Successo dello sciopero indetto da Cgil e Uil: alta adesione e partecipazione in tutta Italia
I lavoratori in piazza contro la Manovra classista e reazionaria del governo
Il PMLI partecipa a Firenze portando in piazza un cartello che invita al fronte unito contro il governo Meloni e per il lavoro prima di tutto
E ora dare seguito alla mobilitazione
Lo sciopero contro la legge finanziaria del nuovo governo neofascista guidato dalla Meloni è riuscito a portare in piazza migliaia di lavoratrici e lavoratori. Una settimana di mobilitazione che ha irritato Meloni, Salvini e ministri vari, rompendo quell'immagine idilliaca del “governo del fare”, della “prima donna presidente del Consiglio”, di “squadra che sta lavorando per risolvere i problemi degli italiani” che la maggior parte dei mass-media sta cercando di dare del nuovo esecutivo e riportando in primo piano una realtà fatta di povertà, disoccupazione, precariato a cui il governo risponde con misure antioperaie, antipopolari e reazionarie, favorendo ricchi ed evasori e colpendo chi si trova in difficoltà.
Un risultato importante ottenuto nonostante la diserzione della Cisl, che in maniera ipocrita ha debolmente criticato la manovra ma poi ha scelto la “via del dialogo” con il governo, affiancandosi di fatto al sindacato fascista e filogovernativo Ugl. La mobilitazione organizzata da Cgil e Uil era prevista su scala regionale e la prima a muoversi è stata la Calabria, lunedì 12 dicembre. Sono state cinque le manifestazioni organizzate in questa regione, che più di altre soffre la disoccupazione, la cronica carenza dei servizi minimi essenziali, l'ingerenza della criminalità organizzata nella società.
Il giorno successivo è stata la volta di Umbria e Sicilia. In una piazza piena, a Perugia Landini ha affermato: “Le priorità sono il lavoro con l’aumento dei salari e il superamento della precarietà, così da dare alle persone una occupazione che consenta loro di vivere dignitosamente; combattere l’evasione fiscale e fare una riforma del fisco degna di questo nome; e investire sui servizi sociali. Invece di tagliare su sanità e scuole bisogna investire per rafforzare la sanità pubblica e il diritto all’istruzione e alla formazione”. Alta la partecipazione anche nell'isola, dove si è scioperato 4 ore, con manifestazione a Palermo “È una manovra - hanno scritto Cgil e Uil in una nota congiunta - che non tiene conto del Mezzogiorno e dei problemi delle persone che ci vivono e ci lavorano. Che aumenterà anzi il divario con le regioni del nord in termini di benessere, di servizi sociali, di diritti”.
Il 14 dicembre lo sciopero è proseguito in Trentino, Valle d’Aosta, Veneto e Puglia. In Veneto la mobilitazione si è estesa sul territorio, con presidi e cortei in tutte le province. Unica manifestazione regionale invece a Bari, dove sono convogliate alcune migliaia di lavoratori, pensionati e studenti, in un territorio dove, come ha affermato il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, “ci sono motivazioni ulteriori per sostenere la mobilitazione, diffondere e far conoscere le proposte della Cgil, partecipare allo sciopero”. Presidi ad Aosta davanti la Regione e a Trento davanti la prefettura.
Giovedì 15 si è scioperato 4 ore nelle Marche. In questa regione, colpita da delocalizzazioni, chiusure e ridimensionamenti, come alla Whirlpool e alla Faber, le manifestazioni sono state ben cinque. Lo stesso giorno si è scioperato anche in Abruzzo, otto ore con manifestazione e corteo a Pescara, dove sono confluiti anche i lavoratori del Molise. In Piemonte il 15 dicembre si è scelta la mobilitazione capillare. Oltre alle principali manifestazioni di Torino, Asti, Ivrea, Cuneo, Vercelli, Alessandria e Novara sono state organizzate oltre 60 iniziative con attività di volantinaggio davanti a scuole, agenzie delle entrate, varie sedi dell’Inps e ospedali.
Il 16 dicembre c'è stata la maggiore concentrazione di scioperi e manifestazioni, che hanno coinvolto le restanti 10 regioni e la provincia autonoma di Bolzano. In Lombardia sono state ben tredici le iniziative, a Milano presidio davanti la Borsa. In Emilia-Romagna iniziative in tutte le provincie, particolarmente partecipata la manifestazione di Reggio Emilia (oltre 5mila) dove hanno sfilato in corteo anche i lavoratori di Modena. Tra i cortei più grandi da segnalare quello di Genova, invasa da 10mila manifestanti provenienti da tutta la regione nel quadro dello sciopero generale di 8 ore. A Firenze la pioggia non ha fermato la voglia di lottare di lavoratrici, lavoratori, pensionati e giovani. Al corteo, cui hanno partecipato 7mila persone, era presente anche il PMLI (vedi articolo a parte).
Piazza gremita anche a Roma nonostante il maltempo, dove la manifestazione è stata chiusa dal discorso di Maurizio Landini. Nel suo intervento il segretario generale della Cgil ha detto: “La manovra non affronta i problemi del Paese. La gente non arriva alla fine del mese, i salari sono tra i più bassi d'Europa, i livelli di precarietà sono altissimi”. Landini ha rilevato la presenza “di un’evasione fiscale che è la più alta d'Europa” e attaccato alcune delle misure incluse nella Legge di bilancio, come la reintroduzione dei voucher, la flat tax, la restrizione del reddito di cittadinanza. Ha poi ricordato come “L'idea che il governo, da solo, sia in grado di rappresentare il Paese, non è vera” perché “in queste elezioni ha ottenuto 12 milioni di voti, mentre 15 milioni di italiani hanno votato altri partiti e ben 18 milioni si sono astenuti”.
Però poi, a margine della manifestazione, osservava: "Vedo un peggioramento, con il governo Draghi avevamo ottenuto la decontribuzione del cuneo fiscale e un sostegno ai redditi bassi. Con il governo Meloni la decontribuzione è rimasta al 2%, i prelievi sugli extraprofitti sono diminuiti e ha introdotto voucher, flat tax e non combatte l'evasione fiscale. Non c'è continuità con il governo Draghi ma un peggioramento, questo governo è contro il mondo del lavoro". Affermazioni, quelle su Draghi, assolutamente non condivisibili che rivelano come la tanto decantata autonomia dai partiti e dai governi della Cgil è ancora lontana da raggiungere.
In conclusione possiamo affermare che lo sciopero è stato un successo, sia per la partecipazione alle manifestazioni che per le adesioni. Su quest'ultimo dato si parla da parte sindacale di percentuali tra il 50 e il 90%, riferito ovviamente alle fabbriche più grandi e rappresentative. Particolarmente alta è stata l'adesione nelle aziende metalmeccaniche e nei servizi. Nei trasporti la quota si aggira attorno al 40-60%, anche se le limitazioni al diritto di sciopero ha costretto i lavoratori ad astensioni ridotte rispetto alle 8 ore. Sono state cancellate sopratutto le corse dei bus e dei treni, nelle ferrovie i Regionali sono stati soppressi al 50%.
La volontà di lottare non mancano alle lavoratrici e ai lavoratori italiani, e lo hanno dimostrato anche in questa occasione. Ora però serve dare continuità alla mobilitazione e non lasciare che alla fine tutto si stemperi in qualche altro incontro con il governo e magari alle prime, anche piccolissime e simboliche concessioni, si torni immediatamente a dare fiato alla concertazione, alla moderazione salariale e alla politica dei sacrifici per i lavoratori.
21 dicembre 2022