Balzo del 9,7% del carrello della spesa

 
Secondo i dati provvisori Istat in agosto i prezzi al consumo hanno fatto registrare un aumento dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua, superando di gran lunga l'aumento del 7,9% del mese di luglio, un tasso inflazionistico talmente alto che non si vedeva più in Italia dal dicembre 1985.
A determinare questa accelerazione su base tendenziale sono stati i prezzi dei beni energetici (che aumentano da 42,9% di luglio a 44,9% di agosto) i quali hanno fatto lievitare i beni alimentari lavorati (aumentati da 9,5% di luglio a 10,5% di agosto) e dei beni durevoli (il cui aumento è stato da 3,3% di luglio a 3,9% del mese successivo).
I dati allarmanti dell'Istat sono pienamente confortati da quelli del Rapporto Coop 2022, il quale ha individuato aumenti nei prezzi della distribuzione che vanno dal 9,8% dei biscotti al 19% per il latte conservato, e Coldiretti ha evidenziato come l'effetto dei rincari energetici si faccia sentire anche su pane (con un aumento del 13,6%), zucchero (14,9%) burro (33,5%), yogurt (12,1%), marmellate (7,9%), frutta (8,3%) e caffè (6,7%), con un balzo medio inflattivo del 9,7% per ciò che riguarda il carrello della spesa.
Anche Confesercenti – ossia l’associazione dei commercianti, del turismo e dei servizi – lancia il suo grido di allarme, evidenziando che senza una inversione di tendenza nei prossimi due anni le famiglie potranno spendere 1.300 euro in meno l’anno, ossia 34 miliardi globali.
Del resto il comparto agricolo è in ginocchio: “il nuovo balzo dell’inflazione – ha scritto Cia-Agricoltori Italiani in una nota – avrà ulteriori effetti drammatici sul portafoglio delle famiglie e sui bilanci delle imprese agricole. I beni energetici continuano a trascinare l’aumento dei prezzi e rendono i costi di produzione sempre più insostenibili per aziende, agriturismi, stalle, serre, vanificando di fatto gli sforzi del Governo e i sacrifici dei produttori, alle prese anche con la lunghissima siccità che ha già causato danni accertati per oltre 3 miliardi”.
E a rimetterci saranno soprattutto i lavoratori e le masse popolari che già ora non riescono ad arrivare alla fine del mese con salari e pensioni che valgono sempre meno e non riescono a coprire neppure i beni essenziali.

7 settembre 2022