Coinvolte FI, Lega e Fd'I
Sanitopoli in Basilicata
Bardi e altri 38 indagati, arrestato Piro, ai domiciliari Di Lascio, obbligo di dimora per Leone e Cupparo. Sono accusati, a vario titolo, di corruzione e di altri reati contro la pubblica amministrazione

 
Il 7 ottobre scorso è esplosa la sanitopoli lucana, nata dalla maxi-inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza, durata oltre due anni, condotta da Polizia e Carabinieri, che riguarda appunto il settore della sanità regionale.
I reati ipotizzati, a vario titolo, sono quelli di induzione indebita, corruzione, tentata concussione, traffico di influenze e abuso d’atti d’ufficio.
Secondo gli inquirenti vi sono diverse vicende da chiarire e relativi filoni investigativi: la costruzione del nuovo ospedale di Lagonegro (Potenza), un affare da circa 70 milioni di euro, le nomine di personale medico e paramedico del nosocomio San Carlo, alcune vicende legate alle ultime tornate elettorali tenute nell’area sud della Basilicata e la gestione dei kit tampone per rilevare la presenza del Covid nell’ambito della prima ondata e del primo lockdown.
Indagate circa un centinaio di persone accusate a vario titolo di fare parte di “un sistema clientelare facente capo a primissimi esponenti dell’amministrazione regionale che per raggiungere i propri scopi hanno fatto ricorso a pratiche corruttive e concussive”, si legge nell’ordinanza eseguita dalla Dda di Potenza e dal Gip Antonello Amodeo.
Indagato e intercettato il presidente della giunta regionale di FI, Vito Bardi, eletto nel 2019, in passato fu vicecomandante generale della Guardia di Finanza, successore di Marcello Pittella (ex PD oggi consigliere regionale di Azione di Calenda) il governatore sospeso nel 2018 e dimessosi poi nel 2019 per le vicende riguardanti il suo coinvolgimento nelle indagini sempre sulla sanità regionale, con l'accusa di aver commesso i reati di concorso in falso ideologico e abuso d'ufficio, che si sono concluse con la sua assoluzione e la condanna di sette dirigenti regionali (Pittella è stato invece condannato dalla Corte dei Conti nell'ambito della Rimborsopoli lucana nel 2016) .
Tra i 39 indagati citati nell’ordinanza (ai quali ne vanno aggiunti almeno altri 60) oltre a Bardi ci sono altri politicanti borghesi, assessori regionali ed ex assessori, tra cui il neo-senatore di FdI Gianni Rosa, indagato per abuso d'ufficio.
Arrestato Francesco Piro, capogruppo di Fi in Consiglio regionale, perché, secondo gli inquirenti, avrebbe «relazioni con esponenti della locale criminalità organizzata».
Secondo la Dda di Potenza, «non di rado per raggiungere proprie finalità personali, politiche ed elettorali, e a scopo intimidatorio, ostentava ai suoi interlocutori i suoi asseriti collegamenti con contesti criminali calabresi», lo stesso Piro avrebbe dichiarato: “mia moglie è di Rosarno” (facendo riferimento ai legami con le 'ndrine locali) e ha tirato in ballo l'uscente e, per ora, non indagato Ministro della Salute, il clericale di LeU in odor di Opus Dei, Roberto Speranza, lucano anche lui: “ho parlato con Speranza, io gli sto facendo la casa a Roberto a Roma”.
Con Speranza avrebbe parlato proprio a proposito dell'ospedale di Lagonegro, fulcro dell'inchiesta e centro degli interessi della famelica borghesia regionale, della criminalità (e del clero?) interessata a papparsi tutto quello che ne rimane della disastrata sanità pubblica regionale, con tutto quello che questo comporta in termini di incarichi, posti di lavoro e potere, clientele politico-elettorali, appalti e subappalti mafiosi, rilanciando nel contempo i profitti di quella privata, costosissima, depotenziando la qualità e la quantità dei servizi di quella pubblica, persino in piena pandemia, in piena crisi economica e commerciale, con tanto di iperinflazione che hanno aumentato la fascia di popolazione che non può permettersi le cure, in tutto o in parte, sull'altare della legge fondamentale del sistema capitalistico.
Piro è oggetto di indagine anche per promesse e minacce fatte in odor di mafia durante l'ultima campagna elettorale per le politiche, in cui è stato candidato e trombato al senato con FI, secondo gli inquirenti sarebbe arrivato a minacciare coloro che non lo avessero votato, inoltre secondo i giudici “rinsaldava senza alcun dubbio di possedere una potente spinta onde manipolare finanche una testata giornalistica e l’elaborazione delle notizie dirette al pubblico” con la “assoluta capacità di poter orientare a lor favore l’opinione pubblica su un immagine pubblica e su argomenti che avrebbero facilitato i loro interessi particolari”.
Addirittura tra le testimonianze raccolte dal procuratore Francesco Curcio, ci sono testimonianze che indicherebbero Piro come ideatore di attentati, poi non realizzati.
Il primo sarebbe quello di un testimone, già indagato per associazione mafiosa, che ha raccontato come proprio Piro, imprenditore edile di Lagonegro, in passato si sia rivolto a lui per eseguire attentati contro “un suo diretto concorrente nell’attività edilizia” che in quel periodo “lo stava danneggiando nel senso che tutti gli appalti più importanti li prendeva lui”.
E ancora il 14 ottobre 2020, Piro a una donna racconta di aver picchiato selvaggiamente “uno che gli aveva rotto i coglioni” con una pala da cantiere procurandogli “125 giorni di prognosi, stava morendo”. Mario Araneo, capo della segreteria particolare dello stesso presidente Bardi ha rivelato agli inquirenti che sarebbe stato messo in guardia “sulla intenzione del Piro di procedere ad attentati in danno della mia incolumità personale espressamente facendo riferimento ad una mia presunta gambizzazione che sarebbe stata decretata dal Piro”.
Ai domiciliari anche il sindaco di Lagonegro, Maria Di Lascio, vicina a Piro, eletta con una campagna elettorale tutta basata sugli affari e gli interessi legati al costruendo ospedale. La Di Lascio, secondo la DDA di Potenza avrebbe deciso di “punire” un non sostenitore di Piro, impedendogli di accedere “alle condotte idriche” a servizio di alcuni suoi terreni.
Obblighi di dimora nei loro Comuni sono stati notificati all'assessore regionale all'Agricoltura di Fi Francesco Cupparo, poi dimessosi sia da consigliere che da assessore, al consigliere regionale Rocco Luigi Leone (ex assessore proprio alla sanità con Forza Italia, poi passato a FdI), disposto il divieto di dimora a Potenza per Giuseppe Spera, ex direttore amministrativo dell’Asp di Potenza e attuale direttore generale dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza.
Indagato anche Francesco Fanelli, attuale assessore regionale alla salute della Lega e Donatella Merra, assessora alle infrastrutture e Mobilità, in effetti non sono indagati della giunta Bardi solo due assessori su sei.
Gli assessori indagati erano già in carica nel 2020 ai tempi in cui si collega un altro filone, sempre legato alla sanità, “un disegno criminoso” per gli inquirenti, riguardante gli eventi che portarono alla “eliminazione” di Massimo Barresi, all’epoca dei fatti direttore generale dell’ospedale San Carlo di Potenza, “e al suo conseguente licenziamento”. Barresi è decaduto dall’incarico il 6 agosto 2020 dopo una sentenza del Tar per la Basilicata e il giorno dopo, il 7 agosto 2020, la giunta lucana nominò commissario del San Carlo appunto Giuseppe Spera.
Il cambio alla guida dell’Azienda ospedaliera “San Carlo” di Potenza è finito all’attenzione degli investigatori, in particolare per le delibere relative al fondo di riparto.
Insomma a pochi giorni dalla ''vittoria'' di questa immonda coalizione alle ultime politiche, coalizione che rappresenta appena un terzo effettivo del corpo elettorale, al netto di una storica affermazione dell'astensionismo al 39%, mostra il peggio di sé in una delle regioni più povere e disastrate d'Italia.
Ennesima conferma che le irriformabili istituzioni borghesi in camicia nera, locali e nazionali, sono totalmente al servizio della borghesia e della criminalità e che vanno dunque delegittimate, disgregate e distrutte con la lotta di classe, facendo fuoco e fiamme contro il nascente governo neofascista Meloni e le giunte regionali e locali della destra e della ''sinistra'' del regime capitalista neofascista.

19 ottobre 2022