Bollette alle stelle
Le famiglie pagheranno 1.322 euro in più all'anno
Proteste in 15 città contro il carobollette organizzate dall'Usb
Dal 1° ottobre la bolletta dell'elettricità subirà un ulteriore aumento del 59%. Lo ha deciso l'Arera, l'Autorità di regolazione per l'energia, precisando tra l'altro che si tratta solo di un anticipo dell'aumento complessivo del 100% dovuto al recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali che si sono verificati. Ciò significa che nei prossimi mesi ci sarà un ulteiore aumento come minimo del 41%.
Il rincaro è calcolato su una "famiglia tipo", ossia con consumi medi di 2.700 kilowattora all’anno, ed è pari a 1.322 euro in più all'anno; ossia più del doppio dei 632 euro di aumento registrati nel corso del 2021.
L'aumento delle tariffe per il momento riguarda gli utenti che hanno un contratto a maggior tutela, ossia poco più di 7 milioni di clienti, e non quelli del libero mercato che già da tempo subiscono aumenti a raffica e pagano bollette astronomiche.
Una situazione drammatica per milioni di famiglie che già oggi stentano a sostenere i continui rincari e che purtoppo è destinata a peggiorare dal momento che, se non ci saranno ulteriori proroghe, tra il 1° gennaio 2023 e il 1° gennaio 2024 è prevista, rispettivamente, la fine del mercato in tutela sia nel settore del gas che in quello dell'elettricità.
"I prezzi all’ingrosso del gas giunti a livelli abnormi negli ultimi mesi a causa del perdurare della guerra in Ucraina – si giustifica Stefano Besseghini presidente dell'Arera - avrebbero portato ad un incremento del 100% circa, nonostante l’intervento del governo con il decreto Aiuti bis. L’Autorità, per limitare ulteriormente gli aumenti dei prezzi su famiglie e imprese, ha deciso di posticipare eccezionalmente il necessario recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali che si sono verificati, anch’essi caratterizzati da aumenti straordinariamente elevati”.
Dunque non è assolutamente che l'Arera “ha limitato l'aumento dei prezzi per l'energia ed ha avitato un aumento del 100% delle bollette”. L'Arera ha semplicemente spalmato gli aumenti sui trimestri successivi per evitare che “Un raddoppio delle bollette avrebbe potuto spingere all'aumento della morosità” considerando tra l'altro che, come ammette lo stesso Besseghini: "nel terzo trimestre 2022, in base ai dati di preconsuntivo, il prezzo unico nazionale dell’elettricità (Pun) è pressoché raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2022 e quasi quadruplicato rispetto al livello medio del corrispondente trimestre del 2021".
Per protestare contro il vertiginoso aumento del gas, dell'elettricità e del carovita, il 3 ottobre l’Unione Sindacale di Base ha organizzato in 15 città “manifestazioni e presidi davanti alle maggiori aziende dell’energia e alle sedi dei loro maggiori azionisti, a partire da Cassa Depositi e Prestiti, che in questa crisi si stanno arricchendo come mai prima. Contemporaneamente presenteremo alla Procura di Roma una denuncia contro tutte le condotte poste in essere dalle società che commerciano gas, energia elettrica e prodotti petroliferi ai danni della collettività, speculando sulle differenze tra quanto hanno pagato le materie prime e il prezzo al quale ce le stanno rivendendo”.
Il 30 settembre il 'Comitato teleriscaldati' ha simbolicamente bruciato le bollette davanti alla sede Iren di Torino e poi ancora il 3 ottobre in corso Regina Margherita davanti a un energy store dell'Eni. “La salita dei prezzi – hanno denucniato i manifestanti - è determinata dalla scelta dei governi di restare su posizioni imperialiste e dalla vergognosa speculazione portata avanti dalle imprese. L'energia deve essere pubblica: è l'unico modo per avere un tetto ai prezzi"
Bollette bruciate il 1° ottobre anche davanti alla sede di Eni a Bologna nella centralissima via Ugo Bassi, a due passi dalle Due Torri, nell'ambito di una iniziativa di protesta contro il carovita organizzata dalla campagna 'Noi Non Paghiamo Emilia-Romagna', promossa da gruppi di lavoratori per protestare contro i rialzi "che non possiamo permetterci di pagare - hanno denunciato i manifestanti - e non le pagheremo".
A Napoli il sit-in si è svolto dinanzi alla sede di Cassa depositi e prestiti, in via Verdi. I manifestanti hanno mostrato ai passanti le loro bollette che sono aumentate notevolmente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un manifestante ha anche bruciato le copie di due bollette del gas e dell'energia elettrica.
A Cagliari la protesta si è svolta in pieno centro, sotto il palazzo dell'Enel e dell'Inps:
"Non riusciamo più ad andare avanti, stiamo pagando bollette quadruplicate. Ne risentono i cittadini e lavoratori, che prima o poi verranno licenziati dalle aziende costrette a chiudere". E' il grido di molti manifestanti e tanti pensionati scesi in piazza con le bollette in mano ed esposte sui cartelloni, a sottolineare il peso di quelle cifre sui bilanci di una famiglia che non può permettersi i rincari. "Il prezzo dei soli beni alimentari in Sardegna è cresciuto dell'11,2% che mediamente costringerà le famiglie sarde a spendere in più 780 euro all'anno solo per mangiare - dice Enrico Rubiu, uno dei portavoce della protesta -. Secondo l'Istat le voci legate all'abitazione (energia, riscaldamento, acqua, ecc.), hanno avuto un incremento del 26%. Anche Abbanoa ha annunciato imminenti rincari. È insostenibile".
A Taranto il sit in si è svolto davanti alla prefettura. Operai, casalinghe e pensionati hanno sollecitato un intervento del governo, vista la condizione di estrema precarietà nella quale a breve si troveranno migliaia di famiglie, che non saranno più in grado di sostenere i costi dell'energia elettrica, del gas e quelli per la spesa alimentare.
Secondo la Usb "Serve una soglia, per tutte le famiglie, sotto la quale non si paghi l'energia elettrica, perché si tratta di un bene di prima necessità e non ne se ne può fare a meno, oltre la soglia si dovrebbe poi pagare un prezzo controllato. Oggi non ci sono controlli e, complice la guerra in Ucraina, si sta speculando".
La Usb Confederale ha presentato in molte città, tra le quali Cagliari, un esposto in Procura per denunciare "tutte le condotte poste in essere dalle società che commerciano gas, energia elettrica e prodotti petroliferi ai danni della collettività nel silenzio più assordante di enti e ministeri preposti al controllo che dovrebbero intervenire - spiegano i promotori -. Con la denuncia si chiedono anche spiegazioni sulle speculazioni di chi giustifica l'aumento dei prezzi sulla base della chiusura dei rubinetti russi".
5 ottobre 2022