In 15 città falò di bollette contro il carovita
L'astronomico rincaro delle bollette dell'elettricità e del gas, che fa esplodere la grave crisi e i problemi economici e sociali dovuti ai fortissimi rincari, hanno spinto l'Unione sindacale di base a organizzare manifestazioni di protesta in 15 città italiane lo scorso 3 ottobre, dove hanno partecipato complessivamente migliaia di persone. Nel frattempo migliaia di persone in tutta Italia si sono organizzate nel comitato di protesta Noi non paghiamo, che si è dato anche un sito internet ufficiale (www.nonpaghiamo.it) al quale hanno aderito in poche settimane oltre diecimila persone, con l'obiettivo di raggiungere un milione di persone.
In tutte le manifestazioni - che si sono svolte in tutta la penisola e in realtà urbane di diversa grandezza, come Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Firenze, Cagliari, Trieste, Pisa, Livorno, Novara, Taranto, Spoleto, Schio, Cesenatico - i cittadini hanno manifestato la loro rabbia nei confronti di decisioni politiche considerate contrarie agli interessi della popolazione e dannose sul piano della politica internazionale, e tale protesta si è concretizzata con il falò delle bollette del gas e della luce.
A Roma almeno cinquecento bollette sono andate in fumo per mano di altrettanti manifestanti in un fornetto allestito davanti alla sede di Cassa depositi e prestiti in via Goito, dove è stato gridato lo slogan “ladri di Stato, restituite quello che avete rubato!” e “gli unici che non posso aumentare niente sono coloro che vivono di salario e di lavoro”: l'Unione Sindacale di Base ha spiegato in un comunicato che manifestazioni di questo tipo si sarebbero svolte “in tutta Italia davanti alle maggiori aziende dell'energia e alle sedi dei loro maggiori azionisti, a partire da Cassa Depositi e Prestiti, che in questa crisi si stanno arricchendo come mai prima”.
A Torino la mobilitazione contro il caro bollette si è svolta in corso Regina Margherita, dove ha parlato Enzo Miccoli di Usb Torino: “la situazione – ha detto Miccoli - è grave. La salita dei prezzi è determinata dalla scelta dei governi di restare su posizioni imperialiste e dalla vergognosa speculazione portata avanti dalle imprese. L’energia deve essere pubblica: è l’unico modo per avere un tetto ai prezzi”. Anche a Torino tantissime bollette sono state bruciate.
Stessa situazione si è verificata a Napoli, dove si è svolta probabilmente la manifestazione più partecipata: nel capoluogo campano almeno millecinquecento tra lavoratori, disoccupati e pensionati hanno bruciato le bollette di luce e gas davanti alla sede di Cassa depositi e prestiti in via Giuseppe Verdi.
A Milano il rogo di bollette è avvenuto davanti a una sede dell'Eni in corso Buenos Aires, dove il portavoce di Usb Lombardia, Pietro Cusimano, ha preso la parola: “Eni, come altre società – ha detto Cusimano per far comprendere a cosa hanno portato le famigerate privatizzazioni - faceva parte di un patrimonio pubblico che oggi è stato smembrato e non c'è più: vogliamo rimarcare come lo Stato italiano non riesce più a esercitare un ruolo nel controllo dei prezzi, ma è in balia dei mercati, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
A Cagliari le bollette hanno preso fuoco nel centro storico, davanti al palazzo che ospita le sedi dell'Eni e dell'Inps, per mano anche qui di centinaia di persone: “serve una soglia, per tutte le famiglie - ha detto Enrico Rubiu dell'Usb cagliaritana - sotto la quale non si paghi l'energia elettrica, perché si tratta di un bene di prima necessità e non ne se ne può fare a meno, oltre la soglia si dovrebbe poi pagare un prezzo controllato. Oggi non ci sono controlli e, complice la guerra in Ucraina, si sta speculando”. Nel capoluogo sardo l'Usb, oltre a percorrere le vie della protesta, ha anche percorso quelle legali insieme ad altre istanze locali del sindacato, depositando un esposto alla procura della Repubblica per denunciare le condotte poste in essere, dalle società che producono e commercializzano gas, energia elettrica e prodotti petroliferi, ai danni della collettività.
A Bologna il falò di bollette si è svolto in viale Pichat, dove ha sede l'azienda distributrice di luce e gas Hera, dove si è tenuto un comizio di Federico Fornasari dell'Usb bolognese: “davanti alla sede di Hera – ha affermato Fornasari - siamo qui, lavoratori, precari, studenti, gente sotto sfratto, pensionati, per dire solo una cosa: non sono queste le bollette che possiamo permetterci di pagare, non sono queste somme quelle che ci possiamo permettere, quando già facciamo fatica ad arrivare alla fine del mese. Le aziende stanno facendo profitti stellari, speculandoci sopra. Siamo in piazza per dare voce a un popolo che non ce la fa più, dopo anni di crisi e di precarietà”.
Lo stesso copione è andato in scena in tutte le altre città coinvolte nella protesta, e sia l'Usb sia il comitato Noi non paghiamo hanno annunciato ulteriori iniziative e mobilitazioni in vista di un inverno che si preannuncia sempre più difficile.
12 ottobre 2022