In oltre 23 città del Paese su invito di Nonunadimeno nella Giornata mondiale per l'aborto libero e sicuro
Migliaia di donne riempiono le piazze per l'aborto libero e sicuro
Da Nord a Sud manifestazioni e sit-in di protesta in difesa della 194, per il potenziamento dei consultori, contro l'obiezione di coscienza, per l'educazione sessuale nelle scuole e l'erogazione gratuita dei contraccettivi nei consultori. In tutti i cortei slogan e cartelli contro la ducetta antifemminile Meloni. Protagoniste le giovanissime. Cortei a Torino, Milano, Brescia, Verona, Genova, Modena, Bologna, Firenze, Pisa, Cagliari, Roma, Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Catania
A Roma le studentesse contestano la Boldrini (PD) e la cacciano dalla piazza
Le donne non hanno disatteso l'appuntamento lanciato dal movimento transfemminista Nonunadimeno (NUDM) del 28 settembre, giornata mondiale per l'aborto libero e sicuro. Una data celebrata per la prima volta nel 1990 come giornata di azione per la depenalizzazione dell'aborto in America Latina e nei Caraibi, per poi essere dichiarata “internazionale” nel 2011 al Women's Global Network for Reproductive Rights.
A migliaia le masse femminili hanno animato le miriadi di manifestazioni, cortei e sit-in di protesta che hanno attraversato il nostro Paese dal Nord al Sud: Torino, Milano, Brescia, Verona, Genova, Modena, Bologna, Firenze, Pisa, Cagliari, Roma, Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Catania, ma la mobilitazione ha interessato anche paesi e comuni minori. Insieme a loro hanno partecipato numerosi gli studenti, gli operatori dei consultori e dei centri antiviolenza per ricordare che dall'inizio dell'anno sono "73 le vittime della violenza di genere". Oltre al tema dell'aborto in tutte le piazze risaltavano cartelli di solidarietà per le donne iraniane: "sorelle iraniane nel cuore" perché "la loro lotta è la nostra nostra lotta" ricordando così la morte della 22enne Mahsa Amini, avvenuta dopo il suo arresto a Teheran per avere indossato male il velo.
Un unico comune denominatore ha unito donne di tutte le età: la difesa della 194, per l'aborto libero e sicuro. Perché in Italia l’aborto clandestino esiste ancora alimentato dal forte tasso di obiezione di coscienza nelle strutture dove dovrebbe essere garantita e tutelata l'applicazione dell'interruzione volontaria di gravidanza e i tagli feroci alla sanità pubblica che hanno ridotto e in alcuni casi, specie nel Sud, cancellato totalmente i consultori. Lo stesso ministero della Salute lo ha ammesso nella relazione al Parlamento del gennaio 2019: ogni anno si stima tra le 10 e le 13 mila donne ricorrono agli aborti clandestini, in strutture non ospedaliere, mettendo in serio pericolo la propria salute finanche la propria vita e molte di queste purtroppo sono giovani e giovanissime. I dati di una recente indagine mettono in evidenza una drammatica situazione: sono 31 (24 ospedali e sette consultori) nel nostro Paese le strutture sanitarie con il 100% di obiettori di coscienza fra medici ginecologi, anestesisti, infermieri o operatori socio-sanitari. Quasi 50 quelli con una percentuale superiore al 90% e oltre 80 quelli con un tasso di obiezione superiore all’80%. E con l'ascesa al potere della ducessa antifemminile Meloni questa situazione non andrà certo a migliorare.
Per questi motivi le donne e di esse protagoniste in prima linea sono state le giovanissime, le studentesse il 28 settembre hanno scandito all'unisono in tutte le piazze dal Nord al sud slogan per l'aborto libero e sicuro, contro l'obiezione di coscienza, per rivendicare un'educazione sessuale laica, scientifica nelle scuole, la salvaguardia e il potenziamento dei consultori e l'erogazione dei contraccettivi, specie della “pillola del giorno dopo” e per il diritto alla salute.
In tutti i cortei bersaglio degli slogan la ducessa Meloni “Oggi è forse la prima avvisaglia di un autunno che si annuncia caldo, anzi caldissimo, sul fronte delle battaglie per i diritti e non solo”, si legge in un comunicato di "Non una di meno": "Non giudichiamo la premier Giorgia Meloni come una vittoria delle donne, il suo curriculum politico parla chiaro, questa è l'ennesima beffa in un paese che odia le donne...” e ancora "L'affermazione elettorale di Giorgia Meloni e della destra razzista, antiabortista e transomofobia porta al governo chi in questi anni ha attaccato i diritti delle donne e ha sabotato ogni forma di legge contro l'omolesbobitransfobia... Meloni vuole garantire il diritto a 'non abortire', vuole cancellare i diritti delle persone transgender e l'educazione alle differenze, vuole riportare la scuola, la società e la nostra vita al modello clerico-fascista Dio Patria Famiglia". “La difesa della legge 194 sull'aborto sta diventando il simbolo della tutela di tutti quei diritti civili che una deriva sovranista potrebbe cancellare. Si chiama 'Furios3, per l'aborto libero e sicuro'”.
A Milano un folto corteo partito da piazza Duca d'Aosta ha attraversato rumorosamente la città fra cartelli e slogan: "Basta consigli, vogliamo tutele", "Né Stato né Dio sul corpo mio", "Basta mettere mano sui nostri corpi, non siamo vostre", "La donna partigiana ce lo ha insegnato, lottare per l'aborto non è reato".
Nel presidio di Roma, centinaia di donne, uomini, e persone Lgbtqia+. Tra i tanti slogan ritmati dalla piazza: "L'aborto non è reato, obiezione di coscienza violenza dello Stato". "Se toccherete la legge 194 bruceremo le città". "Giorgiaaaa, giù le mani dal nostro corpo". "Siamo migliaia, saremo milioni".
Durante la manifestazione romana di Non Una Di Meno alcune studentesse hanno contestato Laura Boldrini, non un attacco personale – hanno spiegato le studentesse – ma per ciò che il suo partito (PD) ha rappresentato per i diritti delle masse femminili e per gli strati più poveri della popolazione. Le studentesse le hanno contestato, attraverso il microfono volante del camion delle organizzatrici, i tagli alla sanità perpetuati dal governo Renzi e che nel 2016 quando il “centro-sinistra” governava e la ministra della Salute era Beatrice Lorenzin la pillola anticoncezionale è diventata a pagamento. “Un duro colpo per le donne che vivono in situazioni di difficoltà economica”. Alla replica della Boldrini "Il problema non è questo ma la distribuzione" le studentesse hanno risposto con fermezza: "Il problema è che sia stata messa a pagamento. Lei dice che il problema non è quello ma è la distribuzione. Lo vada a dire ai giovani, ai precari a chi vive nei quartieri popolari. E i tagli che sono stati fatti alla sanità, sui consultori che sono stati chiusi e una legge che non viene applicata? Ve ne dovete andare da questa piazza". "Se devi fare questi show...- ha detto ancora Boldrini - a differenza degli altri io sono qui con voi", ma le ragazze hanno replicato: "Le donne, le compagne, che sono venute qua a manifestare per l'aborto libero e gratuito non ce l'hanno anche per colpa sua. Il suo partito non ha difeso questo diritto. Se ne vada non ci rappresenta". La Boldrini è stata costretta ad andarsene prima però applaudendole sarcasticamente e urlandogli dietro piccata: "Allora ve lo difenderà Fratelli d'Italia".
Il 28 settembre ha rimarcato la grande combattività delle donne, delle giovanissime, Ci auspichiamo che il movimento Nonunadimeno tenga fede ai suoi propositi in difesa dei diritti acquisiti e per la conquista di nuovi per le donne, le persone persone Lgbtqia+ e non solo e renda la vita difficile al governo nascente della ducetta Meloni attraverso la mobilitazione delle piazze, dando così il proprio forte contributo alla lotta di classe.
5 ottobre 2022