Accusato di terrorismo, eversione e propaganda dell'odio razziale
Decapitato gruppo neonazista legato al battaglione Azov
Progettava un attentato a una caserma dei carabinieri
Il 14 novembre scorso un’inchiesta coordinata dalla procura di Napoli ha portato all'arresto di quattro persone legate ad un’associazione sovversiva di stampo neonazista, negazionista dell'Olocausto e suprematista bianca, denominata "Ordine di Hagal".
Negli atti dell'inchiesta si parla di: "Una costante attività di addestramento paramilitare, anche frequentando all’estero corsi di combattimento corpo a corpo e sull’utilizzo di armi da fuoco, sia corte sia lunghe. Contatti diretti e frequenti con formazioni ultranazionaliste ucraine" in particolare legate al Battaglione Azov, a Pravi Sector, Misantropya Division e Centuria.
Il gruppo operava in vista di possibili reclutamenti nelle file dei gruppi combattenti in Ucraina.
Fra gli indagati Anton Radomsky, irreperibile perché tornato in Ucraina, secondo gli inquirenti era in contatto appunto con il battaglione Azov.
È accusato di avere nell’organizzazione compiti quali l’addestramento militare e il reclutamento.
Al vertice dell’Ordine di Hagal vi sarebbe Maurizio Ammendola, 43 anni, quindi Michele Rinaldi, 47 anni, suo vice, Massimiliano Mariano, 46 anni e Gianpiero Testa, 25 anni, attivo in particolare nel proselitismo. I quattro sono stati arrestati, mentre per il 36enne Fabio Colarossi è stato disposto l'obbligo di firma.
Ammendola e Testa, in particolare, che si sono diplomati in Polonia presso l’European security academy, secondo l'accusa, avevano elaborato nei dettagli il processo di addestramento: "I programmi di addestramento ricalcano quelli previsti per le forze speciali militari (dalla guida operativa, al tiro tattico o dinamico mediante l’impiego di armi, nonché tecniche di autodifesa), ove gli stessi hanno seguito il corso avanzato di Krav Maga (arte marziale delle forze speciali israeliane) e di combinated firearms".
Dalle indagini risulta che il gruppo stesse preparando un’azione contro la caserma dei Carabinieri di Marigliano (il comune del napoletano nel quale è ubicata la sede ufficiale dell’Ordine) e al centro commerciale "Vulcano buono" di Nola (Napoli).
Per diventare membri era previsto un rito di affiliazione e il pagamento di 30 euro su una carta Postepay.
Nello statuto poi è prevista l’accettazione incondizionata del regolamento interno dell’Ordine con relativo "impegno di riservatezza perpetuo, anche qualora si decidesse di non iscriversi dopo la lettura dello Statuto o di abbandonarlo successivamente o si finisse con il venire espulsi".
I reati contestati vanno dall'eversione dell’ordine democratico alla propaganda dell’odio razziale al terrorismo. Gli inquirenti hanno effettuato oltre 26 perquisizioni in decine di province italiane, perquisita anche la libreria avellinese del bombarolo nero Franco Freda, già condannato per associazione sovversiva.
La cellula dell'Ordine, nata nel 2018, usava i social per fare propaganda, su Telegram in particolare era attiva con il canale "Protocollo 4" attraverso il quale venivano diffuse teorie naziste, razziste, negazioniste, omofobiche, no vax e anti migranti.
Ennesimo spaccato della presenza nel nostro Paese di gruppi di estrema destra che cercano di fare proselitismo anche progettando azioni violente e che sono al servizio tanto dell'imperialismo dell'Est (si veda il reclutamento da parte dei russi di neofascisti di ogni risma e colore, a cominciare dall'Assessore regionale di Fd'I della Regione Piemonte, Maurizio Marrone) quanto ovviamente di quello dell'Ovest, cosa nota fin dal dopoguerra e da prima della nascita della stessa Ue imperialista.
I fascisti, vecchi e nuovi, in doppiopetto e non, servono alla classe dominante borghese e ai Paesi imperialisti anche per le loro infami guerre imperialiste, come quella del nuovo Zar Putin all'Ucraina, e soprattutto in funzione anticomunista e antioperaia in politica interna e potranno essere quindi liquidati e distrutti definitivamente solo con il socialismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato, che è poi la madre di tutti le questioni.
Nel frattempo urge costituire un ampio e combattivo fronte unito antifascista che non solo ribadisca con forza la necessità dello scioglimento di ogni organizzazione neofascista, razzista, ultracattolica, omotransofobica, antiabortista, antifemminile e contro i migranti, ma urge battersi contro ogni forma di equiparazione tra il fascismo e il comunismo mettendo nel mirino il governo neofascista Meloni, che va buttato giù da sinistra e dalla piazza prima che possa fare ulteriori danni al nostro martoriato popolo e ai migranti.
Come affermato con forza nell'esemplare Documento del CC del PMLI contro il governo nero Meloni: "In questo fronte unito il proletariato - la classe delle operaie e degli operai che producono tutta la ricchezza del Paese ma ne ricevono solo le briciole - deve assumere un ruolo dirigente appropriandosi della sua cultura storica, che è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e non quella dell'operaismo, dell'anarco-sindacalismo e del riformismo.
Finché non si riuscirà ad abbattere il governo neofascista Meloni bisogna rimanere uniti, poi ognuno andrà per la propria strada. Il PMLI andrà fino in fondo sulla via dell'Ottobre verso l'Italia unita, rossa e socialista.
Che gli autentici fautori del socialismo - donne, uomini, Lgbtqia+ - capiscano che il loro dovere rivoluzionario è di dare tutta la propria forza intellettuale, morale, politica, organizzativa e fisica al PMLI per il trionfo del socialismo in Italia."
23 novembre 2022