Simpatizzanti del PMLI sostengono il Documento del CC del PMLI sul governo neofascista Meloni
“Illuminante”
Nei “Principi del Leninismo” (1924) Stalin, sintetizzando l’analisi di Lenin sviluppata nel celebre saggio “Imperialismo, fase suprema del capitalismo” (1916), scrisse che l’imperialismo è la fase morente del capitalismo poiché porta le contraddizioni di quest’ultimo ai limiti estremi, gettando le basi per l’azione rivoluzionaria. Queste contraddizioni si manifestano attraverso la fascistizzazione della vita economica che, dominata a livello globale da monopoli industriali e finanziari, sottomette ai suoi imperativi la politica e l’economia degli Stati nazionali, servendosi molto spesso anche di guerre imperialistiche. I monopoli, le oligarchie finanziarie, le banche, i poteri sovranazionali con la loro onnipotenza e pervasività hanno reso la dicotomia Capitale-Lavoro sempre più sbilanciata sul primo polo di essa; e in questo quadro gli strumenti classici della lotta del proletariato, come il sindacato e i partiti parlamentari, appaiono sempre più insufficienti e inadeguati. Negli ultimi decenni abbiamo assistito in Italia all’alternanza fra governi cosiddetti di “centro-sinistra” e governi di “centro-destra”, che si sono rivelati facce della stessa medaglia. Essi non hanno mai voluto, né potuto, scalfire minimamente l’impalcatura e i diktat del sistema di interessi sovranazionali gestito in modo capillare da mostri statali (rappresentanti dell’imperialismo occidentale con gli USA al centro e la UE servile ancella, e di quello orientale, con il polo socialimperialista cinese e quello neozarista russo), militari (ONU da un lato, e corrispondenti organismi dall’altro lato) ed economici (Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, ecc.).
Tornano alla mente nella loro sconvolgente attualità le parole di Marx ed Engels scritte nel “Manifesto del Partito Comunista” (1848) secondo cui “il potere statale moderno non è che un comitato che amministra gli affari comuni di tutta la classe borghese. [...] Il potere politico, nel senso vero e proprio della parola, è il potere organizzato di una classe per opprimerne un'altra”
.
L’azione dei governi di “centro-sinistra”, custodi fedeli del pensiero dominante, si è spesso appiattita sul terreno buonista dei diritti civili, resi sterili etichette formali nel totale oblio (consapevole, e per questo criminale!) dello sviluppo dei diritti sociali. D’altra parte, i governi di “centro-destra”, ponendo l’accento sull’interesse nazionale (nelle declinazioni populiste e sovraniste, volte a celare il vero interesse, cioè quello dei capitalisti italiani), hanno fatto finta di essere alternativi ai governi di “centro-sinistra” promettendo sicurezza, blandendo le masse col vessillo dell’identità nazionale, mediante la demonizzazione delle diversità culturali, religiose, sociali, regionali e razziali.
Pochi giorni fa, il 22 ottobre, si è costituito il governo di “centro-destra” presieduto da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, il partito neofascista risultato il più votato (non il primo partito, che invece è stato quello dell’astensionismo con circa il 40%) nelle elezioni del 25 settembre. Ne fanno parte, oltre a Fratelli d’Italia, la Lega, Forza Italia e Noi moderati. Come è stato sottolineato nell’illuminante documento del Comitato centrale del PMLI, redatto lo scorso 25 ottobre,
“
il regime capitalista neofascista ha ora i suoi amministratori ideali.
Questo regime è stato progettato dalla loggia massonica P2 di Licio Gelli nel 1975, sostenuto dai governi Craxi nel 1987 e instaurato dal governo Berlusconi nel 1994. E via via realizzato dai governi Amato, Prodi, D’Alema, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte e Draghi. Vi hanno contribuito il PRC di Armando Cossutta e di Fausto Bertinotti e il Partito dei comunisti italiani di Diliberto e del rossobruno Marco Rizzo, che sono stati al governo nel 2006”.
Nel documento si ricorda opportunamente che con la nascita dell’attuale governo, esattamente 100 anni dopo la marcia su Roma di Mussolini, “si conclude la marcia su Roma elettorale iniziata dal Movimento Sociale Italiano”
fondato nel 1946 dal repubblichino Giorgio Almirante. E come nel 1922 il neonato Partito Comunista d’Italia, già malato di revisionismo, non riuscì a porre argine al governo fascista tradendo le speranze alimentate dal vento dell’Ottobre Rosso che avevano portato poco prima alla scissione di Livorno, e finendo dopo il delitto Matteotti nel girone dei codardi dell’Aventino, così la “sinistra”, figlia del naufragio consumato negli anni 1989-'91, è stata la principale responsabile del ventennio berlusconiano e degli scialbi governi di centro-sinistra che si sono via via alternati ad esso. L’esecutivo attuale è l’erede naturale di tutto ciò.
Da più parti è stato osservato che si tratta del primo governo repubblicano presieduto da una donna, il che è veramente paradossale. Infatti, soltanto il 25% del governo è costituito da donne, ed è sotto gli occhi di tutti il ciarpame maschilista, oscurantista, reazionario, clerical-fondamentalista che caratterizza il programma politico della compagine governativa; ciò si manifesta già dalle parole scelte per etichettare alcuni ministeri o dai dai nomi di molti fra i “nuovi” ministri (per approfondire tali aspetti, si può consultare l’interessante articolo “Il governo neofascista Meloni ottiene la fiducia” pubblicato sul numero 39 de “Il Bolscevico”). Nel citato documento del CC si legge altresì che “nel discorso programmatico, pronunciato alla Camera con piglio presidenzialista, Meloni ha illustrato la linea nazionalista, sovranista, europeista, atlantista, razzista, meritocratica e filo-padronale, col motto “non disturbare chi vuol fare”, del suo governo. E ha annunciato la “riforma” presidenzialista, già nel programma del MSI, nonché della P2. Niente di concreto per le masse, nemmeno sulle bollette e sul carovita”.
Il governo Meloni è stato ovviamente accolto con favore dai principali leader fascisti europei, dall’ungherese Viktor Orban alla francese Marine Le Pen, dall’olandese Geert Widers al polacco Mateusz Morawieck, e per finire dallo spagnolo Jorge Buxadè. D’altra parte le rassicurazioni che Meloni si è precipitata a dare subito dopo le elezioni al premier uscente, l’uomo delle banche Mario Draghi (al cui governo fingeva di opporsi), alla UE, all’amministrazione americana, ai mercati e così via, hanno fatto sì che il governo ricevesse congratulazioni e auguri di buon lavoro anche da parte dell’imperialismo europeo e americano.
Appare chiaro che l’attuale crisi che sta investendo soprattutto le classi sociali meno abbienti, con il massiccio aumento della povertà (si legga, ad esempio, il rapporto della Caritas 2022), è ben lungi da facili soluzioni. In questo stato di cose, che fare,
e qual è il ruolo del Partito marxista-leninista italiano
? Sicuramente occorre partire dalle parole del Segretario generale Giovanni Scuderi il quale all’indomani dell’insediamento del governo Meloni ha dichiarato che il PMLI “farà un’opposizione di classe anticapitalista e antifascista, per i diritti sociali, civili, di genere, degli immigrati, per la giustizia sociale e climatica, per il socialismo e il potere politico del proletariato. Tale indirizzo programmatico prevede innanzitutto una dura lotta per l’abbattimento immediato delle bollette per le famiglie a basso e medio reddito, per un forte aumento dei salari e delle pensioni, per l’assunzione di tutti i precari, per l’abrogazione della legge Fornero, per l’affossamento dell’autonomia regionale differenziata. Strategicamente bisogna puntare primariamente alla piena occupazione, allo sviluppo del Mezzogiorno, all’abbattimento delle disuguaglianze economiche, sociali, di genere e territoriali, al risanamento delle periferie urbane”
(cfr. Documento del CC). L’auspicio, sottolineato non solo nel documento del CC, è che questa lotta sia portata avanti da un fronte unitario di forze anticapitaliste con la bandiera rossa, sulla scia di quanto proposto pubblicamente il 17 febbraio 2021 dal Coordinamento nazionale delle sinistre di opposizione
(Comunisti in Movimento, Fronte Popolare, La Città Futura, Partito Comunista Italiano, Partito Comunista dei Lavoratori, Partito Marxista-Leninista Italiano)
dopo l’insediamento del governo Draghi che, come è noto, nacque come strumento di riorganizzazione del capitalismo italiano e del suo rilancio. Ovviamente poi, la lotta del PMLI sarà efficace e porterà frutti nella misura in cui ciascuno farà fino in fondo la sua parte nel partito. Il PMLI realizza se stesso quotidianamente attraverso la fattualizzazione scientifica di una teoria scientifica, quale è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao. E quest’ultimo, come ogni teoria scientifica, è un linguaggio investito, in somma misura, di significato, e perciò richiede un grande impegno teorico per abbeverarsi alla sua fonte rigeneratrice per poterne raccogliere i frutti nella lotta politica e nell’azione rivoluzionaria.
Mi piace concludere queste riflessioni riportando alcuni passi di un appello che il compagno Scuderi rivolse ai nuovi militanti nel discorso pronunciato il 3 novembre 1984 alla 5ª Sessione plenaria del 2° CC del Partito (cfr. “Il Bolscevico”, n. 47/1984): “Dobbiamo educare i nuovi militanti a comprendere, rispettare e difendere la linea, la struttura, il carattere, lo stile di lavoro e lo spirito del PMLI. […] Bisogna capirlo per amarlo, per concorrere alla sua costruzione e al suo sviluppo sulla base della linea espressa dallo Statuto e dal Programma generale. Bisogna lavorare per rafforzarne il carattere e la natura di classe non per indebolirli. […] È il Partito che ci forma e ci educa, e mentre diventiamo grazie alla sua scuola dei veri marxisti-leninisti, è nostro compito aiutare il Partito a crescere sano e robusto sul piano ideologico, politico e organizzativo. […] I nuovi militanti devono dare la massima fiducia al PMLI e affidarsi ad esso nel lavoro di trasformazione della loro concezione del mondo e di rivoluzionarizzazione della loro coscienza politica. […] Devono capire che qualcosa di molto profondo è cambiato nella loro vita, essi non sono più quelli di prima ma si avviano ad essere degli uomini nuovi, dei pionieri della causa del socialismo in Italia. […] Devono capire che la militanza nel PMLI rappresenta una rottura, un'inversione di tendenza, con ogni e qualsiasi altra militanza passata.[…] Non si può stare con un piede su due staffe. O con la borghesia o col proletariato, non ci sono vie di mezzo. Bisogna saper fare delle scelte chiare e nette, tagliando dove c'è da tagliare senza rimorsi e tentennamenti. Ed è bello spendere la vita per la causa del PMLI, del proletariato e del socialismo.[…] I nuovi militanti devono fare particolare attenzione al rispetto del centralismo democratico, specie se la loro origine è piccolo borghese e se sono degli intellettuali. Il piccolo borghese anche se rivoluzionario in genere soffre di individualismo e di protagonismo personale, e ben difficilmente accetta la disciplina proletaria, il lavoro collettivo e centralizzato. Egli crede di essere al centro del mondo, superiore e al di sopra delle masse. Gli mancano la modestia, l'umiltà, la semplicità e il senso organizzativo e collettivo tipici del proletariato, abituato al lavoro disciplinato, coordinato e centralizzato. Tuttavia queste caratteristiche, fondamentali per un membro del Partito, egli le può acquistare purché lo voglia davvero e sia veramente convinto, come dice Mao che ‘
i veri eroi sono le masse, mentre noi siamo spesso infantili e ridicoli’
e che
‘
il popolo, e solo il popolo, è la forza motrice che crea la storia del mondo’
”.
Luca Cafiero - Napoli
“Importantissimo”
Prima di tutto il titolo di questo documento mi sembra azzeccatissimo, cioè: Uniamoci contro il governo neofascista Meloni. Per il socialismo e il potere politico del proletariato. Anche perché infonde nelle giovani generazioni di proletarie e proletari un coraggio e un ottimismo che è fondamentale, ossia veramente necessario. E sono d'accordo con tutto quello che c'è scritto in tutto il resto del documento in ogni sua parte, soprattutto in queste tre partì in cui viene scritto che 1. Questo regime è stato progettato dalla loggia massonica P2 di Licio Gelli nel 1975, sostenuto dai governi Craxi nel 1987 e instaurato dal governo Berlusconi nel 1994. E via via realizzato dai governi Amato, Prodi, D'Alema, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte e Draghi. Vi hanno contribuito il PRC di Armando Cossutta e di Fausto Bertinotti e il Partito dei comunisti italiani di Diliberto e del rossobruno Marco Rizzo, che sono stati al governo nel 2006.
Il regime capitalista neofascista è contrassegnato principalmente dalla manomissione da destra della Costituzione del 1948.
2. Le opposizioni di cartone non hanno avuto il coraggio di denunciare la natura e il disegno neofascista del nuovo governo. Il sonato leader del PD addirittura ha detto: “Noi facciamo gli auguri a un nuovo governo che comincia a governare nell'interesse del Paese”. Il trasformista liberale e “neopacifista” Conte, leader del M5S, ha detto che “l'unica certezza che emerge” dal discorso della Meloni “è la continuità con il governo Draghi”, del quale ha fatto parte anche il suo partito. Ha anche detto: “Lei ha speso tante parole sul concetto di merito. Ci fa piacere. Anche noi apprezziamo questo concetto”.
L'antifascismo per entrambi è solo una parola.
3. A proposito dell'opposizione del PMLI a questo governo. In questo fronte unito il proletariato - la classe delle operaie e degli operai che producono tutta la ricchezza del Paese ma ne ricevono solo le briciole - deve assumere un ruolo dirigente appropriandosi della sua cultura storica, che è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e non quella dell'operaismo, dell'anarco-sindacalismo e del riformismo.
E così concludo la mia opinione su questo documento importantissimo.
Vi auguro una ottima opposizione, viva il comunismo, viva il Comitato centrale del PMLI, viva il PMLI.
Giovanni - provincia di Sassari
“Chiarificatore”
Carissimi compagni,
dinanzi agli eventi funesti che in questi tempi hanno portato ad nuovo governo neofascista, si innalza la voce del nostro Partito, baluardo del socialismo, attraverso il documento del CC, dove si delinea chiaramente il clima terribile che stiamo vivendo oggi. In questo documento viene ben descritto e definito ciò che esattamente sta accadendo. Giustamente il nostro Partito non si stancherà mai di opporsi a questo regime neofascista e non smetterà mai di propugnare le idee del comunismo espresse dalle direttive del Partito.
Desidero ringraziare sempre i compagni dirigenti e il Segretario generale, il compagno Scuderi, perché ci illumina sempre propugnando la verità che il socialismo esprime. Non esiste altra via se non quella espressa dal nostro Partito e che in questo documento chiarificante ci indica la strada da percorrere in questo periodo.
Con i Maestri vinceremo!
Ema - provincia di Salerno
“Il PMLI porterà il socialismo in Italia”
Il documento del CC del PMLI sulla situazione odierna della politica italiana, è un documento che come sempre si rifà al marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Il PMLI è l'unico partito che realmente, non dogmaticamente, si attiene ad esso. Ormai il nostro Paese è stato consegnato ai neofascisti anche e soprattutto dalla politica imbelle della “sinistra” borghese che come cent'anni fa non capisce il pericolo e non fa niente di concreto per evitarlo. La Meloni con i suoi accoliti vuole portare a termine il piano della P2 con il presidenzialismo e con l'autonomia differenziata. Il PMLI come sempre denuncia con vigore questo tentativo e mette tutto se stesso nella lotta antifascista e anticapitalista per il socialismo.
Giusto e sacrosanto il richiamo all'unità per combattere questo mostro di governo con tutti quelli che ci stanno soprattutto i partiti con la bandiera rossa.
Io sono convito che con la giusta teoria e pratica il PMLI porterà il socialismo in Italia quello autentico indicato e fatto dai Maestri.
Col PMLI vinceremo!
Viva l'Italia unita, rossa e socialista!
Abbasso imperialismo e suoi lacchè e questo governo neofascista.
Francesco - provincia di Caltanissetta
9 novembre 2022