Intervenuto a nome del PMLI al III Congresso provinciale ANPI di Campobasso
Colagiovanni: Contrastare l'ultrapacifismo e ricordare che le guerre giuste esistono
Dal corrispondente dell'Organizzazione di Campobasso del PMLI
“È sbagliato dire che tutte le guerre sono ingiuste, che la violenza sia da rifiutare sempre. La storia, difatti, soprattutto negli episodi che hanno visto protagonisti i nostri eroici partigiani, insegna l’esatto contrario, ovvero come sia giusto ricorrere alla violenza per fermare il fascismo, che vi siano, eccome, guerre giuste, fatte per la difesa dall’imperialismo e dalla reazione”.
È stato questo il messaggio di fondo che l’Organizzazione di Campobasso del PMLI ha esposto nel corso del III Congresso della sezione provinciale dell’Anpi tenutosi il 12 gennaio presso la sede campobassana della CGIL per bocca del compagno Giovanni Colagiovanni. Il suo discorso ha toccato diverse criticità sistemiche del Molise, ha denunciato l’aggressione fascista della Russia ai danni dell’Ucraina e ha caldeggiato la nascita di un fronte quanto più ampio possibile per contrastare i fascisti di casa nostra, il governo neofascista Meloni.
Il congresso avrebbe dovuto, e in ampia parte lo ha fatto, concentrarsi sulla critica all’autonomia differenziata e sui nuovi fascismi. Tuttavia, dato che negli interventi precedenti al nostro si era ascoltato (stante anche l’orientamento politico dei locali tesserati Anpi, in gran parte di area cattolica o di “centro-sinistra”) in pratica sempre lo stesso messaggio, ossia “la violenza è sbagliata”, “come cattolici ripudiamo la guerra”, “bisogna lavorare sulla cultura e le coscienze degli esseri umani”, ecc., il compagno ha allora ritenuto corretto ricordare ai presenti che il fascismo del XXI secolo si può combattere, certo, anche sul piano culturale, ma, si è specificato, “nel DNA dell’antifascismo e nel DNA di noi militanti del PMLI al primo posto c’è la piena comprensione del fatto che solo quando le masse popolari sanno imbracciare un fucile c’è possibilità di resistenza. È ovvio che la violenza, in sé, sia una cosa brutta ma come pensiamo di fermare il fascismo? Con le bandiere della pace? Alla violenza dei reazionari, alle aggressioni imperialiste non può esservi altra risposta che la guerra: è sbagliato condannare la violenza in sé poiché alla violenza ingiusta dei fascisti si risponde con la violenza giusta di chi vuole e deve fermarli”.
L’intervento ha lasciato spiazzati e a dir poco di sasso i congressisti e quindi speriamo d’aver seminato in loro il bisogno di riflettere appieno su quanto hanno ascoltato.
La parola è stata poi presa dall’ospite d’onore, Vincenzo Calò della segreteria nazionale che ha toccato vari punti, ricordando come la Resistenza nel Meridione ci sia stata ma non è conosciuta quanto meriterebbe, che l’Anpi sta vivendo una fase di crescita ed espansione su tutto il territorio nazionale, e di quanto essa sia una “casa aperta a quante più posizioni variegate”, ecc. Condivisibili, in particolare, le sue preoccupazioni relative allo stato di povertà in cui versano centinaia di migliaia di famiglie e quanto potrà accadere a seguito dei provvedimenti del governo Meloni. Tuttavia, sull’Ucraina ha fatto dichiarazioni discutibili: “pur condannando l’invasione russa, che è sbagliata, non accettiamo minimamente il fatto di equiparare la resistenza ucraina a quella dei nostri partigiani” e altre frasi su questa linea.
In conclusione, da una parte l’aver registrato un orientamento di base dei militanti Anpi troppo “morbido”, imperniato su un ultrapacifismo che non promette nulla di buono e, dall’altra, l’aver ascoltato un dirigente nazionale Anpi su posizioni velatamente antiucraine, ci porta un’ennesima conferma di quanto già sappiamo: ai marxisti-leninisti spetta un compito titanico per far elevare la coscienza di classe nel nostro Paese. Compito arduo ma scorciatoie non esistono: continueremo a lavorare guidati dalle nostre cinque fiducie!
18 gennaio 2023