Migliaia di lavoratori in piazza a Milano contro il governo Meloni per lo sciopero generale
Apprezzati la combattiva partecipazione e il volantinaggio del PMLI
Redazione di Milano
In occasione dello sciopero generale del sindacalismo di base e conflittuale - contro le misure messe in campo dal governo Meloni con la legge di bilancio che ignora l’aumento del carovita e l’impoverimento della popolazione, mentre elargisce generose risorse alle grandi aziende e per continuare le politiche di guerra e riarmo - si è svolto a Milano il 2 dicembre il corteo (promosso da Cub, Usb, Usi, Cobas e Slai Cobas) che ha attraversato il centro partendo da via Pantano, di fronte alla sede di Assolombarda-Confindustria, per terminare in Piazza della Scala.
In testa uno striscione con la scritta: "Sciopero Generale in difesa dei diritti e contro la guerra". Migliaia i lavoratori scesi in piazza, tra loro militanti del PMLI che portavano la rossa bandiera del Partito e un cartello con i manifesti “Il lavoro prima di tutto” e quello contro il governo neofascista Meloni. Essi hanno diffuso inoltre centinaia di volantini riportanti il Documento del Comitato centrale del PMLI “Uniamoci contro il governo neofascista Meloni, per il socialismo e il potere politico del proletariato”, preso con interesse dai manifestanti che hanno anche apprezzato il manifesto esposto sul cartello contro la Meloni, molto fotografato oltre che ripreso dai teleoperatori.
Durante tutto il tragitto del corteo i marxisti-leninisti hanno coinvolto i manifestanti al grido di slogan tesi ad elevare la combattività e la coscienza di classe tra i quali: “Governo Meloni / fascista e dei padroni / nemico giurato dei lavoratori”, “Sciopero / sciopero / generale / governo Meloni / dobbiam cacciare”, “Lotta di classe è nostro dovere, classe operaia al potere”, “Al capitalismo / tregua non diamo / dalle piazze / insorgiamo”, “Taglio Irpef / a pensionati e lavoratori / colpire le rendite / e gli evasori”, “Né flessibile / né precario / lavoro stabile / pari salario”, “Ticket / tagli / facciamola finita / sanità pubblica / gratuita”, “Art. 18 va ripristinato nessun lavoratore dev’esser licenziato”, e altri.
Nei comizi gli oratori hanno rivendicato aumenti salariali per coprire il crescente costo della vita, la cancellazione dei contratti precari e stabilizzazione dei lavoratori, l'abolizione dell'“alternanza scuola-lavoro”, lo stop al lavoro obbligatorio nei festivi, ammortizzatori sociali che garantiscano reddito continuo e dignitoso.
Molti gli interventi di sindacalisti e lavoratori che hanno preso la parola per rimarcare i temi generali dello sciopero, a partire da quelli delle spese militari, passando per la questione salariale e la grave situazione della sicurezza sul posto di lavoro per la quale si rivendica una legge di omicidio sul lavoro. Negli interventi non si è trascurato di fare il punto su alcuni settori cruciali, tra questi: istruzione, trasporti, industria, logistica, riders.
Alla fine del corteo, gli organizzatori dello sciopero si sono dati appuntamento al grande corteo nazionale del giorno seguente a Roma, per la quale dalla Lombardia sono partiti ben otto pullman di manifestanti.
7 dicembre 2022