Importante commento di un simpatizzante del PMLI al discorso di Scuderi in occasione del centenario della nascita di Mao
"Quasi estasiati per la magistrale armonia che il nostro Segretario generale riesce a stabilire fra la partecipazione emotiva e la purezza dell'analisi scientifica di alcuni aspetti del pensiero di Mao"

 
di Carlo Cafiero, Napoli
Nell’ultimo numero de “Il Bolscevico” (n. 42 - 24 novembre 2022) è stato pubblicato l’appassionante discorso pronunciato dal compagno Giovanni Scuderi al Palazzo dei Congressi di Firenze il 19 dicembre 1993, in occasione del centenario della nascita di Mao. Sono passati quasi trent’anni da quel giorno solenne! Eppure l’efficacia dello stile (dall’anafora dell’ouverture, con la ripetizione per ben sei volte delle parole “Onoriamo Mao” , fino al commovente epilogo, quando Mao appare quasi presente nella sala gremita, al punto che viene naturale rivolgersi a lui dandogli il “tu” ), la chiarezza e la lucidità del messaggio trasmesso, conservano tutta la freschezza e l’attualità. Mentre ci addentriamo nella trama del discorso, rimaniamo quasi estasiati per la magistrale armonia che il nostro Segretario Generale riesce a stabilire fra la partecipazione emotiva e la purezza dell’analisi scientifica di alcuni aspetti del pensiero di Mao. Verrebbe voglia di riportare in queste riflessioni ogni parola e ogni virgola di quel discorso!
Scuderi sottolinea innanzitutto l’imperituro debito di riconoscenza verso Mao da parte del Partito Marxista Leninista Italiano. “Il nostro rapporto con Mao è di tipo particolare, quasi filiale. Poiché il suo pensiero, la sua opera, il suo esempio hanno esercitato l’influenza fondamentale e decisiva per la fondazione del nostro amato Partito. Materialmente l’hanno fondato i 52 delegati del primo Congresso nazionale del PMLI provenienti dalla Toscana, dalla Sicilia, dalla Calabria e dalla Lombardia, ma idealmente è opera sua. Come Mao ha scoperto il marxismo grazie a Lenin e Stalin e alla Grande Rivoluzione d’Ottobre, si è ispirato ad essi per la fondazione del PCC e per impostare la rivoluzione cinese, così i fondatori del PMLI hanno scoperto il vero marxismo-leninismo grazie a Mao e alla Grande Rivoluzione Culturale […].” Oggi, senza temere di essere smentiti, possiamo affermare che il nostro partito nel panorama italiano e internazionale, incarna al meglio, l'eredità dei maestri del proletariato Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao.
Successivamente, Scuderi tratteggia alcuni momenti della vita di Mao: la sua formazione giovanile col passaggio graduale da quello “ strano miscuglio di riformismo democratico, liberalismo, e socialismo utopistico” , fino alla scoperta fondamentale del marxismo-leninismo, l’epica Lunga Marcia , l’affermazione nel 1935 alla guida del Partito Comunista Cinese col trionfo della linea marxista-leninista su quella revisionista, l’eredità raccolta alla morte di Stalin e all’avvio della scellerata fase del revisionismo sovietico dopo il XX Congresso del Pcus nel 1956, fino ad arrivare alla storica impresa della Grande Rivoluzione Culturale, realizzata negli ultimi dieci anni della sua vita. Il tutto condito di una disarmante umiltà, tipica di chi è veramente grande ( “io sono un eroe per mancanza di altri”, “Imparare dalle masse insieme con tutti i compagni del Partito, continuare a essere il loro allievo; questo è il mio desiderio” ). Quello che viene fuori è il ritratto di un uomo che rappresenta un modello nella storia del marxismo-leninismo, la cui vita avrà sempre molto da insegnare a donne e uomini di tutte le età.
Proseguendo nella lettura del discorso, e analizzando le varie sezioni in cui esso viene articolato, appare tangibile che nella persona di Mao la triade dialettica Uomo , Marxismo-Leninismo , Mondo prende vita con tutta la sua forza dirompente. Come ricorda Scuderi, conformemente all’indicazione di Marx, secondo cui “I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo, si tratta di trasformarlo” , Mao ha specificato che “la lotta del proletariato e dei popoli rivoluzionari per la trasformazione del mondo comporta la realizzazione dei seguenti compiti: trasformazione del mondo oggettivo e, nello stesso tempo, trasformazione del proprio mondo soggettivo - trasformazione delle proprie capacità conoscitive e trasformazione dei rapporti esistenti tra il mondo soggettivo” . Non è possibile cambiare il mondo senza far breccia su se stessi e sulla propria trasformazione. Lo studio, anche approfondito, del Marxismo-Leninismo-Pensiero di Mao, rimane lettera morta se non è foriero di una rivoluzione interiore e di un’azione trasformatrice del mondo. E naturalmente, ognuno dei poli di questa triade dialettica deve inter-scambiarsi con ciascuno degli altri. La realtà materiale è sempre storica e non statica, pena il ritorno ad un idealismo rovesciato alla Feuerbach. Come rimarca efficacemente Scuderi, “non è sufficiente però avere una conoscenza solo teorica del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Bisogna integrarlo con la pratica concreta della lotta di classe se vogliamo che dia tutti i suoi frutti”. E aggiunge che “non è facile integrare il fattore del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e il fattore della situazione specifica perché bisogna conoscere a fondo la storia del nostro Paese sui piani economico, sociale, politico, istituzionale e culturale e la situazione concreta che via via muta su scala nazionale e locale. Tuttavia questa è la strada obbligata, l’unica che garantisce il trionfo della nostra causa rivoluzionaria.” In tale ordine di idee, Scuderi ricorda opportunamente la situazione politica e storica di trent’anni fa. Tra i diversi aspetti evidenziati, alcuni dei quali purtroppo ancora di attualità, vorrei ricordarne uno, poiché esso si lega alle vicende sindacali odierne e al ruolo del PMLI in vista del XIX Congresso della CGIL. Nel suo discorso, Scuderi ricorda un documento datato 6 febbraio 1993 in cui l’Ufficio Politico del PMLI invitava le masse lavoratrici a costruire e ad alimentare le correnti sindacali di classe allo scopo di agire strategicamente all’interno e fuori dai sindacati borghesi. Questa linea di pensiero, che affonda le sue radici negli scritti classici del marxismo-leninismo (si ricordino, a tal uopo, le parole contenute in una lettera di Engels a Marx del 1852: “Non lavorare in seno ai sindacati reazionari, significa abbandonare le masse operaie arretrate o non abbastanza sviluppate all’influenza dei capi reazionari, degli agenti della borghesia, dell’aristocrazia operaia, ossia degli operai imborghesiti” ) è quella che oggi il PMLI porta coerentemente avanti nei suoi documenti programmatici (ad esempio, http://www.pmli.it/articoli/2022/20220706_27i_XIXcongressoCGIL.html ).
L’ultima parte del discorso è dedicata al ruolo che il Partito gioca quale fulcro organizzativo del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Senza di esso “il proletariato non è in grado di fronteggiare la classe dominante borghese, soddisfare le proprie esigenze immediate, costituire sotto la propria direzione un largo fronte unito delle classi e dei gruppi sociali amici e alleati, assolvere i suoi compiti rivoluzionari, organizzare, fare e vincere la rivoluzione socialista. Si tratta di un Partito che ha delle precise peculiarità organizzative, ideologiche e di classe, un Partito anticapitalista e antifascista, per i diritti sociali, civili, di genere, degli immigrati, per la giustizia sociale e climatica, per il socialismo e il potere politico del proletariato” (cfr. Documento del CC del PMLI del 25 ottobre 2022). Come ebbe a dire Mao nel 1948, "se si vuole fare la rivoluzione, ci deve essere un partito rivoluzionario. Senza un partito rivoluzionario, senza un partito che si basi sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista e sullo stile rivoluzionario marxista-leninista, è impossibile guidare la classe operaia e le larghe masse popolari a sconfiggere l'imperialismo e i suoi lacchè" .
Per approfondire le tematiche affrontate nel discorso, si può consultare l’interessante saggio scritto da Scuderi il 22 giugno 1993 per il Seminario internazionale sul pensiero di Mao tenutosi a Gelsenkirchen in Germania nei giorni 6-7 novembre 1993. Il saggio fu pubblicato in un volume, edito dai promotori del Seminario. Successivamente, il 26 dicembre 2013, in occasione del 120° anniversario della nascita di Mao, esso venne stampato a cura della Commissione per il lavoro di stampa e propaganda del Comitato Centrale del PMLI. Si può leggere anche sul sito del PMLI al link
http://www.pmli.it/articoli/2022/20220727_Scuderi_Maoungrandemaestrodelproletariatointernazionale.html.
Gloria eterna a Mao! Con Mao per sempre contro il capitalismo e il revisionismo, per il socialismo! “Verrà il giorno in cui la tigre di carta sarà distrutta. Ma essa non si distruggerà da sé, saranno necessarie raffiche di vento e scrosci di pioggia” .
Avanti, avanti, avanti sulla via dell’Ottobre verso l’Italia unita, rossa e socialista!

23 novembre 2022