Tragedia annunciata
Le Marche sott'acqua
Undici morti e due dispersi
Indagini su omicidio e inondazioni colposi
Corrispondenza di un simpatizzante della provincia di Pesaro Urbino del PMLI
Nella notte tra il 15 e il 16 settembre scorsi nelle Marche si è verificata un’alluvione che ha causato 11 morti e 2 dispersi (uno dei quali un bambino di 8 anni). L’ondata di piena che ha spazzato via interi centri abitati, strade, zone agricole ed industriali nella vallata del fiume Misa, a cavallo tra le province di Pesaro e Ancona, è stata causata dal problema annoso del dissesto idrogeologico che allo stato attuale attanaglia il 95% del territorio nazionale ma che rende alcuni territori, come quello marchigiano, ancor più fragili rispetto agli altri. E così si è consumata quest'immane tragedia, una strage ai danni della popolazione marchigiana: abitazioni e negozi sommersi dall'acqua e dal fango, lutti e distruzioni ovunque, nei paesi e nelle campagne, famiglie sfollate, attività economiche messe in ginocchio o addirittura cancellate dalla furia delle acque. Ecco i frutti amari di questa tragedia annunciata. Annunciata perché le amministrazioni regionali presente e passate e le amministrazioni locali non hanno fatto e non fanno nulla per difendere il territorio, tutelare la popolazione, fronteggiare i sempre crescenti rischi scatenati dal cambiamento climatico. Anzi i loro piani regolatori continuano a cementificarlo, a violentarlo e ad abbandonare nel degrado e in pessime condizioni i corsi d'acqua e i loro argini. Fino a che esplodono come delle bombe a orologeria. Peraltro senza che l'autorità regionale avesse avvertito la popolazione con un'allerta meteo di alcun livello.
Inchiesta giudiziaria
Le Marche non sono nuove a questi fenomeni di carattere alluvionale, il più recente si era verificato infatti nel 2014 e ha visto coinvolta sempre la cittadina di Senigallia (Ancona) con lo straripamento del fiume Misa che causò 3 morti, innumerevoli sfollati e danni di oltre 180 milioni di euro che misero in ginocchio famiglie e attività economiche. La Procura della Repubblica di Ancona, guidata dal procuratore capo Monica Garulli, ha aperto un fascicolo dove si ipotizzano i reati di omicidio colposo e alluvione colposa. La magistratura infatti vuole comprendere le ragioni per cui in questi anni la politica non abbia mosso un dito per prevenire e proteggere il territorio dai rischi relativi a fenomeni di carattere alluvionale.
Dalla prime indagini è stato riscontrato come la zona protagonista dei tragici fatti degli ultimi giorni sia in attesa di lavori di pulizia dei canali idrici e costruzione di casse di espansione dal lontano 1982. Le varie giunte regionali che si sono susseguite nell’arco degli ultimi 40 anni (tutte di “centro-sinistra” fatta eccezione per l’ultima, capeggiata dai fascisti di FdI) malgrado i rischi segnalati dagli esperti con la scusa della mancanza delle risorse hanno fatto orecchie da mercante ignorando il problema per poi tornare ipocritamente a piangere lacrime di coccodrillo ogni qualvolta si verifichi una tragedia legata a disastri apparentemente naturali.
Anche l’attuale giunta di destra, capitanata dall’esponente di Fratelli d’Italia, Francesco Acquaroli, non ha fatto assolutamente nulla per risolvere o arginare problemi ambientali. L’attuale giunta infatti, al governo della regione da due anni, si è riempita la bocca di numerose promesse promettendo un cambiamento che non solo non è mai arrivato a compimento ma che di fatto non è neanche cominciato portando avanti una politica di indifferenza e riluttanza proprie delle passate giunte di centro sinistra.
Mutamento del clima
Un altro elemento da tenere in considerazione è il mutamento del clima. I climatologi e gli scienziati stanno mettendo in guardia da tempo i governi di tutto il mondo sulla necessità di ridurre drasticamente l’emissione delle CO2 che causano il mutamento del climatico del pianeta. Anche sotto questo fronte, malgrado convegni, manifestazioni cortei di carattere internazionale, non è stato fatto nulla dai governi borghesi di tutto il mondo. Molti dei quali hanno addirittura negato l’esistenza del problema bollandola come finzione e mettendo in discussione i principi e le basi scientifiche di tale emergenza. C’è infatti chi, come l’attuale “centro-destra” a guida fascioleghista, prevede, una volta vinte le prossime elezioni politiche, un ritorno alle politiche energetiche relative al nucleare, agli inceneritori e ai termovalorizzatori. Le politiche industriali capitaliste condotte dai governi imperialisti di tutto il mondo e basate sulle energie fossili stanno portando il pianeta sull’orlo del collasso climatico. Eventi sempre più estremi come siccità, piogge torrenziali, inondazioni tropicalizzazioni di zone temperate e scioglimento dei ghiacciai rendono sempre più pericolosa e rischiosa la sopravvivenza dell’umanità sul pianeta.
Piano di investimenti per la prevenzione e la difesa del territorio
Come si legge nel nuovo Programma d'Azione del PMLI le autorità statali, regionali e locali devono capovolgere l'attuale politica contro il territorio per tutelare l'ambiente e la popolazione. E per questo noi rivendichiamo:
Piani straordinari per risanare e disinquinare i grandi fiumi, a partire dal Po, l'Arno e il Tevere, risistemare i loro alvei per favorire il normale scorrimento delle acque e la navigabilità, ripulire e ricoltivare la vegetazione sulle rive; ripopolare la fauna ittica.
Piani straordinari per contenere il ripetersi delle piene e evitare le conseguenti alluvioni, impedendo l'escavazione selvaggia degli alvei, riallargando i corsi d'acqua "regimentati" e favorendo la loro espansione in aree adatte naturalmente o in casse di espansione artificiale, eliminando l'impermeabilizzazione del terreno, incrementando le aree protette alle foci e lungo i corsi dei fiumi.
Interventi adeguati per piantare alberi nelle zone a rischio di valanghe e di frane.
Piani straordinari per contenere il ripetersi delle piene e evitare le conseguenti alluvioni, impedendo l'escavazione selvaggia degli alvei, riallargando i corsi d'acqua "regimentati" e favorendo la loro espansione in aree adatte naturalmente o in casse di espansione artificiale, eliminando l'impermeabilizzazione del terreno, incrementando le aree protette alle foci e lungo i corsi dei fiumi.
Controlli rigorosi sul rimboschimento nelle zone adibite al taglio della legna.
Abbattere gli immobili costruiti abusivamente (soprattutto dove vi sono vincoli ambientali, archeologici, paesaggistici). Favorire l'accesso a una abitazione sostitutiva per coloro che sono privi di prima casa.
Difendere e ampliare il sistema delle oasi e dei parchi naturali terrestri e marittimi come quelli situati nelle Alpi, nella Pianura Padana, nell'Appennino, nelle Isole minori, nelle coste in Sicilia e in Sardegna, ecc., per salvaguardare gli habitat naturali e la flora e la fauna selvatiche.
Per tutto ciò occorre battersi non cadendo nella trappola elettoralistica ma disertando le urne il 25 settembre. Consapevoli che la soluzione radicale e definitiva che può essere attuata contro il mutamento del clima e la messa in sicurezza dell’Italia e del mondo si chiama socialismo. Solo col superamento del capitalismo e l’eliminazione del profitto a tutti i costi sarà possibile attuare un massiccio investimento nelle politiche energetiche rinnovabili e della prevenzione, salvaguardia e messa in sicurezza del territorio nazionale e mondiale.
21 settembre 2022