Contro i tagli e la chiusura di impianti
Cortei e blocchi stradali dei lavoratori Ansaldo Energia di Genova
Governatore Toti e sindaco Bucci attaccano la lotta degli operai per l'occupazione dell'aeroporto
I due giorni consecutivi di cortei dei lavoratori di Ansaldo Energia che hanno paralizzato Genova sono culminati giovedì 13 ottobre con la manifestazione nello scalo “Cristoforo Colombo”, l’occupazione dell’aeroporto e la cancellazione di una decina di voli. Per entrare è stato necessario sfondare i cordoni della polizia che voleva impedire l'accesso agli operai. Una protesta conclusasi soltanto quando è arrivata la rassicurazione di Cassa depositi e prestiti (Cdp) di valutare l’ipotesi ricapitalizzazione della società. La ragione della mobilitazione dei lavoratori di Ansaldo, tra i maggiori produttori di centrali elettriche al mondo, è che di fronte alla crisi dell’azienda l’azionista, Cdp possa chiedere una riorganizzazione del lavoro con conseguenti licenziamenti collettivi.
Al centro della vertenza e delle preoccupazioni dei lavoratori c’è l’assenza di commesse per il 2023 con la cancellazione di 200mila ore di lavoro già da marzo, sulle quali le responsabilità ricadrebbero anche sul governo perché “c’erano tre commesse con Enel per convertire le centrali a carbone di Brindisi, Civitavecchia e La Casella (Piacenza), fermate per la decisione di continuare con il carbone”, hanno fatto sapere i sindacati. Uno scenario che lascia in bilico 2.300 famiglie dei dipendenti di Ansaldo, oltre a 5-600 operai delle ditte esterne e tutto l’indotto.
La cosiddetta “transizione ecologica” si è dimostrata un vero e proprio bluff del governo Draghi e dei precedenti esecutivi guidati da Conte. Come avevamo già denunciato, l'abbandono o la riduzione dell'energia ricavata dal fossile è strettamente subordinata ai profitti delle grandi società energetiche, e non legata alla problematica ambientale. Allo scoppio della guerra e dell'invasione russa dell'Ucraina si è fatto subito marcia indietro e in tutta Europa non ci si è fatto alcun scrupolo a riaprire le centrali a carbone. In Italia sono previste 6 riaperture, tra cui la centrale termoelettrica Federico II di Brindisi classificata fra le più inquinanti d’Europa. Enel nel suo piano industriale aveva fissato per il 2025 la dismissione degli impianti o la loro riconversione energetica, ma il piano ora è stato sospeso.
La guerra è spesso solo un pretesto per l'aumento dei prezzi o per giustificare scelte energetiche che impattano fortemente sull'ambiente. Sono le leggi dell'economia di mercato capitalistica e la speculazione che fanno schizzare in alto i prezzi, anche quello del carbone, nonostante non sia un rincaro strettamente legato al conflitto in Ucraina in quanto, già prima dello scoppio della guerra, era stato registrato un graduale aumento dei prezzi. In uscita dalla pandemia, infatti, la domanda di energia elettrica era aumentata più velocemente rispetto ai ritmi dell’estrazione mineraria. La maggiore richiesta del combustibile fossile inquinante per eccellenza, ha poi portato a nuovi massimi il prezzo del carbone che negli ultimi giorni ha toccato una quotazione mai vista in ogni sua tipologia specifica.
I lavoratori di Ansaldo non hanno alcuna intenzione di pagare il conto della crisi energetica e non si lasciano intimorire. L'occupazione dell’aeroporto, con gli scontri tra polizia e manifestanti che hanno causato alcuni contusi, sono stati immediatamente presi a pretesto dal presidente della regione Liguria Toti e dal sindaco di Genova Bucci per attaccare i lavoratori. “Nessuna vertenza sindacale legittima azioni di teppismo che danneggiano altri lavoratori e tutti i cittadini di Genova” e ancora: “I propri diritti non si difendono calpestando i diritti di altri. Questo indebolisce ogni giusta rivendicazione contrapponendo lavoratori a lavoratori. Spiace che nonostante il totale appoggio comunicato stamani da Regione e Comune alle delegazioni sindacali e le rassicurazioni fornite per quanto possibile si sia scelta la strada delle occupazioni illegali, delle interruzioni dei servizi pubblici e dell’arbitrio“.
“Ma quale teppismo, questa è una lotta di lavoratori che si esprime con modalità più aspre. Dopo la giornata di ieri che si è conclusa con un comunicato senza risposte questi sono i risultati” è stata la replica del segretario genovese della Fiom, Stefano Bonazzi. “Ieri evidentemente il messaggio nei palazzi romani non è arrivato – ha aggiunto – vediamo se arriva oggi. È ora che a Roma qualcuno si svegli”. Insomma, siamo alle solite. Come avvenuto ad esempio per i lavoratori della logistica a Piacenza, le lotte dei lavoratori per la difesa dei loro diritti e del proprio posto di lavoro vengono trattate come questioni di ordine pubblico. Gli operai dovrebbero al massimo lamentarsi, usare modi “gentili” e inoffensivi, accontentarsi delle rassicurazioni delle istituzioni borghesi, altrimenti appena alzano la voce, manganellate per tutti.
I marxisti-leninisti stanno con i lavoratori dell'Ansaldo di Genova e appoggiano tutti i metodi che useranno per portare avanti la loro lotta. Come ci hanno dimostrato gli operai della ex-Gkn, solo una battaglia dura e persistente, meglio ancora se intrecciata al proprio territorio e collegata alle altre vertenze, è in grado di respingere e fermare le delocalizzazioni, le chiusure e i licenziamenti. Intanto la lotta determinata degli operai Ansaldo Energia ha ottenuto un primo risultato: la lettera di Cdp che stavolta scrive nero su bianco la parola "ricapitalizzazione". Soddisfatti i lavoratori che però non parlano di vittoria ma di un "grande pareggio", promettendo di tenere alta la guardia perché l'intervento finanziario di cui si parla è per adesso solo un'ipotesi.
19 ottobre 2022