L’invasore neozarista russo non dà tregua neppure a Capodanno e Natale
Zelensky: “Per il nuovo anno auguro a tutti gli ucraini un sola cosa: la vittoria”
L’eroica resistenza di Kiev ottiene altre vittorie, torna a colpire in territorio russo e centra la base di Makiivka provocando la morte di decine se non centinaia di soldati russi
Mentre l'armata neonazista putiniana bombarda indiscriminatamente, con un diluvio di missili e droni, obiettivi civili e la popolazione per fiaccarne lo spirito e indurla alla resa, la Resistenza e l'esercito ucraini resistono eroicamente, moltiplicano gli scontri con l'invasore e si spingono nel contrattacco centrando la caserma basata
a Makiivka, nella regione di Donetsk occupata dai russi, dove erano stanziati un reparto di soldati, provocandone la morte di decine e decine se non centinaia. Si tratta secondo gli osservatori di uno dei più devastanti attacchi ucraini contro l'invasore russo.
Eppure Putin aveva scelto di non concedere alcuna tregua neppure a Capodanno e Natale. Un Capodanno di morte e distruzione in Ucraina. Così come lo era stato il giorno di Natale. Due i civili morti, diversi i feriti in seguito a una serie di attacchi aerei lanciati dalle forze russe in tutto il paese, compresa la capitale Kiev. A Solomyan, nel sud-ovest della città un hotel e un'abitazione sono stati colpiti da missili. Nella prima raffica di attacchi sarebbero state udite dieci esplosioni. "Questa volta, l'attacco missilistico di massa della Russia sta deliberatamente prendendo di mira aree residenziali, nemmeno la nostra infrastruttura energetica. Il criminale di guerra Putin 'festeggia' il Capodanno uccidendo persone", ha scritto su twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
Lo stato maggiore delle forze armate di Kiev nel fare un bilancio delle operazioni del 31 dicembre ha dichiarato: "Le forze ucraine hanno respinto gli attacchi russi vicino a nove villaggi, mentre Mosca ha lanciato 31 attacchi missilistici, 12 raid aerei e oltre 70 attacchi con lanciarazzi multipli".
"L'Ucraina non perdonerà", ha affermato invece il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sui social dopo i nuovi raid russi nell'ultimo giorno dell'anno. "Lo Stato terrorista non sarà perdonato. Coloro che ordinano gli attacchi, e coloro che li eseguono, non riceveranno perdono", ha detto denunciando "razzi contro il popolo". Poi si è rivolto ai soldati di Mosca: "Il vostro leader vuole dimostrare di avere l'esercito dietro di sé e di essere in vantaggio. Ma si sta solo nascondendo. Si nasconde dietro i militari, dietro i missili, dietro le mura delle sue residenze e dei suoi palazzi. Si nasconde dietro di voi e brucia il vostro Paese e il vostro futuro".
È stato un messaggio di bilanci quello fatto dal presidente Zelensky a ridosso della mezzanotte. Sacrosanto, che non lascia dubbi sulle responsabilità criminali del nuovo zar del Cremlino. "Il 2022 ci ha ferito al cuore. Abbiamo pianto tutte le lacrime. Abbiamo gridato tutte le preghiere. 311 giorni. Abbiamo qualcosa da dire su ogni minuto. Ma la maggior parte delle parole non sono necessarie". Poi uno sguardo al futuro: "Non sappiamo con certezza cosa ci riserverà il nuovo anno 2023. Voglio augurare a tutti noi una cosa: la vittoria. E questo è l'aspetto principale. Un augurio a tutti gli ucraini. Che quest'anno sia l'anno del ritorno. Il ritorno del nostro popolo. I guerrieri alle loro famiglie. I prigionieri alle loro case. Gli sfollati interni alla loro Ucraina. Restituzione delle nostre terre. E chi è temporaneamente occupato sarà libero per sempre. Ritorno alla vita normale. Ai momenti felici senza coprifuoco. Alle gioie terrene senza raid aerei. Restituzione di ciò che ci è stato rubato. L'infanzia dei nostri figli, la serena vecchiaia dei nostri genitori".
Nelle stesse ore Putin, nel suo tradizionale discorso di fine anno, ricordava che "La correttezza morale e storica è dalla nostra parte". Secondo il nuovo zar, l'anno appena trascorso è stato ricco di "eventi veramente decisivi e importanti" che "pongono le basi (...) per la nostra vera indipendenza". "Questo è ciò per cui combattiamo oggi, proteggere il nostro popolo nei nostri territori storici, nelle nuove entità costitutive della Russia", ha aggiunto riferendosi alle regioni ucraine che la Russia ha criminalmente e illegalmente annesso.
Morte e distruzione anche nel giorno di natale. Il 25 dicembre la Russia ha lanciato "oltre 40 attacchi missilistici" in Ucraina come riferito dalle forze armate di Kiev. Nel mirino delle truppe di Mosca, decine di città nelle regioni di Lugansk, Donetsk, Kharkiv, Kherson e Zaporizhzhia. Il giorno prima 16 morti e 64 feriti il bilancio del bombardamento russo nella regione di Kherson. Del resto la Russia non risparmierà nessuno sforzo per raggiungere gli obiettivi dell'”operazione speciale” in Ucraina e abbattere "il regime nazionalista" di Kiev: lo ha scritto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev in un articolo pubblicato il giorno di Natale sulla “Rossiyskaya Gazeta”, secondo quanto riferito dalla Tass. "Faremo del nostro meglio per raggiungere l'obiettivo dell'operazione militare speciale, in modo che il regime disgustoso dei nazionalisti di Kiev cessi di esistere. Oggi, nessuno tranne noi può farlo. Iniziare l'operazione speciale è stata una decisione difficile ma necessaria", ha scritto l'ex presidente e falco del Cremlino, perché "non si trattava solo di proteggere le repubbliche fraterne del Donbass, ma anche di garantire la sicurezza e la sovranità della stessa Russia".
Il 30 dicembre, quattro civili sono stati uccisi e altri otto sono rimasti feriti a causa dei massicci bombardamenti russi; ben 81 i raid aerei di Mosca sferrati con razzi e colpi di artiglieria sulla regione di Kherson. Tuttavia in seguito ai suoi continui attacchi contro l'Ucraina, la Russia, come ha dichiarato Zelensky, "ha sempre meno missili" e ha imboccato un "vicolo cieco". Aggiungendo che, dopo gli attacchi delle ultime ore, la maggior parte del Paese è senza elettricità. "I nostri ingegneri energetici e le squadre di riparazione stanno facendo tutto il possibile per garantire che gli ucraini risentano il meno possibile delle conseguenze dell'attacco terroristico". Il 29 dicembre le forze armate dell'Ucraina hanno comunicato di aver "liquidato" quasi 800 soldati russi nei combattimenti avvenuti durante l'ultimo giorno, aggiungendo che il bilancio delle vittime subite dall'esercito russo è di circa 105mila dall'inizio dell'invasione, scatenata il 24 febbraio per ordine di Putin. Lo Stato Maggiore ha affermato che sono stati distrutti 3.018 carri armati, 2.004 sistemi di artiglieria, 212 sistemi antiaerei, 283 aerei, 268 elicotteri, 1.717 droni, 653 missili da crociera, 16 barche, 4.675 veicoli e serbatoi di carburante e 179 pezzi di "equipaggiamento speciale". "Il nemico russo ha subito le maggiori perdite nell'ultimo giorno nelle direzioni Liman e Bakhmut", ha aggiunto lo Stato Maggiore. Nella stessa giornata sono stati lanciati contro l'Ucraina "oltre 120 missili" dalla Russia per "distruggere infrastrutture critiche e uccidere civili in massa". Lo ha riferito il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podolyak. Le sirene di allarme sono suonate in tutto il Paese e i sistemi di difesa aerea sono stati attivati a Kiev, Kharkiv, Mykolaiv, Zhytomyr e Poltava.
Il 28 dicembre il vice ministro degli Interni ucraino Yevgeny Yenin ha riferito che le forze armate russe hanno distrutto più di 700 obiettivi strategici dall'inizio dell'aggressione militare dello scorso 24 febbraio, spiegando che si tratta di gasdotti, ponti, obiettivi simili, mentre il numero di civili ucraini rimasti uccisi dall'inizio dell'invasione russa è “considerevolmente superiore” ai 6.884 noti finora come ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Il conteggio del numero di vittime civili in Ucraina secondo l'Onu indica che i morti accertati tra il 24 febbraio e il 26 dicembre sono 6.884, di cui 429 bambini. Ma l'agenzia sottolinea che è probabile che la cifra effettiva sia "considerevolmente più alta, poiché le informazioni da zone in cui ci sono state intense ostilità è ritardata e molti rapporti sono ancora in attesa di conferma". Nella stessa giornata il comando di occupazione russo ha lasciato la città di Kreminna, nella regione di Lugansk, dove sono in corso intensi combattimenti. Anche i civili russi che si trovavano nella città sono fuggiti: lo ha reso noto il governatore regionale in esilio Sergii Gaidai, affermando che la liberazione di Kreminna aprirà la strada alle forze armate ucraine a Starobilsk, o in direzione di Rubizhny e Severodonetsk. Secondo Gaidai, la leadership militare dell'esercito di occupazione si è trasferita in altri insediamenti occupati e i civili russi stanno tornando nel territorio della Federazione. Successi quelli dell’eroica resistenza ucraina che si aggiungono ai nuovi attacchi in territorio russo, come quelli condotti con droni contro la base militare aerea di Engels, nella regione di Saratov, distante centinaia di chilometri dalla linea del fronte, che ha provocato la morte di tre persone.
Il giorno prima nella città di Makiivka occupata dai russi, nella regione di Donetsk, una famiglia di otto persone è stata uccisa con colpi di arma da fuoco alla testa: tra le vittime ci sono tre bambini di uno, sette e nove anni. Lo riferiscono i media ucraini citando canali Telegram russi secondo cui gli omicidi sono avvenuti nel quartiere di Chervonogvardeisky. Almeno tre persone sono altresì state uccise e sette sono rimaste ferite negli attacchi missilistici russi in Ucraina, che si vanno a sommare ai due civili uccisi e altri 12 rimasti feriti durante gli attacchi russi del 27 dicembre.
Intervenendo al parlamento ucraino il 28 dicembre, il presidente Zelensky ha affermato che “La nostra unità deve essere forte come i nostri guerrieri. L'obiettivo di ripristinare l'integrità territoriale dell'Ucraina va sempre di pari passo con l'obiettivo di liberare tutti i nostri cittadini detenuti in Russia o nelle prigioni, nonché tutti coloro che sono stati espulsi con la forza dalla nostra terra. Dopo il 24 febbraio, siamo riusciti a liberare 1.456 persone dalla prigionia russa. Questo è significativo. Sono felice di vedere tutti coloro che tornano in Ucraina. Ma c'è ancora molto lavoro da fare. Tuttavia, non ho dubbi che lo realizzeremo insieme, in modo unitario. La ricostruzione dell'Ucraina dopo le ostilità è un'altra componente della giustizia. L'intero territorio del nostro Stato ha bisogno di ricostruire le infrastrutture, l'energia, la sfera sociale e altri oggetti che non soddisfano i moderni requisiti di sicurezza. Dobbiamo far riemergere dalle rovine il territorio in cui gli invasori russi sono entrati dopo il 24 febbraio. Allo stesso modo, ripristineremo la normalità della vita nei territori di Donbass e Crimea, che sono stati occupati illegalmente nel 2014 e sono stati portati al punto di disastro dagli occupanti nel corso del tempo trascorso”.
4 gennaio 2023