Dopo i proclami di cambiamento rispetto a De Magistris
A Napoli sotto la giunta Manfredi la raccolta differenziata è ferma
Solo il 37,7% viene differenziato, il resto viene bruciato nei termovalorizzatori
Redazione di Napoli
Era il mese di novembre 2021 quando il burattino di De Luca e Conte, Manfredi, giurava sul fronte ambientale di fare molto meglio rispetto alla giunta De Magistris in tema di raccolta differenziata, andando ben oltre al 37,6% raggiunto in dieci anni dalla giunta arancione (rispetto allo striminzito 20% delle precedenti giunte Iervolino-Bassolino).
A dicembre 2022 la situazione non è assolutamente cambiata e i dati ASIA, l’ente pubblico partenopeo dedicato alla raccolta dei rifiuti, sono impietosi: la raccolta differenziata non solo non è entrata ancora nella modalità “porta a porta” ma si attesta solo sul 37,7%, ossia un magro +0,1% in un anno e più di esecutivo PD rispetto alla precedente giunta.
Spulciando i dati di questo nuovo fallimento - cui Manfredi e l’assessore all’Ambiente della sua giunta, l’ex magistrato Paolo Mancuso, non riescono, ad oggi, a dare un seguito contrario per la mancanza clamorosa di un nuovo programma della raccolta rifiuti a Napoli -, sicuramente ci sono delle voci che rimangono ancora non ben trattate da parte dell’azienda napoletana. Si pensi soltanto alla raccolta dell’olio esausto praticamente ferma al palo che viene preso poco e male dalla vecchia campagna “Raccolio” praticamente fallita. Una grave lacuna che fa sì che l’olio alimentare usato, in mancanza di un corretto sistema di raccolta e smaltimento, rischi di andare a finire direttamente a mare, con gravi conseguenze di inquinamento.
A distanza di più di dieci anni dall’entrata in vigore della delibera sulla raccolta differenziata, circa 300mila napoletani ancora non sono stati raggiunti adeguatamente dai bidoni del comune per poter effettuare la separazione dei rifiuti nelle proprie abitazioni, con una copertura di solo due terzi della popolazione e con un piccolo aumento da 539.000 a quasi 555.000 abitanti. Chiaramente i più colpiti sembrano essere ancora i quartieri centrali popolari e quelli periferici, questi ultimi spesso invasi da rifiuti ingombranti lasciati alla chetichella e che non vengono presi in carico nei modi adeguati dall’ASIA.
Probabilmente neanche le dieci isole ecologiche fisse riescono a sopperire alla consegna dei rifiuti ingombranti, con i costi che rimangono tutti a carico della utenza che spesso si deve attrezzare con sacchi, auto e benzina per raggiungere l’isola e poter scaricare tutti quei rifiuti che “per regolamento” non vengono ritirati presso le abitazioni. L’attivazione da diversi anni della raccolta, presso le abitazioni dei napoletani dei rifiuti ingombranti infatti è limitata a soli tre colli e previa chiamata e appuntamento direttamente all’azienda comunicando bene i rifiuti da prendere pena pesanti e salate multe.
In ultimo, va giudicato disastrosamente il dato della filiera che dovrebbe far capolinea con il totale riciclo dei rifiuti e il loro eventuale riutilizzo; e invece la soluzione conclusiva è che due terzi del totale dei rifiuti che partono differenziati dalle abitazioni dei napoletani va a finire nell’inceneritore di Acerra, con tutte le conseguenze sull’ambiente e sull’aria, oppure venduto a costi da bollino blu ad altre nazioni dell’Unione Europea, costi che ricadranno sulle già magre finanze delle masse popolari napoletane.
La mancanza cronica di personale ha fornito apparentemente un alibi all’attuale giunta PD che in fretta e furia ha bandito un concorso per duemila posti proprio nell’ASIA che si è concluso da poco con tanto di foto degli assunti fotografati assieme al sindaco Gaetano Manfredi. Ben vengano, chiaramente (e finalmente!) le assunzioni nel settore pubblico; ma trattasi in definitiva di un'operazione demagogica perché questo non risolverà le problematiche relative ai rifiuti atteso che manca un potenziamento dei mezzi ambientali e un programma aggiornato che finalmente faccia raggiungere l’agognato 70% della raccolta differenziata, e copra tutti i quartieri di Napoli, cominciando da quelli periferici; programma che dovrà tener conto anche dell'eliminazione dei rifiuti pericolosi come quelli trovati in alcune case nel quartiere Ponticelli zeppe di amianto.
21 dicembre 2022