Nonostante i boicottaggi il PMLI alla manifestazione nazionale a Roma ha riproposto l’unica via per una pace giusta, equa e duratura per l’Ucraina aggredita
di Massimo - simpatizzante della Valdisieve (Firenze) del PMLI
Sabato 5 novembre alla manifestazione per la pace a Roma promossa da Europe for Peace ho partecipato convintamente con la delegazione nazionale del PMLI.
Convintamente perché condivido la proposta del PMLI già espressa in vari articoli sulle pagine de “Il Bolscevico” sulla pace, che si contrappone con la piattaforma generica, asettica, per una pace a tutti i costi per l’Ucraina proposta in generale dai promotori della manifestazione: una proposta per la pace in solidarietà alle vittime di tutte le guerre che non fa chiarezza e non fa differenza fra Stato aggressore e Stato aggredito, fra guerra di conquista e guerra di resistenza, tra guerra di occupazione e guerra di liberazione nazionale. Un concetto sbagliato che il PMLI ha sempre denunciato come strumentale e utile solo agli aggressori imperialisti di ieri e di oggi che sostanzialmente non prende in considerazione il sacrosanto diritto, nel caso odierno dell’Ucraina in quanto paese aggredito, di difendersi dalla chiara aggressione dal carattere imperialista della Russia neozarista guidata da Putin.
Come delegazione ci siamo dovuti difendere dai vari tentativi di estrometterci dal corteo e per il nostro diritto di essere in piazza con le nostre parole d’ordine e i nostri volantini; comunque, la combattività dei compagni non ha accettato e permesso da parte dei diversi pacifisti a tutti i costi, per fortuna non tutti, che si sono limitati esclusivamente a condannare il carrarmato raffigurato nei manifesti del Partito, negando qualsiasi discussione di confronto.
Ancora più grave è stato il servizio d’ordine dello spezzone dell’ANPI che ci voleva obbligare a retrocedere in coda al corteo; anche loro riferendosi esclusivamente al manifesto e al carrarmato, senza darci nessuna possibilità dialettica, con frasi del tipo: “cos’è questa roba! Questa è una manifestazione per la pace, via dal corteo”. Dimostrando di fatto che questa associazione sempre più istituzionalizzata e adagiata sull’antifascismo da salotto rinnega gravemente lo spirito e gli ideali dei partigiani che combatterono con le armi contro l’occupazione dell’esercito nazista di allora. Bene hanno fatto i compagni nel ribadire le posizioni, la più significativa quella che faceva presente come all’epoca i partigiani se si fossero difesi con le margheritine e le frasi generiche sulla pace, quale liberazione avrebbero conquistato?
Nonostante tutti questi tentativi di estrometterci dal corteo siamo comunque riusciti ad arrivare in piazza San Giovanni dove abbiamo innalzato i nostri cartelli ripetutamente fotografati e che hanno anche ricevuto apprezzamenti da diversi pacifisti che aspirano anche loro ad una pace duratura per l’Ucraina e abbiamo proseguito il nostro volantinaggio.
Il movimento per la pace dovrebbe fare chiarezza su quale pace cercare e con quale linea politica si dovrebbe raggiungere, che per il PMLI sono due punti fermi irrinunciabili: pretendere il ritiro delle truppe di Putin dall’Ucraina e sostenere Zelensky, perché in questo momento egli rappresenta la testa della resistenza dell’Ucraina contro l’invasore neozarista. Dopo il ritiro dei russi sarà il popolo ucraino a decidere liberamente del proprio destino e giudicare i propri governanti, compreso Zelensky ed eventualmente rovesciarli se andassero contro gli interessi del popolo. Ma fino ad allora occorre scegliere da che parte stare senza farsi condizionare dall’appoggio dell’imperialismo dell’Ovest alla Resistenza dell’Ucraina.
Il PMLI rispetta l’antimperialismo leninista, il quale insegna che nell’epoca dell’imperialismo nessuna guerra di liberazione nazionale è immune dall’appoggio strumentale di imperialismi rivali. Lenin chiarisce questo concetto nel documento “Risultati della discussione sull’autodecisione” (luglio 1916). E chiarisce anche il concetto che ieri come oggi per i sinceri marxisti-leninisti occorre essere per una pace giusta senza annessioni, e lo fa nel “decreto sulla pace”, Pravda n. 171, 10 Novembre (28 Ottobre) 1917. Altri 2 documenti che dimostrano ulteriormente le inconsistenti revisioniste socialscioviniste tesi sia sulla guerra che sulla pace e le vergognose strumentalizzazioni della guerra di occupazione della Russia neozarista di Putin con la gloriosa guerra patriottica di liberazione dell’URSS di Lenin e Stalin; come i finti comunisti rossobruni, turlupinati dalla propaganda putiniana, che attaccano quotidianamente il PMLI accusandolo di schierarsi con l’imperialismo USA e con la NATO, rigirando la frittata e scambiando l’aggredito con l’aggressore e sostenendo l’assurda giustificazione dell'invasione russa come “una guerra difensiva“ e dall’altra accusano la resistenza del governo, dell’esercito e del popolo del paese invaso come la vera causa della prosecuzione di tale guerra. Perché, sostengono, così vogliono USA, UE e NATO che usano l’Ucraina come pedina per piegare la Russia. NATO, che per altro la guerra di occupazione di Putin ha potentemente favorito, provocando l’adesione della Finlandia e della Svezia.
Quando ai compagni è stata data la possibilità di confronto dialettico hanno ribadito la corretta posizione del Partito, anche su come dovremmo comportarci se l’Italia fosse invasa da una potenza straniera che si annettesse unilateralmente tre o quattro regioni del nostro Paese: si dovrebbe pretendere una pace a tutti costi per fermare la guerra o innanzitutto una resistenza contro l’aggressione?
Noi, nel rispetto del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel rispetto dell’analisi scientifica del materialismo dialettico e storico, continuiamo a fare nostre le indicazioni del compagno Segretario generale Giovanni Scuderi: “Noi dobbiamo appoggiare risolutamente la lotta dei popoli in lotta contro l'imperialismo, indipendentemente dalle forze che li guidano, fossero anche anticomuniste. La questione principale è la loro liberazione ed emancipazione dall'imperialismo. Poi spetterà a ciascun popolo decidere il suo destino politico, il regime da instaurare dopo la vittoria. È secondario se questa vittoria viene ottenuta sotto l'egida e con l'aiuto di una qualsiasi superpotenza imperialista” (dal Rapporto, a nome dell'Ufficio politico del PMLI, al 5° Congresso nazionale del PMLI - dicembre 2008).
Gli attuali alleati imperialisti dell'Ucraina hanno i loro obiettivi politici, economici, militari e strategici contro l'imperialismo russo, ma questo non è un buon motivo da parte degli antimperialisti per non stare dalla parte dell'Ucraina aggredita.
Fuori la Russia imperialista dal Donbass e dal resto dei territori occupati!
Per l’Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale entro i suoi giusti confini nazionali e sovietici!
Per una pace giusta e senza annessioni!
23 novembre 2022