Un ministro della Difesa in conflitto di interessi perché lobbista dell'industria delle armi
Chi è Guido Crosetto
Un ex democristiano, ex berlusconiano, cofondatore di FdI e fedelissimo consigliere della Meloni
Appena nominato ministro della Difesa, il fedelissimo consigliere della Meloni e cofondatore di FdI Guido Crosetto ha platealmente minacciato una pioggia di querele per diffamazione a mezzo stampa contro tutti quei giornalisti e editori che oseranno pubblicare notizie sul suo “presunto” conflitto di interessi.
La minaccia in particolare è rivolta al deputato Angelo Bonelli che ne chiede le dimissioni in quanto "Guido Crosetto ha curato gli interessi dell'industria militare percependo da loro redditi elevatissimi, nel 2021 quasi 1 milione. Un lobbista delle armi non può fare il ministro della Difesa".
Nel mirino di Crosetto c'è fra gli altri anche il quotidiano “Domani” diretto da Stefano Feltri e edito da Carlo De Benedetti che nei giorni scorsi ha pubblicato un’inchiesta in tre puntate nella quale si parla dei “rapporti economici pregressi di Crosetto con società di settori di cui si dovrà, d’ora in poi, occupare da ministro”.
“Per tutti quelli che (non per amore) me lo stanno chiedendo, rispondo: mi sono già dimesso da amministratore, di ogni società privata (non ne ricopro di pubbliche) che (legittimamente) occupavo. Liquiderò ogni mia società (tutte legittime). Rinuncio al 90% del mio attuale reddito”, ha replicato Crosetto nel tentativo di allontanare da sé ogni sospetto.
Una furbata, buona solo per buttare fumo negli occhi dell’opinione pubblica, perché Crosetto fino al 28 settembre scorso ha rivestito il ruolo di imprenditore molto attivo nell'ambito dell'industria bellica e ha annunciato la liquidazione e le dimissioni da tutte le sue società appena è stato nominato della Difesa.
Crosetto infatti dal 2014 è stato presidente di Aiad, federazione confindustriale delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza e dal 2020 è consulente di Finmeccanica e soprattutto presidente del Cda di Orizzonte sistemi navali, società controllata da Fincantieri (51 per cento) e Leonardo (49 per cento), partecipata dal ministero dell'Economia e attiva nel settore militare, specializzata in tecnologie per le navi militari.
Adesso che è diventato ministro, Crosetto si trova a gestire una situazione militare molto delicata a cominciare dalla guerra in Ucraina e dagli impegni assunti dal governo Draghi e sposati in pieno dalla Meloni, di portare al 2% la quota del Pil da destinare al comparto Difesa per la modernizzazioni degli equipaggiamenti, aggiornamento dei carri armati “l'Ariete”, della flotta di elicotteri e degli F-35; più tutto il dossier legato alla riforma delle Forze armate e dell'esercito professionale con nuovi sistemi di reclutamento e di ferma per i volontari.
Nato a Cuneo il 19 settembre 1963, in una famiglia di imprenditori che produce, da oltre un secolo, macchine agricole, Crosetto, in seguito alla morte del padre, ne rileva il controllo e comincia a espandere l’attività imprenditoriale ad altri settori, tra cui appunto il comparto difesa, immobiliare e turistico.
Si iscrive alla facoltà di Economia e commercio a Torino ma non riesce mai a laurearsi. Nel 2013 però sul sito della Camera dichiara di aver conseguito la laurea. Viene sgamato e lui si giustifica: “Ho raccontato una piccola, innocente bugia".
Inizia la sua carriera politica militando agli inizi del 1980 tra le file dei giovani democristiani. Dal 1985 al 1990 è segretario regionale e responsabile nazionale della formazione della Democrazia cristiana, nel 1988 Giovanni Goria lo chiama come consigliere economico a Palazzo Chigi.
Per 14 anni (1990-2004) è sindaco di Marene, 3mila abitanti in provincia di Cuneo, poi capogruppo di Forza Italia e consigliere provinciale di Cuneo dal 1999 al 2009. Nel 2000 si iscrive a Forza Italia, per cui sarà eletto tre volte alla Camera dei deputati: 2001, 2006, 2008 (con il Pdl).
Nel governo Berlusconi IV (2008-11) è sottosegretario alla Difesa.
Nel 2011, quando il Pdl decide di appoggiare Monti, Crosetto comincia ad allontanarsi dall'orbita berlusconiana e vota contro la maggior parte dei provvedimenti dell'esecutivo tecnico.
Il 20 dicembre 2012 fonda Fratelli d’Italia insieme a Giorgia Meloni e Ignazio La Russa, e ne assume la presidenza fino al 4 aprile 2013 (sarà poi coordinatore fino al 2014).
Nel 2013 FdI non supera la soglia di sbarramento del 3% e Crosetto non viene eletto al Senato, l’anno seguente, nel 2014, fallisce anche la candidatura al parlamento europeo e decide di assume la guida dell’Aiad.
Viene eletto deputato nelle file di FdI nel 2018, ma poche settimane dopo presenta le dimissioni (in un primo momento respinte e poi accettate dalla Camera solo nel marzo 2019) per continuare a guidare l’Aiad.
Nel gennaio 2022, mentre sono in corso le votazioni per la presidenza della Repubblica, Fratelli d’Italia lo candida come “nome di bandiera”. Al terzo scrutinio Crosetto riceve 114 preferenze, 11 in meno di Sergio Mattarella, ma soprattutto 51 in più rispetto ai grandi elettori del suo partito.
Segno evidente che Crosetto è “molto simpatico” anche al centro-sinistra, motivo per cui la Meloni lascia molto volentieri che sia lui a spiegare la linea di Fratelli d’Italia al mondo industriale, a negoziare con gli alleati politici, a discutere con l'opposizione e a farsi intervistare dai giornalisti.
Del resto Crosetto è forse l'unico tra i fondatori e dirigenti di Fdi che non vanta una militanza tra le file del MSI del fucilatore di partigiani Almirante o nei gruppi neofascisti e forse proprio per questo la Meloni gli ha affidato il compito di rappresentare il volto rassicurante di Fdi nei “salotti buoni” della finanza, dell'economia e della politica.
9 novembre 2022