4×4, trasportabile a bordo degli elicotteri EH101 e CH-47 e degli aerei cargo C-130, già impiegati dalle forze armate norvegesi in Afghanistan.
Se oggi i mezzi da guerra Iveco giungono a Kiev via Norvegia, va comunque ricordato che dopo l’annessione russa della Crimea del 2014, l’allora governo presieduto da Matteo Renzi si impegnò a inviare alle forze armate ucraine blindati e/o corazzati prodotti dall’azienda italiana. Nel corso del vertice tra USA, Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Ucraina, tenutosi a Newport (Galles) i primi di settembre del 2014, Renzi annunciò all’allora presidente Petro Oleksijovyc Poroshenko di “avere autorizzato i negoziati per la vendita all’Ucraina di 90 veicoli armati dell’Iveco”.
L’impegno al trasferimento dei mezzi bellici a Kiev fu prontamente stigmatizzato dalla Rete Italiana per il Disarmo.
I mezzi corazzati LMV come quelli donati dalla Norvegia all’Ucraina sono stati esportati anche da Albania, Austria, Belgio, Croazia, Repubblica ceca, Libano, Slovacchia, Spagna, Tunisia e Stati Uniti d’America. Dal 2012 ben 358 LMV sono in dotazione dell’esercito della Federazione Russa e alcuni di essi sono stati impiegati in Siria dopo il 2015 e in Ucraina dopo l’invasione del febbraio 2022.
Antonio Mazzeo - Messina
7 settembre 2022