Dialogo coi lettori
Sull'Ucraina siamo filoatlantisti?
Spettabile Redazione,
ho letto con sommo stupore il vostro "pezzo" filoatlantista sull'attuale conflitto russo ucraino. Il mio stupore, se così posso definirlo, non scaturisce tanto dalla vostra "giravolta" che un occhio superficiale vedrebbe come un tradimento ideologico bensì dalla vostra ricostruzione degli eventi che definire sempliciotta mi sembra essere quantomeno un eufemismo.
Occorre infatti analizzare la questione con gli "occhiali" dello storico, abbandonando le propagande di ambo gli schieramenti, individuare cioè le cause del conflitto domandandoci: perché si è giunti a tutto questo?
Occorre adottare un approccio "laico" una ricerca delle cause e motivi che non conduca ad assolvere o condannare l'una o l'altra parte ma a comprendere.
Alcuni punti fermi, siccome non voglio essere tacciato di filoputinismo.
1. La Russia ha invaso l'Ucraina violando il diritto internazionale.
2. La Russia è un paese autocratico e non democratico.
3. La Russia segue una politica imperialista o imperialistica con scopo di estendere il proprio dominio all'esterno.
Tutto ciò posto bisogna però "riavvolgere il nastro" e vedere tutta la pellicola.
Nel 2014 la rivoluzione del Maidan determina la definitiva e insanabile rottura di quel patto, di quel precario equilibrio politico che si era formato a partire dalla Timoshenko verso i primi del 2000. Qui non voglio dilungarmi sulla progressiva infiltrazione del potere USA nelle istituzioni di un paese già fragile, dei relativi interessi economici (ad es. il figlio di Biden, casualmente dopo il 2014 diventa CEO di Burisna che è l'ENI dell'Ucraina), della progressiva estromissione dal paese dell'influenza della UE ad opera degli USA (ricordate
“Fuck the UE” del segretario USA Mullen?), ecc.
Semplicemente voglio partire laddove tutto ebbe inizio: nel 2014 inizia una guerra civile! Ops, ai molti benpensanti è sfuggito questo piccolo dettaglio: un paese in guerra civile? un paese dove una parte della popolazione ucraina, non russa! si scontra con il proprio governo, filoamericano. Allora se partiamo da questo piccolo e insignificante presupposto, l'invasione della Russia assume un diverso significato! La politica di potenza impone alla Russia di supportare quella parte del paese che è nemica di Kiev e nemica del suo nemico.
Noi sappiamo cos'è la Russia e da quale dittatore sia diretta, ma sappiamo cos'è l'Ucraina? Io conosco quel paese, ci sono stato più volte e posso assicurare che non è assolutamente uno Stato libero, non è quella democrazia che viene descritta, invece è uno Stato estremamente corrotto, in mano alle mafie ed agli oligarchi, che talvolta coincidono, dei quali alcuni manovrano frange e movimenti neonazisti.
In sintesi, non mi sento di stare per Mosca né per Kiev: mi sento di stare per quel popolo, stragrande maggioranza di poveretti, che sulla propria pelle sopravvive ad un conflitto tra 2 imperi.
Paolo Granelli
Sull'Ucraina siamo filoatlantisti? Parliamone, ma senza insulti e offese che non aiutano a chiarirci. Stiamo ai fatti e ragioniamo solo su di essi.
Giacché ci accusa velatamente di “tradimento ideologico”, ci fa supporre che lei sia un comunista. Ma dalle tesi che espone dubitiamo che lei conosca gli insegnamenti di Lenin, Stalin e Mao sull'imperialismo, le guerre imperialiste e le relative alleanze. Senza i quali è più difficile orientarsi e avere una posizione corretta da veri comunisti, cioè marxisti-leninisti.
Comunque lei si sbaglia, e di grosso. Non siamo atlantisti, la nostra elaborazione ultracinquantenaria lo dimostra, ma fermi sostenitori dell'eroica Resistenza ucraina che lotta contro l'aggressore imperialista russo.
Lei premette che “la Russia ha invaso l'Ucraina violando il diritto internazionale; che è un paese autocratico e non democratico; che segue una politica imperialista o imperialistica con lo scopo di estendere il proprio dominio all'esterno”. Poi però nel concreto si rimangia tutto ciò finendo per giustificare l'aggressione sostenendo che “la politica di potenza impone alla Russia di supportare quella parte del paese che è nemica di Kiev e nemica del suo nemico”.
E accusa noi di aver ricostruito gli eventi in maniera “sempliciotta”. Ma è smentito dalla lunga serie di articoli, anche storici, e dalla relativa documentazione che abbiamo pubblicato fin dal 24 febbraio, lo stesso giorno dell'ingiustificabile e intollerabile aggressione scatenata dal nuovo zar del Cremlino Putin. Sulla nostra posizione non c'è quindi nemmeno l'ombra di una “giravolta”. Fin dal primo momento infatti abbiamo seguito una linea antimperialista coerente guidati dal marxismo-leninismo-pensiero di Mao e dal CC del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi.
Lei ritiene che “tutto ebbe inizio” nel 2014 con la “guerra civile della rivoluzione del Maidan”.
Per certi versi potrebbe avere ragione, ma solo se intende dire che Putin è intervenuto in armi, 8 anni dopo, quando ha visto che l'Ucraina gli era completamente sfuggita dal controllo che esercitava attraverso il presidente fantoccio Janukovyč. Non ci pare però che questa sia la sua opinione. Lei invece ritiene che si tratta di “un conflitto tra 2 imperi”. Ma anche se fosse così, come si fa, come lei suggerisce, ad “adottare un approccio 'laico', una ricerca delle cause e motivi che non conduca ad assolvere o condannare l'una o l'altra parte”.
Noi marxisti-leninisti, per principio, se riteniamo che una causa è giusta, l'appoggiamo, anche se è sostenuta da altre forze lontane e nemiche; quello che conta è la motivazione di ogni sostenitore.
La lotta armata dell'Ucraina per difendere la propria libertà, indipendenza, sovranità e integrità non è una causa giusta? Non ha l'Ucraina il diritto di liberare il Donbass, parte integrante del suo territorio? La questione dei russi e dei russofoni presenti in essa non potrà che essere risolta alla fine della guerra.
Anche se avesse ragione lei e torto noi, come può giustificare il tentativo neonazista di Putin di cancellare il popolo ucraino e di annettersi l'Ucraina per ricreare l'impero zarista?
È innegabile che in Ucraina ci sono corruzione, mafia e oligarchi, lo denunciano gli stessi governanti ucraini, ma ciò è del tutto secondario e ininfluente rispetto alla questione principale dell'eroica Resistenza ucraina. Invertire l'ordine vuol dire perdere la rotta e non capire qual è il proprio dovere antimperialista.
Secondo noi più che con gli “occhiali” dello storico la controversa questione dell'Ucraina va analizzata con gli occhiali ideologici e politici autenticamente antimperialisti, esattamente quelli del marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
Uniamoci per aiutare il glorioso popolo ucraino a liberarsi dall'occupante, oppressore e macellaio russo. Con lo stesso spirito con il quale dobbiamo unirci e lottare per aiutare il glorioso e martoriato popolo palestinese a liberarsi dall'oppressione neonazista, genocida e sionista di Israele.
23 novembre 2022