Riunita a Piombino la prima assemblea nazionale della Rete contro i rigassificatori
Dallo scorso 18 giugno, ossia da quando per la prima volta l'intera città di Piombino è scesa in piazza contro la decisione del governo Draghi di voler collocare il rigassificatore nel porto della città toscana, la popolazione è scesa in piazza oltre quaranta volte per manifestare il proprio dissenso all'attuazione del progetto.
Quella della città di Piombino e dei centri limitrofi è una protesta che incontra il sostegno totale della cittadinanza, un sostegno testimoniato da centinaia di cartelli affissi praticamente, e senza eccezione, in tutti i locali commerciali della città e persino in una sede istituzionale come il Comune, dove il sindaco di Fratelli d'Italia, Francesco Ferrari si scontra con Giorgia Meloni che invece vuole portarlo avanti a tutti i costi.
Lo scontro del Comune di Piombino contro il governo Meloni ha poi fatto un ulteriore salto di qualità lo scorso 15 novembre, quando il sindaco ha annunciato di avere conferito incarico all'avvocato Michele Greco per depositare un ricorso, presso il competente Tribunale Amministrativo Regionale, al fine di far annullare i provvedimenti governativi e regionali che riguardano la collocazione del rigassificatore nel porto toscano.
La risposta della Meloni non si è fatta attendere: in città arrivavano decine di mezzi dei carabinieri e della polizia con una sessantina di uomini con l'ordine di presidiare per i prossimi sei mesi i lavori e di difenderli da eventuali attacchi.
La popolazione non solo non si è lasciata intimidire dallo stato d'assedio poliziesco, ma ha fatto fare alla lotta un ulteriore salto di qualità: nel pomeriggio di sabato 19 novembre, infatti, si è svolta all'Hotel Centrale di Piombino, organizzata e fortemente voluta dai locali comitati di lotta contro la realizzazione dell'impianto, l'assemblea nazionale della Rete contro i rigassificatori e depositi Gnl.
L'iniziativa ha riunito, in presenza e online, oltre ottanta comitati italiani sorti spontaneamente in quei territori nei quali sono previsti nuovi rigassificatori o depositi di gas liquefatto (Gnl) o dove tali impianti sono già operanti: partecipano alla Rete comitati di Agrigento, Siracusa, Gioia Tauro, Trieste, Porto Venere, Ancona, Falconara Marittima, Pescara, Portoscuso, Brindisi, Ravenna, Livorno, La Spezia e Rovigo, oltre ovviamente a quelli della stessa Piombino.
Sono intervenute all'assemblea, inoltre, rappresentanze di Fuori dal Fossile – che è la piattaforma delle Associazioni per il clima – e dell'associazione dei famigliari delle vittime del disastro del 2009 alla stazione di Viareggio, oltre al docente Marco Grasso, ex direttore dell’Unità di ricerca Antropocene dell'Università degli Studi di Milano Bicocca, dimessosi alcuni giorni fa dall’incarico per denunciare affari economici intrattenuti da tempo tra l’ateneo milanese e l'Eni.
L'assemblea ha deciso di consolidare il patto di unione tra i comitati e di elaborare azioni congiunte al fine di contrastare la diffusione di impianti di rigassificazione e dei depositi GNL. Ciò si concretizzerà innanzitutto con l'invio di rappresentanti della Rete nei territori che accolgono o dovranno accogliere impianti di rigassificazione, di deposito o di stoccaggio di gas, e tali rappresentanti svolgeranno inchieste servendosi anche di professionisti qualificati, e poi con l'organizzazione di una manifestazione nazionale di protesta che dovrà svolgersi a Roma all'inizio del prossimo anno.
Forte sostegno è stato inoltre espresso da tutti i relatori ai programmi di applicazione delle energie rinnovabili.
Piombino, insomma, ha risposto all'arroganza del governo Meloni che vorrebbe blindare la cittadina riempiendola di polizia come è accaduto in Val di Susa, con una straordinaria mobilitazione popolare, che le ha assegnato un ruolo di primo piano nella protesta del Paese contro i rigassificatori.
23 novembre 2022