Stangata di Capodanno
La spesa annua per le famiglie sale di 2400 euro
Mentre alle imprese, alle banche, alle multinazionali e perfino alle società di calcio quotate in borsa vengono concessi fiumi di finanziamenti pubblici, taglio delle tasse e del cosiddetto cuneo fiscale, aliquote agevolate, rateizzazione dei debiti, sconti, condoni e scudi fiscali; alle masse popolari e lavoratrici il governo neofascista Meloni ha “regalato” una tremenda stangata di Capodanno che nel corso del 2023 comporterà un aumento di spesa media per una famiglia tipo di quasi 2.400 euro in più rispetto all'anno appena concluso.
Un salasso senza precedenti che va ad aggiungersi all'inarrestabile aumento dei prezzi energetici e carburanti che incidono fortemente sui costi di trasporto e produzione e quindi sui prezzi al consumo di beni e servizi.
Mentre i salari sono diminuiti del 10% negli ultimi 15 anni e il loro potere di acquisto continua ad essere falcidiato dall'inflazione record che, secondo le stime preliminari Istat di dicembre è a +11,6% su base annua.
Molto più pesanti sono invece le stime fatte da Federconsumatori secondo cui “se il tasso di inflazione si conferma a questo livello, le ricadute in termini annui per ogni famiglia sarà di 3.456,80 euro”.
Secondo l'Osservatorio Nazionale Federconsumatori (Onf) l’impatto del 2023 sui conti delle famiglie sarà un aggravio di spesa stimato in 2.384,42 euro annui fra aumenti degli alimentari, delle tariffe di luce e gas, dei trasporti e di tutte le voci che compongono le spese di famiglia. E non è un caso, sottolinea ancora l'Osservatorio, che le famiglie stiano già operando tagli importanti alla spesa relativa ai generi alimentari e di prima necessità.
L'Onf ha già da tempo rilevato modifiche significative nelle abitudini delle famiglie: dal calo del consumo di carne e pesce del -16,8% (e uno spostamento verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati), alla riduzione del consumo di frutta e verdura (che riguarda il 12,9% delle famiglie), al ricorso sempre più assiduo a offerte, sconti e acquisti di prodotti prossimi alla scadenza a cui sono costrette circa il 46% delle famiglie per riuscire a sbarcare il lunario e mettere insieme il pranzo con la cena.
La stima è che il rialzo del costo di luce e gas durerà a fasi alterne per tutto l’anno e “sarà aggravato, da aprile, con la cessazione prevista dal Governo delle misure di sospensione degli oneri di sistema, determinando ricadute insostenibili sui bilanci delle famiglie. Per questo – conclude Federconsumatori – sosteniamo la conferma del mercato tutelato insieme alla riforma del metodo tariffario”.
Le previsioni parlano di un forte rialzo anche dei costi che gli italiani sosterranno nel settore alimentare, su cui grava un’inflazione che non si vedeva dagli anni Ottanta. Non mancano all’appello gli aumenti delle tariffe del servizio idrico, quelle nel campo della ristorazione e dei trasporti.
Sugli alimentari ci saranno aumenti di circa 684 euro, oltre il 9% in più; 295 euro in più serviranno per i trasporti, sui quali gravano rincari del 5,30%.
I rincari sulle tariffe di luce e gas sono quelli che pesano di più, oltre 880 euro con un aumento percentuale del 38,40%. Oltre 42 euro in più (più 6,20%) se ne andranno per le tariffe dell’acqua. Più 102 euro per prodotti e servizi per la casa, con un aumento del 3,20%. Rincarano tutte le voci esaminate dall’Associazione, dai servizi bancari alle tariffe dei professionisti, dalle prestazioni sanitarie (più 3,90%) ai costi della scuola (più 4,30%) a quelli della ristorazione, per un totale di quasi 2400 euro in più l’anno che le famiglie si troveranno a pagare.
“La stangata si abbatterà pesantemente sulla situazione già precaria di molte famiglie, ragion per cui si rende sempre più urgente e necessario un maggiore impegno del Governo in direzione del sostegno ai meno abbienti e della lotta alle crescenti disuguaglianze, anziché i tagli e le limitazioni previste nella legge di bilancio – commenta Federconsumatori – Vanno in questo senso alcune delle misure che da tempo rivendichiamo, come la sospensione dei distacchi per morosità delle utenze di luce e gas, la garanzia per la rateizzazione lunga delle bollette, l’aumento, su base progressiva, dell’importo dei bonus sociali, il Fondo contro la povertà energetica e la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo”.
Secondo il presidente, Michele Carrus: “Appare evidente che, di fronte ad aumenti di questa portata, lo stanziamento per la carta risparmio spesa e la sterilizzazione degli oneri di sistema fino a fine marzo non sono sufficienti ad aiutare efficacemente le famiglie . È indispensabile, in tal senso, reperire nuove risorse, anzitutto da un serio contrasto all’evasione e con una riforma fiscale che tassi di più le rendite e i grossi patrimoni e di meno il lavoro e le pensioni; poi attraverso la tassazione fino anche al 100% dei superprofitti oltre una soglia accettabile fatti dalle aziende energetiche, ma introducendo una tassazione anche sugli extraprofitti realizzati dalle società che operano nei settori creditizio, finanziario, farmaceutico e nell’e-commerce. Misure contro la speculazione che sarebbe giusto rendere stabili, non temporanee”.
“Dati catastrofici e famiglie sempre più inguaiate!” ha commentato il presidente dell'Unione Nazionale Consumatori (Unc) Massimiliano Dona che ricorda come già nel corso del 2022, con una inflazione media dell'8,1% una famiglia con 2 figli ha sborsato 700 euro in più rispetto al 2021 solo per poter mangiare e bere.
Secondo i dati elaborati dall'Unc una famiglia media solo per quanto riguarda i prodotti alimentari e le bevande analcoliche ha già sborsato nel corso del 2022 513 euro in più; cifra che sale a 632 per una coppia con 1 figlio e che arriva addirittura 836 euro per le coppie con 3 figli.
Mentre per Assoutenti “Particolarmente allarmanti” sono anche i dati Istat relativi ai prodotti alimentari, che a dicembre segnano un +13,1%.
11 gennaio 2023