NO all’inutile e rischioso ponte sullo Stretto di Messina
Dal Responsabile del PMLI per la Calabria
Dopo la nomina del nuovo governo guidato dalla neofascista Giorgia Meloni, si è ritornati a parlare dell’inutile costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.
Il caporione fascioleghista Matteo Salvini, neo ministro alle Infrastrutture, in un’intervista all’emittente radiofonica Rtl ha dichiarato: “La costruzione del ponte sullo Stretto è nei miei obiettivi e nel programma del centrodestra. Se ne parla da 50 anni, se riusciremo a far partire il cantiere sarebbe una promozione eccezionale dell’ingegneria italiana come è successo per la costruzione del ponte Morandi. È solo un pezzo del puzzle perché poi senza alta velocità in Calabria e in Sicilia, il ponte non serve a niente”.
Anche Nello Musumeci ex governatore della Regione Sicilia, appena nominato ministro del Sud, nei mesi scorsi si era espresso a favore della realizzazione del ponte illustrandone i potenziali “benefici”: “Perché la perifericità diventi centralità in Sicilia, e quindi in Italia e in Europa, servono infrastrutture strategiche che non sono di competenza regionale. Si riesce a immaginare una base logistica in Sicilia con le merci che debbono fermarsi davanti a 3 km di percorso e aspettare per un’ora e mezza? Può essere consentito il corridoio transnazionale che parte dal Nord e arriva a Palermo senza un collegamento stabile sullo Stretto?”.
A smentire le roboanti previsioni di Salvini e Musumeci ci ha già pensato un articolatissimo studio del 2021 che i due politicanti borghesi evidentemente fanno finta di ignorare.
Messo da parte il progetto del ponte a campata unica di 3 km con pilastri a terra di 300 metri che si sarebbe dovuto realizzare a nord, nella parte meno estesa dello stretto, quindi lontano da Reggio Calabria e Messina e scomodissimo per il traffico locale che continuerebbe a usare i traghetti perché più veloci, adesso si sta vagliando una nuova soluzione. Si tratterebbe di un ponte più lungo che collegherebbe direttamente le due città principali a tre campate e con due pilastri appoggiati in mare sulle pendici del fondale dello stretto (una vera mostruosità ambientale) che non sono affatto geologicamente stabili.
Altro che promozione eccezionale dell’ingegneria italiana! È bene ricordare che lo Stretto di Messina è tra le zone a più alto rischio sismico d’Europa, a testimoniarlo il terribile terremoto del 28 dicembre 1908 che causò tra le due sponde distruzione e migliaia di morti. Solo questo basterebbe a cestinare definitivamente l’inutile e rischiosa costruzione del ponte ma volendo analizzare anche gli aspetti di traffico ed economici, lo studio non rileva previsioni di crescita quantificate. Nessun beneficio socioeconomico tale da giustificarne la realizzazione. Cosa che invece avverrebbe ipotizzando un radicale miglioramento del servizio traghetti con risparmi di tempo rispetto al ponte inferiori all’ora.
Lo stesso discorso potrebbe essere applicato all’altrettanto inutile opera “Alta velocità” il cui costo si aggirerebbe tra i 22 e i 29 miliardi di euro, ovviamente tutti a carico dei contribuenti, per risparmiare circa 40 minuti di tempo di viaggio.
Gli unici veri benefici derivanti dalla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina sarebbero per quelle società private gestite dalla criminalità organizzata che se lo vedrebbero regalato dallo Stato e il cui scopo è quello di spremere profitti.
Occorre invece utilizzare quelle risorse per potenziare e modernizzare i trasporti pubblici ferroviari e marittimi senza dimenticare le reti autostradali della Calabria e della Sicilia ancora da Terzo mondo.
In ogni caso noi marxisti-leninisti continueremo a dire NO al ponte sullo Stretto di Messina e daremo battaglia unendoci in un largo Fronte unito con tutte quelle organizzazioni e associazioni ambientaliste che non vogliono la sua realizzazione, respingendo così al mittente un’opera rischiosa e inutile.
26 ottobre 2022