Record nazionale dell'astensionismo in Calabria
Dal corrispondente della Calabria
Un risultato storico, senza precedenti il dato dell'astensionismo alle politiche del 25 settembre in Calabria: la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto sia alla Camera che al Senato si è astenuto, superando di 10 punti il dato nazionale del 39% che pure rappresenta un fatto storico, mai registrato dal 1948 in poi.
Alla Camera ben 778.944 elettori su 1.496.834 aventi diritto, pari al 49,2% ha disertato le urne, dato a cui sono da aggiungere 23.165 schede nulle e 17.608 schede bianche, che portano il dato complessivo dell'astensione praticamente al 52%. Un aumento di ben 12,8 punti percentuali rispetto al pur clamoroso dato complessivo dell'astensione del 39,2% delle politiche del 2018 alla Camera.
Al Senato il dato complessivo è praticamente identico, il 52%, di astensione complessiva sullo stesso corpo elettorale della Camera (1.496.834 aventi diritto), ben 736.479 hanno disertato le urne, il 49,2%, dato al quale sono da aggiungere 23.682 schede nulle e 18.706 schede bianche, che portano l'astensione complessiva appunto al 52% con un aumento del 12,5% rispetto al 39,5% del 2018, quindi si ha un incremento minore di uno 0,3% rispetto all'incremento dell'astensione alla Camera.
Ricordiamo che il corpo elettorale è diminuito per la Camera, gli aventi diritto al voto nel 2018 erano 1.541.566 ossia 44.733 in più di oggi, ennesimo segnale dell'emigrazione e dello spopolamento della Regione più povera d'Italia.
Mentre per effetto dell'estensione del diritto di voto a partire dai 18 anni per il Senato (fino al 2021 occorrevano 25 anni) il corpo elettorale è aumentato da 1.402.353 del 2018 a 1.496.834, gli stessi, appunto, della Camera.
Ma l'aumento del numero degli elettori (i giovani residenti tra i 18 e i 25 anni) per il Senato non ha portato alcuna fortuna in termini di affluenza anche solo a questo ramo del parlamento, tant'è vero che i risultati dell'astensionismo sono identici a quelli della Camera e l'incremento dell'astensione addirittura maggiore rispetto al 2018, cosa che avviene su un corpo elettorale allargato.
Cogliamo l'occasione per ribadire che noi marxisti-leninisti siamo per l'abbassamento della maggiore età e del diritto di voto e di eleggibilità a sedici anni e rivendichiamo il diritto di voto anche per i quattordicenni nel caso di elezioni comunali.
La provincia calabrese nella quale si è votato di più (con i dati relativi alla sola diserzione dalle urne) con il 52,8% di votanti è quella di Cosenza, seguono Catanzaro con il 51,8% di affluenza, Vibo Valentia con il 50,9%, la Città Metropolitana di Reggio Calabria con il 48,9%, ultima la provincia di Crotone con il dato dell'affluenza alle urne fermo ad appena il 45,9%.
L'incremento maggiore della diserzione dalle urne rispetto al 2018 spetta alla provincia di Vibo Valentia, più 14,6%.
Incredibile ma vero, sarebbe potuta andare ancora meglio e quindi portare l'astensione oltre il livello addirittura delle regionali, delle europee e delle comunali, dove spesso e volentieri si è sfiorato in questi decenni anche il 60% di astensionismo, se solo non si fossero presentati sulla scheda alcuni gruppi e partiti falso comunisti, i quali al netto dell'astensione hanno avuto tra tra lo 0 e l'1% a testa, che hanno comunque portato alle urne tanti sinceri fautori del socialismo.
Ci riferiamo ai voti presi dal PCI di Alboresi, 5.194 alla Camera e 4.659 al Senato, parte dei voti presi dalla coalizione di De Magistris, "Unione Popolare" con dentro Potere al Popolo e il PRC, che prende complessivamente 16.341 voti al Senato e 14.729 ala Camera e anche i pochissimi voti presi da quel che rimane del PC dell'imbroglione e servo dell'imperialismo dell'Est Marco Rizzo, all'interno della coalizione "rosso-bruna" nominata Italia Sovrana e Popolare, che raccoglie complessivamente 9.554 voti alla Camera e 8.583 al Senato.
Diciamo quindi un 3% circa di votanti perlopiù sinceri comunisti da conquistare alla lotta di classe per il socialismo, purtroppo sono stati riportati nel porcile delle irriformabili istituzioni borghesi, neofasciste e filomafiose al servizio del capitalismo e della borghesia.
Voti che non incidono certo sull'astensione come si vede, che esplode, ma che provengono da delusi dei partiti della "sinistra" borghese e dal M5S, al netto degli astenuti infatti risultano bastonati dall'astensionismo generico, come tutte le liste i candidati borghesi, diventato maggioranza assoluta che dunque è in larghissima parte costituito da astensionisti di sinistra.
In Calabria dunque abbiamo centinaia di migliaia di elettori astensionisti e non che sono anticapitalisti e antifascisti e decine e decine di migliaia di sinceri comunisti, astenuti e non, certamente molti di più dei fascisti vecchi e nuovi e dei mafiosi, i quali da questo punto di vista hanno ben poco da festeggiare e per questa ragione occultano questi dati, che raccontano di un declino irreversibile del consenso popolare verso il regime neofascista, i suoi governi e partiti e la Ue imperialista in Calabria e la dicono lunga sul fatto che se davvero fossero messi fuori legge i partiti con la falce e martello, a cominciare dal PMLI, come vorrebbero l'aspirente duce Meloni e la Ue imperialista sarebbe inevitabile l'esplosione della collera popolare antifascista e comunista in particolare e dunque un nuovo 25 Aprile che finirebbe per spazzarli via.
Il taglio di oltre un terzo dei parlamentari che ha ristretto gli spazi di democrazia borghese rappresentativa porta la Calabria ad avere all'interno di un parlamento delegittimato e sottomesso all'esecutivo e alla Ue, un pugno di rappresentanti: 13 deputati alla Camera, 5 eletti nei rispettivi collegi uninominali e 8 eletti nei listini bloccati del cosiddetto "proporzionale" (che tale non è, vista la soglia di sbarramento e tutta una serie di dispositivi che insieme alla quota maggioritaria rendono il parlamento espressione di una minoranza non solo del corpo elettorale, ma anche rispetto ai soli voti espressi). I senatori sono ridotti a 6, di cui 2 eletti nei rispettivi collegi uninominali e 4 nei listini bloccati, per un totale di 19 parlamentari.
Nel 2018 erano complessivamente 30, un taglio di quasi il 40% dunque, dovuto anche alla perdita della popolazione rispetto a 5 anni fa di circa 100mila abitanti e alla soppressione e all'accorpamento dei comuni, anch'esse forme di restrizione degli spazi di democrazia borghese, che sono oggi 404, erano 409 fino al 2017.
Il 48% dei votanti in Calabria fra listini e collegi e alla luce di questa assurda e antidemocratica legge elettorale hanno eletto 12 parlamentari per il "centro-destra" (5 di Fratelli d’Italia, 4 di Forza Italia, 3 della Lega), 4 del M5 Stelle e 3 del Partito Democratico.
Al Senato nel collegio uno Calabria Nord, l'astensionismo è al 51,3%, viene eletto il fascista di FdI Ernesto Rapani, architetto di Corigliano-Rossano, ex consigliere comunale e provinciale, in passato al centro di una serie di inchieste riguardanti fallimenti societari, finanziamenti pubblici ed evasione fiscale. Rapani raccatta il 38% dei voti espressi ma in realtà appena il 18,5% degli aventi diritto con appena 126.484 voti, una miseria considerando tutta la coalizione di destra schierata a suo sostegno e gli inevitabili voti clientelari, certo non espressione di un voto libero e di "opinione".
Dietro di lui Maria Saladino del M5S che scavalca il "centro-sinistra" e raccoglie il 35% dei voti espressi, appena il 17% del corpo elettorale, anche qui una miseria vista la barca di voti presa dal M5S nel 2018 in Calabria e nelle città oggi parte del collegio che conta ben 682.441 elettori.
Malissimo PD e alleati (Impegno civico, +Europa, Verdi e Sinistra italiana) con Francesca Dorato ferma al 16,16% dei votanti, appena l'8% degli aventi diritto, più che di una sconfitta i "compari" massomafiosi del PD e sodali vari vivono quasi una liquefazione, sembra un'altra era geologica il "regno" di Oliverio, la sedicente provincia "rossa" di Cosenza e così via.
Consensi dall'1,5% effettivo a scendere per gli altri candidati, tra i quali per Italia sovrana e popolare, il trotzkista Lucio Sessa di Paola (Cosenza) in quota Rizzo, che ha concluso il suo ultimo comizio elettorale a Paola dedicandolo al defunto sedicente "storico" anarchico paolano Angelo Pagliaro (fratello dell'anticomunista viscerale ed eterno trombato Alessandro Pagliaro, oggi nel PD) autore di libercoli e interventi contro Stalin e il socialismo che sinceramente fanno più ridere che piangere.
Nel collegio Calabria sud l'astensione è al 52,5%, risulta eletta in quota Lega, Clotilde Minasi, l'alter-ego al femminile dell'ex governatore ed ex sindaco di Reggio Calabria, il fascista, mafioso e condannato Giuseppe Scopelliti. La Minasi raccatta il 44,7% dei voti espressi, ma al netto degli astenuti è appena il 21,2% del corpo elettorale, anche qui una miseria, considerando l'apporto di tutta l'immonda coalizione di cui fa parte e le temibili 'ndrine che gli hanno portato i voti, siamo lontani anni luce dai "fasti" del berlusconiano PdL dello scorso decennio.
Secondo classificato Giuseppe Auddino del M5S che sorpassa anche in questo collegio il "centro-sinistra", fermo ad appena il 24,15% dei votanti, l'11,4% effettivo del corpo elettorale.
Terzo lo scornato PD e i suoi alleati che con Francesco Pitaro si fermano al 19,4% dei votanti, appena il 9,2% degli aventi diritto al voto.
Sotto il 2%% effettivo del corpo elettorale, Renzi-Calenda, Unione Popolare, i "rosso-bruni" e le altre forze minori.
Gli altri 4 senatori vengono eletti nell'unico Collegio plurinominale calabrese nel quale il “centro-destra" vince con il 41,6% dei votanti complessivo ma appena il 19,9% del corpo elettorale, quindi neanche 2 calabresi su 10 hanno votato la coalizione "vincente" oggi a trazione "Fratelli di 'ndrangheta".
Nel dettaglio del voto ai partiti al Senato dopo l'astensionismo (ma distante anni luce) è il M5S il primo classificato con il 29,4% dei votanti ma in realtà il 14,1% degli elettori, con un crollo, dal 43,5% dei votanti, il 26,3% degli elettori del 2018, del 12,1% sugli elettori, perdendo quindi quasi la metà dell'elettorato, che pure li rende i "migliori perdenti" anche per effetto della disgustosa sirena elettorale del rischio di soppressione del RdC, a cui decine di migliaia di famiglie povere in Calabria sono legate, cosa che comunque li porta a perdere metà dell'elettorato verso l'astensionismo, segno che i calabresi non hanno dimenticato la loro politica antipopolare portata avanti nei vari governi di cui hanno fatto parte negli ultimi 5 anni.
Dopo il M5S si piazzano i fascisti di FdI della Meloni, primo partito nella coalizione di "centro-destra" che raccoglie il 19% dei voti espressi, appena il 9,1% del corpo elettorale, meno di un calabrese su 10, scavalcati non solo dal plebiscitario astensionismo (che è più del quintuplo) e persino di 5 punti percentuali dal ridimensionato M5S. Alla faccia della "vittoria"! Incrementano i voti rispetto al 2018 ma sottraendoli alle altre componenti della coalizione, passando dal 4,1% dei votanti, il 2,4% degli elettori, con un incremento del 6,7% effettivo dei voti calcolato sull'intero corpo elettorale, il 15% sui votanti.
Seguono FI con il 16%, solo il 7,6% degli elettori, aveva il 21,4% dei votanti, il 12,9 degli elettori, un calo del 5,3% sul corpo elettorale che comunque mostra una "tenuta" in Calabria rispetto ad altre regioni italiane del partito del delinquente di Arcore, dovuta a tutta una serie di 'ndrine e faccendieri in suo sostegno, oltre al governo della Regione, tanto da sorpassare PD e Lega.
Il Pd segue FI al 14,6% dei votanti, appena il 7% degli elettori, vera e propria disfatta determinata anche da tutta una serie di faide interne. Nel 2018 era il 14,3% dei votanti, l'8,6% degli elettori perdendo l'1,6% sul corpo elettorale per strada che è in realtà maggiore perché nella lista del PD questa volta correvano esponenti di quel che rimane di LeU di Bersani e Speranza, che 5 anni fa si presentò con le proprie liste.
Il tracollo della coalizione di "centro-sinistra" è palese, arrivano terzi passando dal dato complessivo delle liste del 2018 del 16,4% dei votanti, il 9,9% degli elettori, al 17,9% dei votanti, appena l'8,5% degli elettori, -1,4% sull'intero corpo elettorale che dunque vede quello che un tempo doveva essere il partito a "vocazione maggioritaria", che ha governato tutto per decenni anche a livello regionale e locale, oltre che nazionale, rappresentare insieme ai suoi alleati molto meno di un calabrese su 10 e vedono tutta la coalizione sorpassata, sia pure dello 0,6% del corpo elettorale dal solo partito fascista e mafioso della Meloni e di ben il 6,7% dell'intero corpo elettorale persino dal M5S.
Quindi la Lega, con appena il 5,7% dei votanti, il 2,7% effettivo, un risultato disastroso se si pensa che dal 2018 insediava tutti gli altri partiti per la leadership della coalizione anche in Calabria, perdendo quasi un terzo dell'elettorato e scavalcato nella coalizione sia da FdI che da FI.
Sotto il 3% del corpo elettorale tutti gli altri partiti e liste interne ed esterne alle coalizioni, malissimo quindi il "terzo polo" di Renzi e Calenda, De Magistris e gli altri.
Gli eletti al Senato nel collegio plurinominale "proporzionale" sono il cosentino fascista, massone, trasversale, mafioso e nemico dei lavoratori, Fausto Orsomarso, assessore regionale al Turismo con Roberto Occhiuto, autore di infinite nefandezze e intrecci politico-mafiosi come la creazione della coalizione PD-FdI che governa Paola dallo scorso giugno con il sindaco-fantoccio Giovanni Politano di LeU, nelle mani della massoneria e delle famiglie massomafiose Sganga e Sbano.
Eletto con FI, Mario Occhiuto, l'ex sindaco bancarottiere di Cosenza, plurinquisito, in odore di mafia e fratello del più giovane governatore, sempre di FI, Roberto Occhiuto. Impossibile raccontare tutte le nefandezze di questo personaggio, rimandiamo i lettori agli appositi articoli de "Il Bolscevico" pubblicati in questi anni.
Eletto senatore Roberto Maria Scarpinato, ex magistrato con il M5S, il quale però risulta eletto anche in Sicilia e potrebbe optare per quel collegio facendo scattare il primo dei non eletti.
Un solo senatore anche per il PD, Nicola Irto, segretario regionale e consigliere regionale del partito, molto chiacchierato specie nel reggino da dove proviene.
Dunque 4 senatori al "centro-destra", 2 di FdI (Rapani,Orsomarso) 1 a FI (Mario Occhiuto, 1 alla Lega (Tilde Minasi), 1 al M5S (Roberto Scarpinato) e 1 al PD (Nicola Irto).
Per quanto riguarda la Camera sono 13 i deputati calabresi, di cui 5 eletti nei rispettivi collegi uninominali e 8 nel collegio plurinominale. 4 collegi su 5 vanno al "centro-destra" uno al M5S, nessuno al "centro-sinistra".
Nel collegio 1 Corigliano-Rossano viene eletto in quota Lega il vecchio arnese Domenico Furgiuele, deputato uscente, ex fascista e plenipotenziario di Salvini in Calabria, è il genero dell'imprenditore mafioso Salvatore Mazzei. Con un'astensione al 55% in questo collegio la spunta con appena il 38,1% dei votanti ma appena il 17,1% del corpo elettorale.
Quindi Vittoria Baldino del M5S subito dietro con il 35,2% dei votanti,il 15,8% effettivo. Anche in questo caso solo terzo il "centro-sinistra" con Giovanni Papasso fermo al 18,2% dei votanti, appena l'8,1% dell'intero corpo elettorale.
Seguono a partire dall'1,6% del corpo elettorale del "terzo polo" di Renzi e Calenda con Domenico Mazza, tutti gli altri candidati.
Nel collegio 2 Cosenza-Paola e Tirreno cosentino, con il dato dell'astensione complessiva al 47,7%, a sorpresa "vince" Anna Laura Orrico del M5S, deputato uscente, che con il 36,6% dei votanti, il 19,1% degli elettori batte per una manciata di voti il deputato uscente Andrea Gentile di FI, appartenente alla nota dinastia politico-mafiosa dei Gentile di Cosenza, già battuto nell'uninominale 5 anni fa ed eletto deputato per pochi mesi solo per le dimissioni dalla Camera di Roberto Occhiuto, eletto governatore nel 2021, in quanto primo dei non eletti. Gentile raccoglie il 36,3% dei votanti, appena il 18,9% del corpo elettorale, dunque appena lo 0,2% in meno rispetto alla Orrico.
Anche in questo collegio solo terzo il PD con i suoi alleati, Vittorio Pecoraro si ferma al 15,8% dei votanti, solo il 7,5% degli elettori.
Dal 2% sul corpo elettorale a scendere gli altri candidati.
Nel collegio 3 che comprende il capoluogo Catanzaro l'astensionismo è al 50,7%, anche qui la spunta il "centro-destra" con Wanda Ferro di FdI che raccoglie il 39,1% dei votanti, appena il 19,2% del corpo elettorale. Ancora una volta secondo il M5S con Elisa Scutella con il 28,4% dei votanti,il 14% degli elettori. Terzo il PD e i suoi alleati con Giuseppina Iemma, vicesindaco di Catanzaro, con il 20% dei votanti, il 9,8% degli elettori, segue il "terzo polo" di Renzi e Calenda con il 2,2% degli elettori con Francesco Mauro, quindi tutti gli altri candidati minori.
Nel collegio 4 di Vibo Valentia l'astensionismo è al 53,5%. Eletto Giovanni Arruzzolo di FI che raccoglie il 48,8% dei votanti, il 22,6% sul corpo elettorale. Secondo il M5S con Riccardo Tucci con il 21,9% dei votanti,il 10,1% degli elettori. Terzo il "centro.sinistra" che qui ha ricandidato l'uscente ex deputata del M5S Dalila Nesci, sottosegretario al ministero per il Sud nel governo Draghi, passata con Impegno civico di Di Maio, che si ferma al 15,4% dei votanti, appena il 7,1% del corpo elettorale.
In questo collegio per poche decine di voti prevale il candidato di Unione Popolare di De Magistris ,Michele Conia, fermo all'1,9% del corpo elettorale sul candidato Maria Galati del Terzo Polo, seguono gli altri candidati minori.
Nel collegio 5 di Reggio Calabria l'astensionismo è al 53%. Eletto l'uscente Francesco "ciccio" Cannizzaro di FI, notoriamente legato alle 'ndrine locali a cominciare dai Piromalli, viene eletto con il 47,6% dei votanti, il 22,3% degli elettori.
Questo è l'unico collegio in cui arrivano secondi PD e alleati con Domenico "Mimmo" Battaglia, notoriamente vicino alle 'ndrine di Archi, che si ferma al 20,9% dei votanti, appena il 9,8% degli elettori. Terzo per pochi voti di scarto in meno rispetto a Battaglia il M5S, che con Fabio Foti raccoglie il 20,3% dei votanti, il 9,5% degli elettori.
Dall'1,8% sugli elettori preso dal terzo polo con Giovanni Latella in giù seguono gli altri candidati minori.
Per quanto riguarda il collegio plurinominale con il dato dell'astensione complessivo al 52%, il secondo partito dopo l'astensionismo è il M5S con il 29,3% dei votanti ma appena il 14% degli elettori. Il crollo rispetto a 5 anni fa, quando pure l'astensionismo era oltre il 40%, è enorme se si considera che il M5S prese allora ben 406.684 voti pari al 43,3% dei votanti, il 25,9% degli elettori, mentre oggi ne raccoglie 211.390, perdendo ben 195.294 voti praticamente lasciando a casa un elettore su due, l'11,9% in meno del corpo elettorale, passando appunto dal 25,9% al 14%.
Una bocciatura senza appello che ha ingrossato le file dell'astensionismo e punito il partito del trasformista liberale Conte per questi lunghi 4 anni di governo prima con la Lega, poi con il PD e la Lega stessa, quindi con tutto il nero parlamento ai piedi di Draghi, che tanta sofferenza, miseria, povertà e ingiustizie di ogni tipo hanno causato a tutto il popolo italiano e quindi ai calabresi.
Non ha alcun senso ricorrere alla scissione di Di Maio per spiegare in parte il crollo, perché specie in Calabria come si vede Di Maio e compari voti non ne hanno.
Come al Senato segue il partito fascista e mafioso delle Meloni con il 18,9% dei votanti, il 9% appena del corpo elettorale, salendo dal 4,5% dei votanti del 2018, in realtà il 2,7% degli elettori, di 6,3% punti sull'intero corpo elettorale, anche alla Camera, come al Senato, primo partito della coalizione di "centro-destra".
Segue FI con il 15,6% dei votanti, il 7,4% degli elettori, passando dal 20% dei votanti del 2018, il 12% degli elettori, perdendo quindi il 4,7% sul corpo elettorale, tallonando però la Meloni e scavalcando il PD e la Lega.
Complessivamente il "centro-destra" raccoglie il 41,3% dei votanti, il 19,8% degli elettori, nel 2018 aveva il 32,1% dei votanti ma il 19,3% degli elettori dunque aumenta i voti di mezzo punto percentuale sull'intero corpo elettorale, non rappresentando come coalizione neanche 2 elettori calabresi su 10.
Il PD si ferma insieme a LeU al 14,3% dei votanti, appena il 6,8% degli elettori, passando dal 14,3% preso senza LeU sui votanti, l'8,5% degli elettori di quattro anni fa, con un calo quindi di oltre 2 punti sull'intero corpo elettorale.
Né vanno meglio le cose per l'intera coalizione, sommando i voti di tutte le liste infatti il "centro-sinistra" raccatta il 18,1% dei votanti, l'8,6% degli elettori, lo 0,8% in meno della sola FdI, 6,8% in meno del M5S, in calo dal 17,1% dei votanti, il 10,26% degli elettori di 5 anni fa, un calo del 2,4% del corpo elettorale.
Gli 8 deputati eletti nel collegio plurinominale sono 2 del M5S, Vittoria Baldino e l'ex giudice Federico Cafiero De Raho, 2 per FdI Alfredo Antoniozzi e Eugenia Maria Roccella, 1 per FI il senatore uscente Giuseppe Mangialavori, 1 per la Lega, Simona Loizzo, 2 del PD, gli uscenti Nicola Stumpo (di LeU) e Enza Bruno Bossio, moglie del boss del PD, il filomafioso Nicola Adamo.
Malissimo anche alla Camera Renzi-Calenda, i rosso-bruni e Unione popolare.
Dunque eletti da una minoranza 13 deputati e 6 senatori che non sono rappresentativi neanche del 48% dei votanti, ma 5 deputati e 2 senatori della maggioranza relativa dei voti espressi nei collegi uninominali dal 48% dei votanti e 8 deputati e 4 senatori eletti con liste che non rispecchiano il voto effettivo espresso alle liste, vista la percentuale delle liste e partiti che non hanno conquistato seggi anche se messi insieme rappresentano comunque una parte, sia pur residuale, del corpo elettorale, cosa che determina una delegittimazione delle Camere maggiore della percentuale, pure storica dell'astensionismo del 52%, da parte dell'elettorato.
Adesso spetta a noi marxisti-leninisti qualificare l'astensionismo di sinistra dilagante in un voto cosciente dato al PMLI e al socialismo, innescando la lotta di classe contro il regime capitalista e neofascista e il suo governo centrale della ducetta Meloni e i governi locali della destra e della "sinistra" borghesi, lottando contro il capitalismo, per il socialismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato che è poi la madre di tutte le questioni e la chiave di volta per distruggere per sempre il fascismo vecchio e nuovo nel nostro martoriato Paese.
Viva la storica vittoria e record nazionale dell'astensionismo in Calabria!
Spazziamo via il regime capitalista neofascista e il nero governo Meloni!
28 settembre 2022